Don Filippo ci aggiorna sulla missione che sta portando avanti in Etiopia in questo periodo in cui in missione fa caldissimo.
Carissimi amici, come state?
Spero bene, qui è scoppiata l’estate, cioè il periodo più caldo dell’anno, temperature fisse ormai da giorni sopra i 40°, una luuuuuunga quaresima che ci porterà alla Pasqua, quest’anno faremo Pasqua insieme il 31 marzo, anche se per la Chiesa Cristiana Ortodossa qui in Etiopia, che è la maggioranza, sarà il 5 maggio, una bella differenza.
Siamo a febbraio e tutte le scuole del paese fanno un periodo di vacanza di circa due settimane, tra il primo e secondo semestre, qui non ci sono le vacanze di Natale. Anche la nostra missione respira un po', con la pausa dei nostri 5 asili e della nostra libreria. Tutti ne approfittano per andare al fiume, distante circa 7 km da Lare per raccogliere il granoturco che avevano seminato tre mesi fa, sulle rive del fiume.
L’oratorio pomeridiano è sempre aperto anche se in questo periodo ci sono le competizioni tra i vari villaggi organizzati dal governo, sfide a calcio, pallavolo e basket, quest’anno si svolgono nella città di Gambella, per cui ci sono solo i piccoli.
Continuano molto bene le attività della parrocchia, abbiamo appena completato le visite alle varie famiglie, quasi 150 famiglie. In questo periodo le richieste dalle famiglie sono soprattutto per il cibo, per chi non riesce a coltivarlo al fiume oppure ha qualche altro problema. Ogni settimana cerchiamo di aiutare quattro/cinque famiglie in difficoltà con del granoturco per fare la polenta, oppure con un aiuto per la salute, per pagare la visita all’ospedale o per comprare le medicine...pochi hanno dei soldi in tasca e allora vengono alla missione.
Per tutti comunque cerchiamo di dare un momento di ascolto, di dialogo, di comprensione delle difficoltà, di aiuto e sostegno se possiamo.
Questo ci ricorda sempre che siamo qui non solo per portare qualche cosa, qualche aiuto, ma soprattutto per condividere la vita, le difficoltà e aiutare ad avere fiducia in se stessi, a pensare con speranza al proprio domani, prima di tutto parlandone, condividendo, sentendo che a qualcuno importa della loro vita. Poi, piano piano, si cerca di fare dei passi insieme. Alle volte è semplice e alle volte è molto complicato e ci vuole tanta preghiera.
Abbiamo iniziato dopo Natale la domenica la Grande Catechesi, siamo in tre che affrontiamo vari temi, legati insieme con il filo conduttore dei sette segni nel Vangelo di Giovanni, un’appassione cammino di fede, trasformando l’omelia in un bel incontro interattivo.
Anche le attività nelle varie cappelle continuano, soprattutto adesso che possiamo visitarle tutte, Gok, Kubri e TiaJiak, Pilual e la nuova, Qua Nual, con le catechesi e la Messa al sabato o alla domenica.
Nel mese di gennaio e inizio febbraio abbiamo avuto degli contri tra nuer e anyuak, le strade erano bloccate e ci sono stati vari morti tra le due parti. La scorsa settimana è intervenuto l’esercito per dividere le due parti e iniziare un cammino di riconciliazione e pace fra le due etnie, e soprattutto rendere sicure le strade. Le tensioni sono subito scemate e speriamo che possa continuare così per assicurare almeno la pace in questi territori.
A fine gennaio abbiamo festeggiato don Bosco, soprattutto dai salesiani a Gambella e nella parrocchia di Itang dedicata a don Bosco. Non abbiamo potuto fare molto a Itang per le tensioni che c’erano in quei giorni, ma almeno la santa Messa e un veloce pranzo siamo riusciti a farlo.
È iniziata la quaresima e il primo inivito è di pregare di più, per noi, per la pace, perché chi ha subito una perdita trovi sollievo anche qui a Gambella, il secondo invito è di spostare il baricentro della nostra vita da noi stessi a Dio e agli altri, avendo un pensiero per Dio e per gli altri.
Da qui vi ricordiamo tutti volentieri e preghiamo per voi.
Grazie e a presto.
Abba filippo
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