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18. Un terribile crollo nella notte

Era circa la mezzanotte. Tutti eravamo a riposare. Ed ecco: si ode un rumore violento, che si fa di momento in momento più intenso e spaventoso. Ognuno si sveglia e, non sapendo co¬≠sa stia capitando, pieno di terrore si avvolge nelle coperte o nelle lenzuola e esce dal dormitorio.


18. Un terribile crollo nella notte

da Don Bosco

del 09 maggio 2011

 

Il diluvio sui muri freschi     La nuova chiesa di San Francesco di Sales con la sua sacre­stia e il suo campanile era proprio ciò che ci voleva per le cele­brazioni festive dei ragazzi. Era anche un ottimo luogo per le scuole serali e diurne. Ma rimaneva un altro problema da risol­vere: dove ospitare tutti i ragazzi poveri che ogni giorno mi chie­devano di accettarli come interni? Il problema era aggravato dal fatto che lo scoppio della polveriera, avvenuto un anno prima, aveva mezzo rovinato la casa comprata da Pinardi.     In quel momento di necessità urgente presi la decisione di costruire un nuovo fabbricato. Per continuare a utilizzare i vecchi locali, si cominciò a costruire il nuovo braccio come un prolun­gamento della casa Pinardi. (È il tratto che, dalla scala che ora é al centro della casa, va fino alle « camerette di don Bosco »). Si era in autunno inoltrato, ma i lavori procedettero con mol­ta sveltezza, e presto si giunse al tetto. Erano già state collocate al loro posto le travi del tetto, i listelli erano stati inchiodati, le tegole erano ammucchiate sulle travi e stavano per essere col­locate, quando un violento acquazzone fece interrompere i la­vori. L'acqua diluviò più giorni e più notti, e scorrendo e co­lando rose la calcina fresca, lasciando le mura di soli mattoni e ciottoli lavati. Ognuno fugge senza sapere dove va     Era circa la mezzanotte. Tutti eravamo a riposare. Ed ecco: si ode un rumore violento, che si fa di momento in momento più intenso e spaventoso. Ognuno si sveglia e, non sapendo co­sa stia capitando, pieno di terrore si avvolge nelle coperte o nelle lenzuola e esce dal dormitorio. Nella confusione, ognuno fugge senza sapere dove, solo con il desiderio di allontanarsi dal pericolo che incombe. Cresce il disordine, il fracasso. L'arma­tura del tetto, le tegole, i muri cadono rovinosamente, con im­menso disastro.     La nuova costruzione poggiava contro il muro dell'edificio basso e vecchio, e c'era pericolo che tutti rimanessero schiac­ciati sotto le rovine cadenti. Ma non ci fu nessuna disgrazia per­sonale, al di fuori di quell'orrendo frastuono che tanto ci spa­ventò.     Arrivato il mattino, giunse una commissione di ingegneri in­viati dal Municipio per un sopralluogo. Il cavalier Gabbetti, ve­dendo un alto pilastro che era stato scalzato dalla sua base e pendeva sopra un dormitorio, esclamò:- Andate pure a ringraziare la Madonna Consolata. Quel pilastro si regge per miracolo. Se fosse caduto avrebbe sepolto sotto le rovine don Bosco e i trenta ragazzi che dormivano nel camerone sottostante.I lavori erano a carico dell'impresa, e chi ricevette maggior danno fu il capomastro. Il danno nostro fu valutato in lire 10 mila. Il fatto avvenne alla mezzanotte del 2 dicembre 1852.     In mezzo agli avvenimenti tristi che accompagnano la vita umana, c'è sempre la mano del buon Dio che mitiga le nostre sventure. Se quel disastro fosse capitato due ore prima, avreb­be sepolto gli allievi delle scuole serali. Queste terminavano al­le dieci, e gli alunni, quando uscivano dalle classi, scorrazzava­no per oltre mezz'ora sotto le volte dell'edificio in costruzione. Erano circa trecento. Il disastro iniziò un paio d'ore dopo che se n'erano andati. E adesso, che fare?     La stagione era molto inoltrata. Non si poteva né terminare né ricominciare i lavori. Cosa fare per risolvere la nostra situa­zione? Dove alloggiare tanti ragazzi in una casa piccola e mez­zo rovinata?     Abbiamo fatto di necessità virtù. Rafforzammo i muri del­l'antica cappella-tettoia e la trasformammo in dormitorio. Le scuole le trasferimmo nella chiesa nuova, che cominciò ad esse­re chiesa nei giorni festivi, e collegio nel resto della settimana. In quell'anno fu pure costruito il campanile che fiancheg­gia la chiesa di san Francesco di Sales. Il signor Michele Scan­nagatti, nostro benefattore, ci regalò tutti i candelieri dell'alta­re maggiore, che formano ancor oggi uno degli ornamenti più belli di questa chiesa.

 

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