WORK IN PROGRESS 03-04 da Giovani per i Giovani

Eccoci di nuovo alle prese con gli 8 obiettivi del Millennio che stiamo cercando di approfondire uno dopo l'altro. Ci eravamo lasciati lo scorso numero con l'approfondimento del primo e del secondo obiettivo e siamo così arrivati al terzo e al quarto.

WORK IN PROGRESS 03-04 da Giovani per i Giovani

da GxG Magazine

del 18 aprile 2007

“Obiettivo 3: Promuovere l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne.

Traguardo: Eliminare la disuguaglianza di genere nell’istruzione primaria e secondaria entro il 2005 e a tutti i livelli di istruzione entro il 2015.

 

Questo obiettivo prevede un impegno da parte degli stati che hanno sottoscritto la Dichiarazione del Millennio a promuovere l’uguaglianza di genere all’interno di tutti i paesi del mondo. In particolare questa uguaglianza può essere raggiunta solamente cercando di riscattare la figura della donna che viene troppo spesso discriminata, sfruttata e emarginata.

 

UN OBIETTIVO UN PO’ PARTICOLARE

Questo obiettivo ha una caratteristica e una importanza particolare che gli dà rilievo all’interno dell’intero progetto. Infatti esso si collega trasversalmente a tutti gli altri: al primo, poiché le donne sono le maggiori protagoniste del problema della povertà; al secondo in quanto uno dei punti che si intendono raggiungere nel mondo dell’istruzione è proprio quello di garantire l’uguaglianza di genere al suo interno; l’istruzione avrebbe anche l’importante ruolo di dare alla donna un’ulteriore possibilità di emancipazione. Inoltre è rilevante la relazione tra donne e ambiente e l’importanza che viene necessariamente riservata alle donne per il raggiungimento degli obiettivi legati alla riduzione della mortalità infantile e alla lotta contro l’AIDS, che ritroveremo più avanti nei prossimi obiettivi.

 

LA SITUAZIONE

In moltissimi paesi del mondo, per motivi diversi (culturali, sociali, economici, religiosi), le donne sono tenute a sottostare alla volontà degli uomini e ciò impedisce loro di condurre una vita dignitosa, libera e di realizzarsi pienamente. La discriminazione non porta solo ad una peggiore condizione di vita generale, ma molto spesso, a causa dell’abbandono parentale, riduce di molto anche la stessa possibilità di sopravvivenza delle bambine rispetto ai bambini.

Riducendo le donne a questa situazione di discriminazione e sottomissione, si perdono di vista le numerose potenzialità che il genere femminile può apportare in numerosissimi campi, in particolare nel benessere delle famiglie che si andrebbe automaticamente a riflettere sull’intera società. Una conseguenza molto rilevante del raggiungimento di questo obiettivo sarebbe una più rapida crescita economica. Ne è un esempio il successo delle iniziative di micro-credito, avviate in molti paesi del terzo mondo da Muhammad Yunus (premio Nobel per la pace nel 2006), che hanno visto coinvolte principalmente le donne.

 

LA DONNA…UNA MARCIA IN PIU’!

Favorire la possibilità della donna di poter ricoprire ruoli e svolgere funzioni nella società al pari dell’uomo, può essere estremamente positivo e arricchente. Questo grazie al fatto che le donne tendono ad adottare un tipo di pensiero diverso da quello dell’uomo, che viene chiamato “pensiero divergente”. Si tratta di un’attitudine propria delle donne caratterizzata da una spiccata tendenza all’intuizione e alla creatività; un modo di vedere i problemi in maniera più ampia e di risolverli attraverso una riflessione e una ricerca più approfondita, una capacità maggiore di gestire la complessità, una maggiore tendenza ad adottare una prospettiva relazionale del mondo e infine una spiccata propensione all’empatia e alla compassione.

 

Troppo poco si è fatto per risolvere la situazione problematica della donna negli ultimi decenni e spesso il problema viene ignorato o rimane latente: le probabilità di un insuccesso di questo obiettivo sono molto alte e soprattutto nei paesi in via di sviluppo.

