Penso ai milioni e milioni di uomini e donne che in questi 20 secoli di storia cristiana hanno cercato di vedere Gesù. "Vedere" in san Giovanni indica “conoscere l'intimo di una persona”: il tuo volto Signore io cerco, di Te ha sete l'anima mia, all'aurora ti cerco.... E dovrebbe essere la preghiera e l'anelito di ogni cristiano: entrare in intimità con Gesù, per coglierne i sentimenti, i valori, le sfumature nei pensieri...
del 26 marzo 2009
Commento alla liturgia di  domenica 29 marzo 2009
 
 
V domenica di Quaresima
 
 
Letture:   Geremia 31, 31-34                Ebrei 5, 7-9               Giovanni 12, 20-33
 
 
 Vorrei tentare una rilettura della Parola di Dio di questa domenica a partire dalla richiesta-invocazione che troviamo nel Vangelo, messa sulle labbra di alcuni Greci che si avvicinano a Filippo e gli chiedono: “Vogliamo vedere Gesù!”  e spero che sia un aiuto alla preparazione alla Pasqua ormai imminente. È infatti nel contesto delle celebrazioni pasquali, celebrate presso il Tempio di Gerusalemme, che si colloca il brano del Vangelo odierno: vi erano molti “stranieri”, pagani, venuti per la Festa e tra questi alcuni Greci, che forse avevano sentito parlare di Gesù (da poco si è verificato il miracolo clamoroso della risurrezione di Lazzaro!). Il fascino del Maestro, la sua dottrina, i segni miracolosi attiravano le folle…
 
1. “Vogliamo vedere Gesù!” penso ai milioni e milioni di uomini e donne che in questi 20 secoli di storia cristiana hanno cercato di vedere Gesù. Nota che vedere in s. Giovanni indica “conoscere l’intimo di una persona”: il tuo volto Signore io cerco, di Te ha sete l’anima mia, all’aurora ti cerco…. E dovrebbe essere la preghiera e l’anelito di ogni cristiano: entrare in intimità con Gesù, per coglierne i sentimenti, i valori, le sfumature nei pensieri…  E allora, a quaresima inoltrata, pongo a me e a te questo interrogativo semplice, ma graffiante: “Davvero vuoi vedere Gesù? Davvero vuoi conoscere l’intimo di questa Persona? Quanto sei disposto a investire perché questa “visione” di Gesù si realizzi nella tua vita, per la tua gioia?”
La risposta a questa richiesta dei Greci viene data dalla liturgia della Parola odierna attraverso alcune pennellate, che delineano il volto di questo Gesù e come tale in questa domenica viene presentato alla comunità cristiana.
 
2. Il tratto dell’intimità: nella prima lettura il profeta Geremia parla di un’alleanza “nuova” che Dio concluderà con il suo popolo: un’alleanza non più basata sull’osservanza di cose esterne, su comportamenti o disposizioni, ma sull’apertura del cuore, sulla fedeltà dell’amore!  In questa ottica puoi rileggere il discorso della Montagna (Matteo 5-7) e ti accorgerai che ciò che Gesù cerca non sono le azioni pur buone dell’uomo, ma il suo cuore. Mi ha colpito tanto, leggendo alcune meditazioni di Charles de Foucauld, la definizione che dà della preghiera e dell’adorazione eucaristica: uno stare “tète à tète” con Gesù (noi diremmo un “cuore a cuore”). Ecco gli adoratori che Gesù cerca! Quelli che sanno aprirgli il cuore completamente e senza condizioni.
Sei disposto a dare il tuo cuore a Lui, senza riserve, completamente…?
 
