A Thousand and one

Il Ruttino / 10

Rubrica di educazione a cura di Richard Kermode. Una riflessione su casa e famiglia.

A volte si rimane quasi esterrefatti di fronte a quanto un’opera riesce a parlarti della vita. Bisogna essere sinceri, non capita spesso. È frequente quel retro gusto, fastidioso, di già visto, di già sentito, che lascia tranquilli ma preclude l’inedito. A volte la fortuna (o la Grazia?) ti fa ricredere.
 
“A Thousand and one”. È il titolo del film. All’inizio sembra prendere la piega del già visto, ma poi si rivela denso di un’umanità che non fa sconti, dentro una città – New York – dove l’istituzione, con le sue politiche resta sullo sfondo pur incidendo profondamente.
 
Potremo dire che è la storia di una famiglia, per quanto particolare, dove nelle pieghe del quotidiano si incontra la fatica di tirare avanti, l’amore, la cura, il tradimento, il perdono, la malattia, la morte. Non manca niente, dove nulla è garantito, dove nessuno pronuncia mai la parola “diritto”, perché il coinvolgimento basta e avanza.
 
1001. Questo il titolo, anche se tra le cifre ci dovrebbe essere un trattino, che sulla porta di casa non c’è… sì, perché quello è il numero di un appartamento su uno stabile ad Harlem, dove, con tutta la determinazione che solo una donna può avere, si genera una casa. I cui tratti, ricorda il filosofo Petrosino, sono l’ospitalità, l’intimità e la giustizia.
 
1001. Una casa da cui è necessario, ad un certo punto, separarsi. Complicato separarsi, ne sa qualcosa Pollicino. E c’è spazio per l’orgoglio, seppur dolente, della madre che può dire: «Io ho vinto, perché so che da grande, diventerai qualcuno», come c’è spazio per il figlio per dire: «ho paura che non avrò più una casa d’ora in poi… Dov’è casa mia, adesso?».
 
Quale altro compito ha chi educa se non lasciare che alle labbra di un giovane affiori questa domanda? Quale altro compito ha chi educa se non lasciare che quel giovane possa trovare, dentro la selva oscura, un luogo dove costruire la propria casa?
 
Dire di più, sarebbe un delitto… sono poco meno di due ore… ben spese.
 
So long!

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Perchè "il ruttino"? 

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