Una storia drammatica, piena di paura, violenza e redenzione quella raccontata nel film del regista Esteban Crespo, sostenuto anche da Amnesty International e Save the Children...
Kaney è un bambino soldato africano, Paula una cooperante spagnola, due personaggi molto diversi, uniti da uno scherzo del destino che li fa diventare i protagonisti di una storia drammatica, piena di paura, violenza e redenzione. Questa in estrema sintesi la trama del film spagnolo Aquel no era yo (Quello non ero io), scritto e diretto da Esteban Crespo, candidato all'Oscar 2014 come miglior cortometraggio.
Il film vuole mostrare la durezza della vita dei bambini soldati e portare all'attenzione qualcosa che raramente riusciamo a vedere: le sue conseguenze. Vuole inoltre essere un tributo al lavoro delle organizzazioni di cooperazione internazionale e di quelle persone che ogni giorno mettono la loro vita in pericolo per aiutare gli altri.
Kaney, interpretato da John Tojaka, è un bambino soldato che obbedisce agli ordini di quello che è diventato il suo nuovo padre, il generale dell'esercito ribelle. Paula (Alejandra Lorente) è una cooperante che si è trasferita in Africa per seguire il suo fidanzato, Juanjo (Gustavo Salmerón), proprio per aiutare i bambini soldato. I due si incontrano in un valico di frontiera e questo sarà per loro il punto di partenza di una nuova storia.
La produzione di Aquel no era yo è stata sostenuta dalle organizzazioni sociali dei gesuiti Entreculturas e Alboan, insieme ad Amnesty International, Fundación Compromiso e Save the Children, che in Spagna si battono contro l'uso dei bambini soldato. In occasione, le organizzazioni hanno incontrato i rappresentanti delle Nazioni Unite a New York, con l'intento di istituire una Giornata internazionale contro l'uso dei bambini soldato.
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