Ancorati al cielo! La nuova danza dell'MGS Triveneto.

Udienza generale del Pontefice davanti a 50 mila fedeli. Il Papa parla dei cattolici dubbiosi e del genio femminile. Poi rivolge a braccio un invito ai giovani: «Siete ancorati a quest'ancora che è nel cielo!».

Ancorati al cielo! La nuova danza dell'MGS Triveneto.

 

            Francesco all’udienza generale di questa mattina in Piazza San Pietro, davanti a una folla di 50 mila persone, ha ripreso le catechesi sull’Anno della Fede iniziate da Benedetto XVI. Tra i fedeli, erano presenti circa 10mila pellegrini della diocesi di Milano guidati dal cardinale Angelo Scola, salutati affettuosamente dal papa («Sono davvero entusiasti questi milanesi»).‚Ä®Papa Franecesco è partito dall’espressione del Credo: «Il terzo giorno è risuscitato secondo le Scritture». «È proprio l’evento che stiamo celebrando – ha detto – la Risurrezione di Gesù, centro del messaggio cristiano, risuonato fin dagli inizi e trasmesso perché giunga fino a noi. San Paolo scrive ai cristiani di Corinto: “A voi… ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto; cioè che Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture, e che fu sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici”». «Questa breve confessione di fede – ha proseguito – annuncia proprio il Mistero Pasquale, con le prime apparizioni del Risorto a Pietro e ai Dodici: la Morte e la Risurrezione di Gesù sono proprio il cuore della nostra speranza. Senza questa fede nell’amore della Resurrezione di Gesù, la nostra speranza sarà debole. Non sarà pure speranza. Proprio la morte e la Resurrezione di Gesù sono il cuore della nostra speranza. L’Apostolo afferma: “Se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati”».

NON E’ LA FEDE FORTE. «Purtroppo – ha osservato – spesso si è cercato di oscurare la fede nella Risurrezione di Gesù, e anche fra gli stessi credenti si sono insinuati dubbi. Un po’ quella fede all’acqua di rose, come diciamo noi, no? Non è la fede forte. Questo per superficialità, a volte per indifferenza, occupati da mille cose che si ritengono più importanti della fede, oppure per una visione solo orizzontale della vita. Ma è proprio la Risurrezione che ci apre alla speranza più grande, perché apre la nostra vita e la vita del mondo al futuro eterno di Dio, alla felicità piena, alla certezza che il male, il peccato, la morte possono essere vinti. E questo porta a vivere con più fiducia le realtà quotidiane, affrontarle con coraggio e con impegno. La Risurrezione di Cristo illumina con una luce nuova queste realtà quotidiane. La Risurrezione di Cristo è la nostra forza!».

 

LE DONNE PRIME TESTIMONI. Il Papa poi domanda: «Ma come ci è stata trasmessa la verità di fede della Risurrezione di Cristo? Ci sono due tipi di testimonianze nel Nuovo Testamento: alcune sono nella forma di professione di fede, cioè di formule sintetiche che indicano il centro della fede; altre invece sono nella forma di racconto dell’evento della Risurrezione e dei fatti legati ad esso». La prima – ha detto – è la forma della professione di fede come affermata nel Credo oppure quella della Lettera ai Romani in cui san Paolo scrive: «Se con la tua bocca proclamerai: “Gesù è il Signore!”, e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo». «Fin dai primi passi della Chiesa – ha affermato il Santo Padre – è ben salda e chiara la fede nel Mistero di Morte e Risurrezione di Gesù». Il Papa si è soffermato sulle testimonianze nella forma di racconto, che si trovano nei Vangeli: «Anzitutto notiamo che le prime testimoni di questo evento furono le donne. All’alba, esse si recano al sepolcro per ungere il corpo di Gesù, e trovano il primo segno: la tomba vuota. Segue poi l’incontro con un Messaggero di Dio che annuncia: Gesù di Nazaret, il Crocifisso, non è qui, è risorto. Le donne sono spinte dall’amore e sanno accogliere questo annuncio con fede: credono, e subito lo trasmettono, non lo tengono per sé. Lo trasmettono. La gioia di sapere che Gesù è vivo, la speranza che riempie il cuore, non si possono contenere. Questo dovrebbe avvenire anche nella nostra vita. Sentiamo la gioia di essere cristiani! Noi crediamo in un Risorto che ha vinto il male e la morte! Abbiamo il coraggio di “uscire” per portare questa gioia e questa luce in tutti i luoghi della nostra vita! La Risurrezione di Cristo è la nostra più grande certezza; è il tesoro più prezioso! Come non condividere con gli altri questo tesoro, questa certezza! Non è soltanto per noi, è per trasmetterla, per darla agli altri, condividerla con gli altri. E’ proprio la nostra testimonianza».

