Credo la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen. Il Credo, come pure l'ultimo libro della Sacra Scrittura, termina con la parola ebraica Amen. Anche la Chiesa termina le sue preghiere con «Amen». fedeltà. L'«Amen» può esprimere tanto la fedeltà di Dio verso di noi quanto la nostra fiducia in lui.
CREDO LA REMISSIONE DEI PECCATI
Il potere di perdonare è stato conferito da Gesù ai suoi discepoli (Gv 20,22-23).
Il Battesimo è il primo e principale sacramento per il perdono dei peccati: ci unisce a Cristo morto e risorto e ci dona lo Spirito Santo. Secondo la volontà di Cristo, la Chiesa possiede il potere di perdonare i peccati dei battezzati e lo esercita per mezzo dei vescovi e dei sacerdoti normalmente nel sacramento della Penitenza.
«I sacerdoti e i sacramenti sono gli strumenti per il perdono dei peccati; strumenti per mezzo dei quali Gesù Cristo, autore e dispensatore della salvezza, opera in noi la remissione dei peccati e genera la grazia» (CCC 985-897).
CREDO LA RESURREZIONE DELLA CARNE
Noi fermamente crediamo e fermamente speriamo che, come Cristo è veramente risorto dai morti e vive per sempre, così pure i giusti, dopo la loro morte, vivranno per sempre con Cristo risorto.
Il termine «carne» designa l'uomo nella sua condizione di debolezza e di mortalità. La «risurrezione della carne» significa che, dopo la morte, non ci sarà soltanto la vita dell'anima immortale, ma che anche i nostri «corpi mortali» (Rm 8,11) riprenderanno vita. Ma c'è di più. Gesù lega la fede nella risurrezione alla sua stessa Persona: «Io sono la Risurrezione e la Vita» (Gv 11,25).
Come risuscitano i morti? Che cosa significa «risuscitare»? Che Dio restituirà definitivamente la vita incorruttibile ai nostri corpi riunendoli alle nostre anime, in forza della Risurrezione di Gesù.
Chi risusciterà? Tutti gli uomini che sono morti: «quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna» (Gv 5,29).
Come? In un corpo glorioso.
Modo: Il «come» supera le possibilità della nostra immaginazione: è accessibile solo nella fede.
Quando? Definitivamente nell’ultimo giorno.
Per un certo aspetto, siamo già risuscitati con Cristo mediante il battesimo. Nell'attesa di quel giorno, il corpo e l'anima del credente già partecipano alla dignità di essere «in Cristo»; di qui l'esigenza di rispetto verso il proprio corpo, ma anche verso quello degli altri.
La morte
È il termine della vita terrena: il far memoria della nostra mortalità serve anche a ricordarci che abbiamo soltanto un tempo limitato per realizzare la nostra esistenza. È conseguenza del peccato: l’uomo ne sarebbe stato esentato se non avesse peccato. È trasformato da Cristo: l’obbedienza di Gesù ha trasformato la maledizione della morte in benedizione.
Il senso della morte cristiana: grazie a Cristo, la morte ha un senso positivo. La morte fisica consuma il morire con Cristo e compie così la nostra incorporazione a lui nel suo sto redentore.
CREDO LA VITA ETERNA
Per il cristiano, che unisce la propria morte a quella di Gesù, la morte è come un andare verso di lui ed entrare nella vita eterna.
Giudizio particolare: Il Nuovo Testamento parla del giudizio finale, ma afferma anche l'immediata retribuzione. La parabola del povero Lazzaro e la parola detta da Cristo in croce al buon ladrone parlano di una sorte ultima dell'anima che può essere diversa per le une e per le altre.
Cielo: Coloro che muoiono nella grazia e nell'amicizia di Dio e che sono perfettamente purificati, vivono per sempre con Cristo.
Purgatorio: coloro che muoiono imperfettamente purificati vengono sottoposti a una purificazione. La Chiesa chiama “purgatorio” questa purificazione finale. La Tradizione della Chiesa, rifacendosi a certi passi della Scrittura (1Cor 3,15), parla di un fuoco purificante.
Questo insegnamento poggia anche sulla pratica della preghiera per i defunti di cui la Sacra Scrittura già parla: «Perciò [Giuda Maccabeo] fece offrire il sacrificio espiatorio per i morti, perché fossero assolti dal peccato» (2 Mac 12,46). Fin dai primi tempi, la Chiesa ha onorato la memoria dei defunti e ha offerto per loro suffragi, in particolare il sacrificio eucaristico, affinché, purificati, possano giungere alla visione beatifica di Dio. La Chiesa raccomanda anche le elemosine, le indulgenze e le opere di penitenza a favore dei defunti: Rechiamo loro soccorso e commemoriamoli. Se i figli di Giobbe sono stati purificati dal sacrificio del loro padre, perché dovremmo dubitare che le nostre offerte per i morti portino loro qualche consolazione? Non esitiamo a soccorrere coloro che sono morti e ad offrire per loro le nostre preghiere (CCC 1032).
Inferno: suoi fratelli. Morire in peccato mortale senza essersene pentiti e senza accogliere l'amore misericordioso di Dio, significa rimanere separati per sempre da lui per una nostra libera scelta. Ed è questo stato che viene designato con la parola «inferno». Gesù parla ripetutamente della «Geenna». La Chiesa nel suo insegnamento afferma l'esistenza dell'inferno e la sua eternità. Le affermazioni della Sacra Scrittura e gli insegnamenti della Chiesa riguardanti l'inferno sono un appello alla responsabilità con la quale l'uomo deve usare la propria libertà.
Giudizio finale: Davanti a Cristo che è la Verità sarà definitivamente messa a nudo la verità sul rapporto di ogni uomo con Dio. Soltanto il Padre conosce l’ora e il giorno.
Cieli nuovi e terra nuova: Coloro che saranno uniti a Cristo formeranno la comunità dei redenti, la «Città santa» di Dio (Ap 21,2).
Amen
Il Credo, come pure l'ultimo libro della Sacra Scrittura, termina con la parola ebraica Amen. Anche la Chiesa termina le sue preghiere con «Amen». fedeltà. L'«Amen» può esprimere tanto la fedeltà di Dio verso di noi quanto la nostra fiducia in lui. L'«Amen» finale del Credo riprende quindi e conferma le due parole con cui inizia: «Io credo».
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