3. Il tratto dell’obbedienza: nella lettera agli Ebrei questo tratto è sottolineato con forza… “imparò l’obbedienza!” Gesù è sempre ‘relativo’ alla volontà del Padre e di questa volontà fa la sua norma (“il suo cibo!”). E’ il tratto che soprattutto nella settimana santa sentirai sottolineare di più e questo è di sommo insegnamento.  S. Bernardo dice che “Gesù preferì rinunciare alla propria vita piuttosto che all’obbedienza!” L’obbedienza è la virtù che meglio ci configura al Gesù, che “si è fatto obbediente fino alla morte e alla morte di croce!”  Nella preghiera del cristiano per eccellenza (il Pater) Gesù ci insegna a chiedere questa virtù con le parole “sia fatta la tua volontà come in cielo, così in terra” e siccome sapeva che con le sole nostre forze non ci saremmo riusciti, ci invita subito dopo a chiedere “il pane quotidiano”, l’Eucaristia, perché così irrobustiti possiamo diventare … obbedienti!
 
4. La Gloria di Dio: questo termine a noi dice poco o nulla, ma per gli Ebrei essa significava la massima presenza di Dio, la sua manifestazione più luminosa. Per cui quando Gesù chiede al Padre “Glorifica il tuo nome!” vuol dire “Manifestati in tutta la tua Verità! Fa’ vedere chi davvero sei!” E Gesù stesso dà tre indicazioni per leggere questa Gloria-Manifestazione-Presenza:
 
Ø         Il chicco che se non cade in terra e non muore, resta solo, ma se muore porta molto frutto.
Ø         Chi ama la sua vita la perde, chi la odia in questo mondo la conserverà per la vita eterna
Ø         Se uno mi vuol servire, mi segua
In tutte queste tre immagini (chicco, vita donata, servizio) il denominatore comune è la dedizione e non risulta molto difficile cogliervi la presenza della Croce. È infatti Gesù crocifisso la Gloria del Padre, Colui che dice fino in fondo la verità su Dio e ne illumina i lineamenti più profondi: un Dio (come leggevamo domenica scorsa) che ha tanto amato il mondo da dare tutto se stesso per questa umanità, senza lesinare nulla, senza trattenersi nulla, anzi donandovi la realtà più cara e preziosa: il Figlio!
“Dio si rivela in quello che costituisce l’aspetto più profondo della sua divinità e manifesta la sua gloria facendosi nostro servitore, lavando i piedi alle sue creature….  Dio dunque non si manifesta nel tener per sé ciò che gli appartiene, ma nell’abbandonarlo”, ( Von Balthasar)  nel donarlo, condividerlo, offrirlo!
 
Ecco perché la Chiesa ogni anno nella settimana santa (si chiama così perché dobbiamo  viverla da santi!) e soprattutto nel Triduo sacro ci fa “vedere Gesù” che progressivamente diventa Gloria di Dio, cioè manifestazione del Padre, oggetto della nostra fede e del nostro amore. Quali distanze siderali separano una tale visione di Dio da quella di qualunque altra religione: un Dio così NON si è mai visto e NON si sarebbe visto mai, se il Figlio non lo avesse rivelato!
Con gli occhi fissi sul Crocifisso e in ginocchio di fronte a tanta dedizione, restiamo in adorazione silenziosa e riconoscente e con tutta la forza del nostro cuore gli chiediamo di vedere il suo volto, di conoscere Lui, di  entrare in comunione di vita con Lui.
“Questa è la vita eterna (il Paradiso): conoscere Te e Colui che hai mandato!”; ma allora cercare Gesù, fare di tutto per scoprirne i lineamenti, entrare in intimità con Lui è già vivere il Paradiso!
“Non cercare i giovani, la gente, non dannarti l’anima per ammassare folle… Cerca Gesù e vedrai che i giovani, la gente verrà!” (Van Thuan)
 
Per la tua riflessione:
Ø         La strada maestra per vedere Gesù è iniziare a imitarlo: nella sua obbedienza, pazienza, preghiera, bontà, perdono, accoglienza…
Ø         Qual è il punto in cui ti senti meno in sintonia con l’imitazione di Gesù?
Ø         Conosci la sua volontà, la cerchi, tenti di realizzarla?
 
don Gianni Ghiglione
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