 

DARE TESTIMONIANZA. Il Papa ha poi sottolineato un altro elemento: «Nelle professioni di fede del Nuovo Testamento, come testimoni della Risurrezione vengono ricordati solamente uomini, gli Apostoli, ma non le donne. Questo perché, secondo la Legge giudaica di quel tempo, le donne e i bambini non potevano rendere una testimonianza affidabile, credibile. Nei Vangeli, invece, le donne hanno un ruolo primario, fondamentale. Qui possiamo cogliere un elemento a favore della storicità della Risurrezione: se fosse un fatto inventato, nel contesto di quel tempo non sarebbe stato legato alla testimonianza delle donne. Gli evangelisti invece narrano semplicemente ciò che è avvenuto: sono le donne le prime testimoni. Questo dice che Dio non sceglie secondo i criteri umani: i primi testimoni della nascita di Gesù sono i pastori, gente semplice e umile; le prime testimoni della Risurrezione sono le donne. E questo è bello! – ha esclamato – Questa è un po’ la missione delle donne! Delle mamme, delle donne: dare testimonianza ai loro figli, ai loro nipotini che Gesù è vivo, è il vivente, è risorto! Mamme e donne avanti con questa testimonianza!».

 

COMUNICARE IL SUO VOLTO. «Per Dio – ha proseguito il Papa – conta il cuore, quanto siamo aperti a Lui, se siamo come i bambini che si fidano. Ma questo ci fa riflettere anche su come le donne, nella Chiesa e nel cammino di fede, abbiano avuto e abbiano anche oggi un ruolo particolare nell’aprire le porte al Signore, nel seguirlo e nel comunicare il suo Volto, perché lo sguardo di fede ha sempre bisogno dello sguardo semplice e profondo dell’amore. Gli Apostoli e i discepoli fanno più fatica a credere, le donne no». Dunque, i discepoli fanno più fatica a credere: «Pietro corre al sepolcro, ma si ferma alla tomba vuota; Tommaso deve toccare con le sue mani le ferite del corpo di Gesù. Anche nel nostro cammino di fede è importante sapere e sentire che Dio ci ama, non aver paura di amarlo: la fede si professa con la bocca e con il cuore, con la parola e con l’amore».

 

GIOVANI: PORTATE QUESTA CERTEZZA. «Dopo le apparizioni alle donne – osserva ancora il Papa – ne seguono altre: Gesù si rende presente in modo nuovo: è il Crocifisso, ma il suo corpo è glorioso; non è tornato alla vita terrena, bensì in una condizione nuova. All’inizio non lo riconoscono, e solo attraverso le sue parole e i suoi gesti gli occhi si aprono: l’incontro con il Risorto trasforma, dà una nuova forza alla fede, un fondamento incrollabile. Anche per noi ci sono tanti segni in cui il Risorto si fa riconoscere: la Sacra Scrittura, l’Eucaristia, gli altri Sacramenti, la carità, quei gesti di amore che portano un raggio del Risorto. Lasciamoci illuminare dalla Risurrezione di Cristo, lasciamoci trasformare dalla sua forza, perché anche attraverso di noi nel mondo i segni di morte lascino il posto ai segni di vita». Quindi il Papa ha concluso parlando a braccio: «Ho visto che ci sono tanti giovani nella piazza: ragazzi e ragazze. Eccoli! A voi vi dico: portate avanti questa certezza. Il Signore è vivo e cammina al nostro fianco nella vita! Questa è la vostra missione: portate avanti questa speranza. Siete ancorati a questa speranza. Quest’ancora che è nel cielo. Tenete forte la corda. Siete ancorati e portate avanti la speranza. Voi, testimoni di Gesù, portate avanti la testimonianza che Gesù è vivo e questo darà speranza a questo mondo un po’ invecchiato per le guerre, per il male, per il peccato. Avanti giovani!».

 

 

Redazione TEMPI

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