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A come amore: affrontare il conflitto

Dopo la fase idilliaca del fidanzamento, dove il partner “è O.K.”, “noi siamo O.K.” e tutto va benissimo, ogni coppia, “tornando sulla terra“, incontra prima o poi sul suo cammino qualche motivo di conflitto...


A come amore: affrontare il conflitto

da Quaderni Cannibali

del 26 giugno 2005

 Dopo la fase idilliaca del fidanzamento, dove il partner “è O.K.”, “noi siamo O.K.” e tutto va benissimo, ogni coppia, “tornando sulla terra“, incontra prima o poi sul suo cammino qualche motivo di conflitto.

Può essere perché il partner ha preso una decisione che riguarda entrambi senza consultare l’altro (es: uscire la sera con gli amici) o perché il suo comportamento diverge da abitudini, stile, aspettative e a volte dai valori dell’altro.

In ogni caso, nella coppia c’è aria di tempesta e quando si passa alla vita in comune queste perturbazioni meteorologiche si presentano con maggiore frequenza.

Il conflitto, in sé, non è negativo, non minaccia il rapporto se lo si sa affrontare in modo costruttivo.

Il detto popolare: “L’amore non è bello se non è litigarello” indica proprio con saggezza che anche i contrasti, inevitabili per il semplice fatto che siamo diversi, possono “dare colore” alla relazione.

Vediamo allora come favorire una soluzione costruttiva del conflitto.

 

Scavarsi dentro

Occorre anzitutto la capacità di dialogo, con le caratteristiche dell’ascolto, dell’empatia e del rispetto che già ho trattato nell’articolo di febbraio ’05 e a cui rimando per evitare ripetizioni. In una situazione di conflitto può essere utile, prima di parlare con l’altro, ascoltare anche se stessi, mettersi in discussione per valutare ciò che dipende dalla propria persona e se la risposta emotiva è adeguata o meno alla situazione. Fulvia confrontandosi con un’amica ha compreso di esagerare nel sentirsi infastidita dall’atteggiamento di Luca e di contribuire con la preoccupazione per gli esami alla tensione momentanea tra loro.

 

Negoziare

È importante, inoltre, la capacità di negoziazione, il cercare cioè un punto d’incontro “a metà strada”, dove ciascuno, se da una parte rinuncia a qualcosa, dall’altra ottiene qualcos’altro, o nella stessa situazione, o in situazioni alternative. Tale contrattazione non è tanto nella logica del baratto, del do ut des (= io ti do affinché tu mi dia), ma piuttosto è frutto del riconoscimento del valore di entrambi, per cui si cerca un accordo comune che esprima la dignità di ciascuno e il desiderio di una soddisfazione reciproca, la ricerca del bene sia personale che dell’altro.

 

Contenere

È necessario, infine, mantenere il conflitto all’interno del suo contesto e ambito specifico, senza lasciare che dilaghi in generalizzazioni o diventi occasione di giudizi o accuse.

“Sei sempre il solito, non ascolti mai quando parlo. Sei proprio come tuo padre” dice Michela a Davide, che o passerà alla controffensiva aggredendo a sua volta, o eviterà di discutere rimanendo in silenzio o cambiando discorso.

Gli atteggiamenti di Michela e di Davide rappresentano modalità negative che rendono distruttivo il conflitto perché non si cerca di risolverlo e, se si ripetono come stile prevalente di fronte alle divergenze, portano a un allontanamento tra i partners.

Al contrario può essere utile, invece di puntare il dito, parlare in prima persona: “Mi spiace che non ci siamo capiti. Mi piacerebbe che ci prendessimo del tempo per noi, per parlarci con calma”.

In tal modo, si manifesta il desiderio di momenti speciali che riflettono l’importanza che si attribuisce al rapporto di coppia e la fiducia che insieme si possa trovare una soluzione al momento di difficoltà.

Vorrei anche precisare che è importante non esasperare il conflitto né accrescere la tensione volendo sempre parlarne subito. Se è vero che è bene affrontarlo, in linea di massima, è altrettanto vero che occorre farlo nei momenti opportuni, che talvolta conviene attendere, rimandare e che non è necessario né utile trasformare ogni piccola divergenza in un contrasto da risolvere a tutti i costi.

La coppia si arricchisce attraverso la diversità quando sa coglierla non come ostacolo ma come complementarietà e contributo positivo.

Maria Poetto

http://www.dimensioni.org

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