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A Natale facciamoci un dono

Ci chiediamo: quanto oggi profumiamo ancora di Betlemme? Cioè, quanto vive in noi il mistero grande e sconvolgente che si è compiuto nel silenzio e nella povertà di Betlemme?


A Natale facciamoci un dono

da Quaderni Cannibali

del 24 dicembre 2010

        

         «È Natale e gli uomini si preparano alla suprema ipocrisia. Perché nessuno di noi ha il coraggio di dirsi che il secolo presente non è mai stato così poco cristiano come in questi anni? In tutto il mondo, e anche in Italia, uomini malvagi preparano nuove violenze, nuovi massacri, e tutti noi, come se nulla fosse, ci prepariamo alla commedia del Santo Natale…

 

         Vorrei che la notte di Natale, in tutte le chiese del mondo, un povero prete si alzasse gridando: Via da questa culla, vigliacchi, andate a casa vostra a piangere sulle culle dei vostri figli! Se il mondo soffre, è anche per colpa vostra, che non osate difendere la giustizia e la bontà, e avete paura di essere cristiani fino in fondo! Via da questa culla, ipocriti! Questo Bambino che è nato per salvare il mondo ha nausea di voi!» (Curzio Malaparte).

         Sono parole forti, graffianti, forse eccessive, ma proprio per questo crediamo che meritino un minuto o due del nostro tempo prezioso per essere meditate, perché ci costringono a pensare, o meglio, a ripensare al nostro Natale e a quanto sia diventato una triste e ipocrita commedia. È triste, infatti, constatare come siamo passati dalla strumentalizzazione commerciale allo svilimento del vero valore del Natale… È triste vedere tanti aspettare il Natale senza sapere che cosa sia veramente, perché e chi festeggiamo!

         Ci chiediamo: quanto oggi profumiamo ancora di Betlemme? Cioè, quanto vive in noi il mistero grande e sconvolgente che si è compiuto nel silenzio e nella povertà di Betlemme?

         Nell’attesa di trovare una risposta e prima di pensare ai regali per i nostri cari, concediamoci quest’anno un pizzico di sano egoismo: facciamoci un regalo speciale! Regaliamoci la vera Bellezza, l’unico Amore, la grande Gioia, l’immenso Stupore che ci viene contemplando e accogliendo nel cuore quel Bambino talmente piccolo e indifeso da farci paura, ma che rappresenta la nostra unica Salvezza!

         Un saggio diceva: «Se volete concedervi a molte cose, prima di tutto concedetevi all’Amore, perché molte cose del mondo sono belle ma non durano, mentre resta soltanto l’Amore, e Dio è Amore!». 

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