Associazione Elisabetta d'Ungheria

Il secondo stand che vi presentiamo...

Associazione Elisabetta d'Ungheria

 

ASSOCIAZIONE ELISABETTA D’UNGHERIA

 

 

L’Associazione di volontariato “Elisabetta d’Ungheria” O.N.L.U.S., è sorta nel 1987 per iniziativa di alcuni laici e delle Suore Terziarie Francescane Elisabettine, in collaborazione con la Diocesi di Padova, al fine di testimoniare la carità misericordiosa di Dio Padre a favore di chi si trova nel bisogno, nell’intento di aiutarlo a riscoprire e vivere la propria dignità: dignità di essere umano e di figlio di Dio , sacramento della Sua presenza sulla terra. 

 

 

L’Associazione, formata secondo lo spirito francescano e il carisma di Elisabetta Vendramini, dal quale trae ispirazione, ha fra gli scopi principali quelli di:

 

offrire assistenza e aiuto a persone in condizione di riconosciuto bisogno;   curare la formazione dei suoi membri organizzando iniziative, percorsi, incontri di sensibilizzazione inerenti le motivazioni del volontariato, l’aggiornamento e l’acquisizione di specifiche competenze, lo scambio di    esperienze fra i soci;   promuovere iniziative di sensibilizzazione al volontariato e al servizio gratuito rivolte alla comunità civile e cristiana.

 

 

 

LA MISSION DEL SERVIZIO PER LE PERSONE CON DISABILITÀ

 

All’inizio della sua attività, l’Opera della Provvidenza ricevette un esplicito mandato dal proprio fondatore: “Ecco allora la mia viva esortazione ai sacerdoti, ai medici, alle suore e a tutti quelli che qui presteranno la loro opera: che portino proprio il senso, il sentimento, il cuore delle loro mamme, in maniera che questa sia davvero una grande famiglia, perché questo è stato l'intento: ridare a questi figlioli, strappati dai disegni di Dio dalle loro case, nuovamente una casa e una famiglia”.

Non bastava, quindi, che la nuova struttura desse solo un tetto, un pane e un vestito ai disabili accolti, ma avrebbe dovuto farli sentire come in famiglia, farli star bene con attività educative e socializzanti che li facessero sentire vivi, “persone tra persone” promuovendo, nei limiti delle oggettive possibilità di ciascuno, l’appartenenza alla comunità e l’autonomia. A tale scopo, l’Opera ha sempre orientato la propria attività in funzione dei bisogni degli ospiti, del singolo ospite: non un’assistenza generica e spersonalizzante ma un progetto assistenziale ed educativo e per ciascuno; un’attenzione personalizzata a gusti, abitudini e preferenze.

 

 

Donboscoland

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