 

“Obiettivo 4: ridurre la mortalità infantile.

 Traguardo:ridurre di due terzi il tasso di mortalità infantile al di sotto dei cinque anni d’età.

 

Non c’è bisogno di aggiungere altro…l’obiettivo parla chiaro! La finalità di questo quarto obiettivo è molto semplice e diretta: si vuole cercare di ridurre drasticamente il numero di bambini che al giorno d’oggi muoiono prima del compimento del quinto anno d’età. Diverse sono le cause di questo disagio che, come vedremo più avanti, è molto vasto e anche difficile da risolvere: la fame, le malattie, i servizi sanitari scarsi, la disponibilità limitata di acqua potabile, la mancanza di istruzione e informazione, lo sfruttamento minorile, le guerre,…

 

DA DOVE PARTIRE PER CAMBIARE LA SITUAZIONE

L’università di Bristol, insieme alla London School of Economics, ha individuato 7 aree critiche che influiscono sul problema della mortalità infantile e dalle quali partire per lavorare alla sua risoluzione:

§              ALIMENTAZIONE: è fondamentale per il sostentamento soprattutto in momenti critici della vita come quello della crescita; sono circa 90 milioni i bambini malnutriti nel mondo;

§              DISPONIBILITA’ DI ACQUA POTABILE: anch’essa al pari del cibo ricopre un ruolo importantissimo; sono 500 i milioni di bambini che non vi hanno accesso;

§              DISPONIBILITA’ DI SERVIZI IGIENICI:  buone condizioni igieniche dell’ambiente impedirebbero il diffondersi di malattie; 400 milioni di bambini non vivono in un ambiente con queste caratteristiche;

§              SALUTE: tra le cause più frequenti della mortalità infantile c’è propria quella delle malattie; in paesi provati dalle carestie, dalla fame e dalla povertà si muore anche di malattie banali che si potrebbero evitare con vaccinazioni e ben 270 milioni di bambini non hanno questa preziosa opportunità;

§              ALLOGGIO: sono 640 i milioni di bambini che vivono abbandonati a se stessi e molto spesso costretti a stare per strada;

§              ISTRUZIONE: l’istruzione è un’importante risorsa che può fornire gli strumenti adatti per migliorare le condizioni di vita delle famiglie, ma purtroppo ben 140 milioni di bambini non ne hanno accesso;

§              INFORMAZIONE: 300 milioni di bambini non hanno accesso ai sistemi di comunicazione come la TV, la radio e la stampa che noi spesso diamo per scontato.

 

QUEL CHE E’STATO FATTO…E’ TROPPO POCO!

Negli ultimi decenni ci sono stati importanti progressi in materia di mortalità infantile, ma purtroppo non sono sufficienti. La situazione rimane catastrofica: ogni anno sono oltre 11 milioni i bambini che muoiono ancor prima di compiere 5 anni. Tra il 1960 e il 1990 il tasso di mortalità si è quasi dimezzato, ma purtroppo troppo poco è cambiato nei paesi in via di sviluppo: il tasso si è ridotto solamente dell’11%. Secondo l’UNICEF sono solamente 90 i paesi che sono sulla buona strada per raggiungere questo quarto obiettivo entro il 2015, ma sono ben 98 quelli che non ce la faranno. Si prevede che la mortalità entro il 2015 si ridurrà solo del 25%. Occorre investire di più nei servizi sanitari, nelle infrastrutture, nell’educazione e nelle vaccinazioni. Importantissima è anche l’attenzione che deve essere riservata alla condizione della donna perché siano possibili ulteriori progressi; è necessario investire sulla formazione delle madri per aiutarle a diventare agente attivo nella lotta alla mortalità. Attraverso la formazione è possibile promuovere l’allattamento al seno, l’adozione di comportamenti corretti nell’alimentazione e la cura dei propri bambini necessaria per la loro sopravvivenza, crescita e sviluppo.

Quel che è certo è che bisogna fare molto di più di quanto si stia facendo ora poiché questo quarto obiettivo rischia seriamente di non essere raggiunto.

Cristina Nanti

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