«Il pericolo è diventare insipidi. Quando questo capita? Quando si fa perdere al Vangelo il suo sapore, la sua integrità, la sua forza dirompente». L'omelia della Domenica scritta da don Gianni Ghiglione.
0. Il capitolo 5 del Vangelo di Matteo si apre con le famose BEATITUDINI, il proclama di Gesù per coloro che vorranno seguirlo. È il manifesto della gioia, della felicità di Dio e dei suoi discepoli. Per 9 volte si ripete la parola “felici”, beati! Non ho il tempo di commentare le 9 beatitudini: mi hanno fatto capire quanto Dio ci voglia come Lui, felici, perché FELICITA’ è uno dei nomi di Dio!!!
Il Vangelo di questa domenica continua lo stesso discorso: è un brano ricco di immagini (sale, luce, città sul monte, la lampada…). Mi fermerò solo sulle due immagini più note:
1. Voi siete il sale della terra! “La legge di Dio è come il sale e il mondo non può stare senza sale” ripetevano i rabbini. Sono molte le funzioni del sale: vediamole e applichiamole ai discepoli di Gesù.
Il pericolo è diventare insipidi. Quando questo capita? Quando si fa perdere al Vangelo il suo sapore, la sua integrità, la sua forza dirompente. Quando lo si annacqua, lo si ammorbidisce. Negli anni della contestazione ricordo che girava uno slogan: “Non si giudica il Vangelo, ci si lascia giudicare dal Vangelo!”.
2. Voi siete la luce del mondo! Il tema della luce è uno dei più frequenti nel nuovo Testamento, soprattutto nel Vangelo di Giovanni
È ancora l’apostolo Giovanni che nella sua prima lettera scrive:
Chi pretende di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre.
Chi ama suo fratello rimane nella luce e non corre pericolo di inciampare.
Chi odia suo fratello vive nelle tenebre e cammina nel buio
Poco oltre la parola luce è sostituita con la parola vita:
Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita (dalle tenebre alla luce) se amiamo i nostri fratelli.
Ed è quanto ci dice la prima lettura, stupenda, tratta dal profeta Isaia: leggila con calma
Così dice il Signore: “Dividi il pane con l'affamato,
introduci in casa i miseri, senza tetto,
vesti uno che vedi nudo,
senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne.
Allora la tua luce sorgerà come l'aurora,
la tua ferita si rimarginerà presto.
Davanti a te camminerà la tua giustizia,
la gloria del Signore ti seguirà.
Allora lo invocherai e il Signore ti risponderà;
implorerai aiuto ed egli dirà: "Eccomi!".
Se toglierai di mezzo a te l'oppressione,
il puntare il dito e il parlare empio,
se offrirai il pane all'affamato,
se sazierai chi è digiuno,
allora brillerà fra le tenebre la tua luce,
la tua tenebra sarà come il meriggio.
Ecco quanto questa parola ha suggerito al mio cuore:
don Gianni Ghiglione
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