Don Filippo ci aggiorna sulla missione che sta portando avanti in Etiopia.
Carissimi amici, come state?
Spero bene. Dalle notizie che abbiamo vi abbiamo mandato anche quest’anno un po’ di “caldo africano”, speriamo che non duri molto, qui invece siamo in inverno, anche se sempre sui 30 gradi, le stagioni sono solo due, una stagione secca e una delle piogge e quando piove, piove davvero.
All’inizio di luglio ho trascorso una bella settimana di ritiro con i salesiani, nella città di Dilla, 600 km a sud di Addis Abeba, dove abbiamo una bella opera salesiana, con scuola, oratorio, parrocchia e tante altre attività. È stata una bella settimana di preghiera, silenzio, riposo, ripresa di forze interiori e fisiche.
Il mese di luglio a Gambella è stato molto difficile, era da qualche mese che c’erano tensioni tra le due etnie principali, gli anyuak e i nuer, e in questo periodo sono scoppiati violenti scontri armati, provocando molte vittime. Ci sono stati attacchi nella città di Gambella, molteplici scontri nei villaggi vicino al fiume Baro e attacchi agli autubus lungo la strada che da Lare porta a Gambella.
Complice il silenzio del governo di Gambella, gli scontri e le tensioni sono cresciute sempre di più.
Sono le due etnie di maggioranza, tra questi due popoli c’è sempre un po’ di tensione, senza mai arrivare ad uno scontro vero e proprio, che questa volta però sembra sia scoppiato.
Più volte i giovani dei vari villaggi nuer, compreso quello di Lare, si sono coalizzati per andare a combattere, come una chiamata cittadina alle armi. Al mattino venivano chiamati tutti quelli che potevano, portando con se armi, lance, bastoni e poi insieme si dirigevano verso la zona anyuak, che dista circa 30 km a piedi. Dopo qualche giorno ritornavano indietro.
Alla fine della scorsa settimana l’esercito ha preso in mano la situazione, cercando di mettere i soldati a protezione delle zone più vulnerabili sia da una parte che dall’altra e convocando i vari sindaci e il governatore di Gambella per chiedere spiegazione del loro silenzio.
Noi come Chiesa cerchiamo di proporre la vita della convivenza pacifica, già da qualche domenica abbiamo proposto a tutte le varie chiese di Gambella di pregare per la pace, di intervenire con i loro giovani per dissuaderli ad andare a combattere. Concretamente stiamo
aiutando i tanti feriti che sono ricoverati nei due ospedali di Gambella, in uno i feriti anyuak e in uno i feriti nuer, comprando loro le medicine e del cibo. Stiamo aiutando alcuni villaggi anyuak e nuer che sono stati attaccati con del cibo.
Il nostro Festival dei giovani che avevamo in programma i primi di agosto è stato sospeso, ma siamo riusciti e fare un mini meeting solo per gli etiopi dell’altopiano, delle parrocchi di Abobo e Shebo, che è andato molto bene.
Il nostro Vescovo è partito per accompagnare il gruppo di giovani che parteciperà alla Giornata Mondiale dei Giovani in Portogallo i primi di agosto. Purtroppo nessuno da Gambella.
Le attività che avevamo in programma qui a Lare per l’estate non sono ancora iniziate perche’ questa tensione, le preoccupazioni e le tristi notizie che continuano ad arrivare, non ci fanno iniziare con gioia nessuna attività.
Abbiamo concluso un piccolo progetto, ma molto prezioso, iniziato mesi fa, nel lontano villaggio di Akobo, proprio sul confine con il Sud Sudan, abbiamo fatto arrivare l’acqua da un pozzo che c’era già, fino alla nostra Chiesa che e’ nel centro del villaggio per tutte le persone.
Infine vi chiedo un ricordo e una grande preghiera per tutta la nostra gente perché Dio possa cambiare i cuori di chi sta combattendo, di chi sta creando tensioni e scontri e possiamo ritrovare al più presto la serenità e la pace in tutta la regione di Gambella.
Grazie e un saluto a tutti
Abba filippo
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