Don Bosco conobbe, venerò ed ebbe familiari relazioni con due Papi del suo tempo: Pio 9° (1846-1878) e Leone 13° (1878-1903). Alcuni episodi rivelano quanto fosse grande la devozione del Santo per il Vicario di Cristo.
Niente Monsignore
Quando, nel 1858, don Bosco si recò la prima volta a Roma a conferire con Pio 9° per la fondazione della Società Salesiana, il Santo Padre, per dargli un pegno della sua stima e del suo affetto, aveva pensato di nominarlo suo Cameriere Segreto, ossia Monsignore.
E don Bosco, che non aveva mai ambito onori, modestamente ringraziò, soggiungendo spiritosamente:
- Santità, che bella figura farei io quando comparissi in mezzo ai miei ragazzi vestito da Monsignore! I miei figli non mi riconoscerebbero più; non oserebbero avvicinarmi, e tirarmi da una parte e dall'altra come fanno adesso. E poi, la gente mi crederebbe ricco e... addio elemosine. I miei poveri giovani ne avrebbero a morir di fame, e le mie opere a perire. Oh, quant'è meglio che resti sempre il povero don Bosco!
Il Papa ammirò l'umiltà così graziosa di lui, e lo prese in specialissima confidenza e familiarità.
Sotto il piede del Papa
Nella settimana Santa del 1858, il Papa lo volle presso di sé in tutte le funzioni della Basilica di San Pietro, e la Domenica di Pasqua, 4 aprile, essendosi il Santo portato con un Cardinale sulla loggia di San Pietro, dove il Papa si sarebbe recato a benedire il popolo di Roma, mentre stava osservando estatico quello spettacolo di oltre 200 mila persone, ecco arrivargli alle spalle la sedia gestatoria su cui era portato il Papa.
Non potendo più ritirarsi da alcun lato, si volse di fianco, e la punta del piede del Santo Pontefice si posò sulla sua spalla.
Due giorni dopo, ritornato all'udienza, il Papa, appena lo vide, gli disse con apparente serietà:
- Reverendo, dove vi siete andato a cacciare il giorno di Pasqua, durante la Benedizione papale? Lì, dinanzi al Papa. E quasi con le spalle sotto il suo piede!... Come se il Papa avesse bisogno di esser sostenuto da don Bosco.
- Santità - rispose don Bosco - fui colpito all'improvviso!... chiedo venia se...
- E aggiungete ancora l'affronto col chiedere se mi avete offeso?!
Il povero don Bosco lo guardò con aria così confusa che ci volle tutta la serietà di Pio 9° per non scoppiar a ridere.
Tre Papi debitori
In un'altra udienza avuta da Pio 9°, don Bosco vi si recò portando una lunga lista di favori spirituali che desiderava ottenere per la Società Salesiana. Alcuni erano talmente importanti, che egli non osava quasi sperare.
A un certo punto, il discorso venne sull'attaccamento di don Bosco e dei suoi Salesiani alla Santa Sede e al Papa in particolare; e il Pontefice esclamò con enfasi:
- Caro don Bosco, lo so! Tre Papi sono a voi debitori! Ne avete difeso la fama oltraggiata con la vostra Storia d'Italia, con la Storia Ecclesiastica e con le Letture Cattoliche. Tre Papi, capite, vi sono debitori!
Il Santo, pigliata la palla al balzo, alzò gli occhi al Santo Padre, e argutamente soggiunse:
- Non solo i passati, ma anche i presenti!
- Ho capito! avete qualche cosa da chiedere? Allora don Bosco tirò fuori e presentò la supplica ed il Papa, esaminatala, gli concesse tutti i favori che desiderava dicendo:
- Così il Papa presente paga i suoi debiti.
Le 300 volpi...
Nell'udienza che don Bosco ebbe dal Papa Pio 9° il 19 gennaio 1867 poté costatare quanta fosse la familiarità con la quale questo Papa lo trattava.
Caduto il discorso sulle tristi condizioni nelle quali i settari avevano ridotto la Chiesa, il Papa chiese a don Bosco:
- E in quanto all'amnistia che abbiamo concesso ai condannati politici, che cosa ne dite?
Il Santo, ben prevedendo i gravi avvenimenti che sarebbero succeduti, esitava a rispondere; ma il Papa soggiunse insistendo:
- Su, su, dite pur liberamente il vostro pensiero.
