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Attenzioni educative per i giovani “cercatori” - Verso una GMG “su misura”/2

Chi sono i giovani “cercatori”? I “cercatori” sono giovani che hanno una coscienza critica dell'universo giovanile cattolico perché stanno “dentro e fuori” dell'ambiente ecclesiale. Si identificano e sentono l'appartenenza alla Chiesa, ma si mantengono autonomi e talvolta critici.


Attenzioni educative per i giovani “cercatori” - Verso una GMG “su misura”/2

da Teologo Borèl

del 12 luglio 2005

 

1. Chi sono i giovani “cercatori”? [1]

 

Non c’entrano niente Harry Potter e il Quidditch! I “cercatori” sono giovani che hanno una coscienza critica dell’universo giovanile cattolico perché stanno “dentro e fuori” dell’ambiente ecclesiale. Si identificano e sentono l’appartenenza alla Chiesa, ma si mantengono autonomi e talvolta critici. Più indipendenti dei “fedelissimi”, sono ancora in ricerca di un equilibrio migliore nella vita interiore e nel rapporto con l’istituzione Chiesa. Hanno in maggioranza un elevato livello di istruzione e di reddito familiare. Appare spiccata la loro capacità riflessiva e critica.

Questi soggetti, aderiscono alla fede e alla morale ufficiale della Chiesa, ma non senza riserve e dubbi, spesso con vere e proprie crisi religiose. La fede ha una grande importanza nella loro vita, legata sia a un rapporto intimo con Dio, sia alla condivisione all’interno di una comunità; il gruppo e la parrocchia risultano luoghi significativi, talvolta fondamentali, nel proprio cammino religioso.

È elevata la frequenza della Messa; più contenuta quella  della Riconciliazione, messa in alcuni casi in discussione insieme ad altri sacramenti. Per i “cercatori” la  preghiera è un  momento importante e costante della giornata, ma vissuto in modo discontinuo, come uno spazio individuale secondo modi e tempi personalizzati. Prevale quindi la  libera espressione e il colloquio informale con Dio.

Hanno un senso di vicinanza/lontananza nei confronti di figure di riferimento: rispetto al Papa e ai sacerdoti c’è una fiducia molto ampia; maggiore distanza si avverte nei confronti dei vescovi; le figure carismatiche raccolgono maggiormente i consensi di questi giovani.

Un indicatore importante è rappresentato dal giudizio critico nei confronti della Chiesa: troppo gerarchica, burocratica e superata in alcune sue posizioni (nel campo della morale sessuale, ad esempio, emerge chiaramente l’autonomia di giudizio e di orientamento) e in difficoltà nel rapporto con i giovani (bisogno di sacerdoti capaci di comprendere e di dialogare con le nuove generazioni).

I “cercatori” , quindi, appaiono privi di un baricentro fisso, si sentono parte di un ambiente ecclesiale, ma si pongono sempre in cammino alla ricerca della risposta alle loro domande; sono il volto della “religiosità pellegrina” perché ne rappresentano lo spirito nomade.

 

 

2. Un giovane “cercatore” racconta la sua Gmg

 

Mi porto nel cuore ogni singolo momento vissuto in quei bollenti giorni del 2000. Mi è stato chiesto di fare la volontaria insieme a tante altre persone ed ho accettato con entusiasmo, perché significava dedicare un po’ del mio tempo affinché l’accoglienza ai pellegrini fosse la migliore possibile.

E quanti ne sono arrivati… Le file che passavano dai punti in cui distribuivamo da mangiare sembravano non finire mai. Quante facce, quanti colori, pensieri, quante risate provando a indovinare di che nazionalità fossero gli stranieri e cercando di farsi capire a gesti, quando le parole non ci riuscivano, quanta voglia di avere più tempo per conoscere tutti.