- Vostra Santità - rispose don Bosco - con quel tratto di sovrana clemenza pare che abbia fatto come Sansone quando catturò le 300 volpi e poi le lasciò andare in libertà. Esse corsero ovunque, a portarvi l'incendio e la distruzione.
- Bene, bene, avete indovinato! - esclamò il Pontefice. E poi soggiunse: - Noi ci siamo ingannati! Si ammansiscono e si addomesticano le bestie feroci, ma le «volpi perdono il pelo, ma non il vizio».
La voce del cielo al Pastore dei Pastori
L'8 dicembre 1869 Pio 9° aprì ufficialmente il Concilio Vaticano 1°, voluto dal Papa allo scopo di esporre chiaramente la dottrina cattolica in serrato confronto con gli errori moderni e per definire dogma di fede la prerogativa della «infallibilità» del Papa.
Ma i tempi, per lo stato della Chiesa, volgevano tristi. La guerra tra la Francia e la Prussia era nell'aria e la sopravvivenza medesima dello stato pontificio, difesa strenuamente dal governo del Papa, era in serio pericolo.
Si comprende l'ansia di Pio 9° nel tentativo di conoscere «i segni dei tempi» che coinvolgevano con il potere temporale i destini della Chiesa medesima.
Fu detto e scritto che il Papa interrogò personalmente don Bosco, le cui ispirazioni profetiche erano divulgate, nei due lunghi colloqui privati che gli concesse nell'udienza dell'8 e del 12 febbraio. Le precedenti edizioni di questo libro riportavano anche le battute drammatiche del dialogo tra don Bosco e il Papa. In realtà questi parlò delle speranze che riponeva nel Concilio e chiese al Santo di diffondere tra il popolo, con la collana di Letture cattoliche, la dottrina sulla infallibilità del Papa. Gli chiese anche qualche previsione sul futuro del Concilio e della Chiesa?
In una successiva udienza (12 febbraio) don Bosco consegnò al Papa alcune pagine di «previsioni sull'avvenire».
L'esposizione (di cui si conserva l'autografo di don Bosco) ha uno stile immaginoso, simbolico, nel quale le previsioni s'intrecciano alle invettive, agli appelli sovente misteriosi e confusi.
«...Ora la voce del cielo è al Pastore dei Pastori. Tu sei nella gran Conferenza con i tuoi Assessori (allusione al Concilio e ai Padri conciliari, in numero di 700, venuti da tutto il mondo). Ma il nemico del bene studia e pratica tutte le arti contro di te. Seminerà discordie tra i suoi Assessori. Susciterà nemici tra i figli miei. Le potenze del secolo vomiteranno fuoco e vorrebbero che le parole fossero soffocate in gola ai Custodi della mia legge. Ciò non sarà. Tu accelera; se non si sciolgono le difficoltà, siano stroncate. Se sarai nelle angustie, non arrestarti, ma continua finché sia troncato il capo dell'Idra dell'errore. Questo colpo farà tremare la terra e l'inferno. Ma il mondo sarà assicurato e tutti i buoni esulteranno...
«...I giorni corrono veloci, gli anni si avanzano al numero stabilito. Ma la Gran Regina sarà sempre il tuo aiuto, e come nei tempi passati, così per l'avvenire sarà sempre grande e potente aiuto della Chiesa».
Anche del Papa, poche righe più avanti, si dice testualmente: «Ora egli è vecchio, cadente, inerme; spogliato di tutto, tuttavia, con la schiava parola, fa tremare il mondo».
Questo è tutto quanto don Bosco predisse sul Concilio e sul futuro del Papa. Lo sviluppo storico ha confermato quanto quella visione liberatoria, ma per il momento impietosa, fosse nell'ordine delle cose disposte dalla Provvidenza, per i suoi misteriosi fini.
Sorpasserà gli anni di San Pietro
Dal seguente aneddoto, appare sempre meglio come Pio 9° ricambiasse l'amore che don Bosco e i Salesiani nutrivano per lui e per la Sede Apostolica, e quanto fosse squisita la bontà di questo Papa.
Nel febbraio del 1869, recatosi don Bosco nuovamente dal Papa, questi l'accolse con le lacrime agli occhi e gli disse:
- Caro don Bosco, io sono vecchio; da un momento all'altro posso mancare; se avete qualche cosa da chiedere per la vostra Congregazione, fate presto.
Il Santo con la sua tranquillità e sicurezza abituale, guardando amorosamente il Pontefice, rispose in tono profetico:
- Santo Padre, il Signore vi serba ancora a grandi cose, e a fare del gran bene per la Chiesa.
- Eh!... - soggiunse Pio 9° - manca solo un anno e mezzo all'età del pontificato di San Pietro.
- E voi, Santità, lo sorpasserete.
- Che dite mai? Non è mai capitato.
- Ebbene, io dico a Vostra Santità che, non solo vedrà i giorni e gli anni del Pontificato di san Pietro, ma altri ancora.
La profezia si avverò.
La merenda del Papa
In quella stessa udienza, Pio 9°, per dimostrare a don Bosco tutta la paterna bontà che nutriva per lui e per i suoi figli, dopo avergli detto: «Vi concedo tutte le facoltà possibili», concluse:
- Ma voi avete ancora da chiedermi qualche cosa. Don Bosco rimase alquanto sospeso, e il Papa continuò:
- Sì, sì, voi desiderate ancora qualche cosa da me.
- Santità, dopo la vostra Benedizione, che potrei ancora desiderare?
- E come! Non desiderate fare stare allegri i vostri giovani quando sarete ritornato in mezzo a loro?
- Santità, questo sì!
- Dunque, aspettate!
Aperto lo scrigno, ne trasse un bel rotolo di monete d'oro, e, senza neppure contarle, le pose in mano al Santo dicendo:
- Prendete, e date loro una buona merenda a mio nome.
Così fu fatto, e quella merenda fu chiamata «La merenda del Papa».
Predice il nuovo Papa
Morto Pio 9°, si stava preparando il Conclave per l'elezione del nuovo Pontefice.
Don Bosco che aveva trattato con Francesco Crispi in merito al luogo ove si sarebbe potuto tenere un libero Conclave, in uno di quei giorni si aggirava in Vaticano, quand'ecco si imbatté in un Cardinale che non aveva mai veduto. Chi gli faceva da guida gli disse:
- Ecco qui l'Eminentissimo Pecci.
Don Bosco mira in faccia il Porporato, poi l'avvicina, e con accento filiale gli dice:
- Vostra Eminenza mi permetterà che le baci la mano.
- Chi è lei, che si appressa così franco e disinvolto?
- Io sono un povero prete, che ora bacia la mano a vostra Eminenza, pregando con ferma speranza che, fra pochi giorni, le possa baciare il sacro piede.
- Badate a quello che fate! anzi vi proibisco di pregare a tale scopo.
- Ella non può proibirmi di chiedere a Dio quello che a lui piace.
- Se voi pregate per questo fine, vi minaccio la censura.
- Eminenza, ella non ha la potestà di infliggere censure; quando l'abbia, saprò rispettarla.
- Ma chi è lei che mi parla così autorevolmente?
- Io sono don Bosco.
- Per carità, tacete! È tempo di lavorare, non di burlare.
- Niente burla... ma verità - conchiuse Don Bosco sorridendo.
E che fosse verità lo dimostrò il fatto che il Cardinale Gioacchino Pecci, pochi giorni dopo, era il nuovo Papa Leone 13°.
Incontrandosi poi con don Bosco andava ripetendo:
- Voi foste il primo a salutarmi Papa, ed io sarò il primo vostro cooperatore Salesiano.
Il Conclave si terrà a Roma
Nel febbraio del 1878, incaricato dalla Santa Sede di saggiare le intenzioni del Governo circa il prossimo Conclave, chiese udienza a Francesco Crispi, Primo Ministro; e vedendo che Crispi tentennava, francamente gli dichiarò:
- A nome del Sacro Collegio, chiedo una risposta pronta e categorica, perché, in ogni caso, il Conclave verrà tenuto, magari a Trieste (a quel tempo sotto l'Austria) o ad Avignone (Francia).
Crispi, colpito da quella fermezza, e pensando che il Governo avrebbe avuto tutto l'interesse che il Papa fosse eletto a Roma, si alzò e tese la mano al Santo dicendogli:
- Assicuri da parte mia i Cardinali, che il Governo rispetterà e farà rispettare il Conclave e che l'ordine pubblico non sarà minimamente turbato.
Don Bosco s'affrettò a portare la notizia in Vaticano, e la Segreteria di stato si congratulò con lui per il buon esito della trattativa.
Questa franchezza di carattere e fermezza di idee procurò sempre a don Bosco ammirazione e benevolenza.
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