Vedere poi Tor Vergata invasa da quel fiume in piena di gente, è stata una gioia immensa. “Cavolo” – pensi – “siamo qui per mille motivi diversi, ma in fondo ad accomunarci è una sola cosa: cercare di seguire Gesù!”. Ed è sicuramente più facile, più bello, più stimolante se lo fai insieme agli altri.

Bello non sapere dove mettere i piedi per paura di pestare qualcuno; bello ascoltare tante testimonianze profonde che lasciano il segno; bello vedere persone in ginocchio con un lumino in mano e aver voglia di unirsi alla loro preghiera; bello riuscire a cancellare vergogna e stanchezza per mettersi a ballare e cantare su quel prato insieme a chi, fino ad un attimo prima, era un perfetto sconosciuto. Bello soprattutto rendersi conto quanta energia sprigionasse quel puntino bianco lontano che si vedeva appena. Quanta forza ha saputo trovare il nostro Papa, quanta tenerezza nelle sue parole, quanta gioia nel suo battere a ritmo le mani e nel suo incitarci a spalancare le porte a Cristo.

Non credo sia facile essere cristiani, ci sbatto la testa ogni giorno, perché un conto è credere alla forza e alla verità delle parole di Gesù, un conto è metterle in pratica coi tuoi genitori, col tuo gruppo in parrocchia, in aula o in ufficio, con chi se ne sbatte di quello che dici e si mette contro a quello che fai. La voglia di lasciar perdere mi è presa tante volte, la tentazione di vivere e lasciar vivere è purtroppo un male frequente che sa come mettere radice. E allora cosa fare? Pensando a me, di sicuro esperienze come quella di Roma mi rigenerano e mi danno la carica: vedere tante persone così capaci di amare, trasmettere gioia e dedicarsi agli altri e riconoscere che è perché in loro brilla la luce di Cristo, mi dà la forza e l’entusiasmo per non smettere di cercarlo e seguirlo.

 

 

Suggerimenti pastorali

 

Per le caratteristiche sopra descritte e cercando di dare un volto concreto a questi “cercatori”, abbiamo tentato di elaborare alcuni suggerimenti per la progettazione articolandoli nelle tre strategie. Sono semplici spunti, espressi in forma sintetiche: forse solo un modo per attivare la creatività di ciascuno per le situazioni concrete in cui ognuno di noi si trova ad evangelizzare.

 

Protagonisti nella chiesa

 

Pensando all’appartenza autonoma e critica dei “cercatori”, ad alcune difficoltà del loro “stare” nella Chiesa, si potrebbero tentare alcune esperienze:

 

 

Prima della Gmg

Tavola rotonda di dialogo e di confronto tra le realtà giovanili parrocchiali in modo da rendere la “coscienza critica” dei nostri “cercatori” propositiva e più costruttiva

Focus group di conoscenza-approfondimento su temi scottanti e di attualità (sessualità, etica, morale, cosa vuol dire essere Chiesa e far parte della Chiesa…).

Potrebbe essere significativo considerare come luogo di approfondimento una partecipazione al Consiglio Pastorale, in modo da sviluppare il senso di appartenenza alla Chiesa e favorire il dialogo sul rapporto giovani-parrocchia, affrontando le tematiche dell’accoglienza, dell’incontro tra le generazioni, degli spazi di valorizzazione per i giovani, delle disponibilità al cambiamento, delle assunzioni di responsabilità da parte dei giovani.

 

Durante la Gmg

Fornire indicazioni precise in modo da motivare alla partecipazione alle varie iniziative dello youth festival (non basta fornire l’elenco delle possibilità… Però deve crederci l’educatore per primo).

Proporre momenti di confronto successivi alle catechesi, per far emergere risonanze, domande e perplessità che non sono venute fuori nel corso dell’incontro, soprattutto in ordine alla visione di Chiesa.

 

Dopo la Gmg

Coinvolgere i giovani nelle iniziative di sensibilizzazione della comunità cristiana e dei giovani alle indicazioni e all’esperienze riportate da Colonia (testimonianze, incontri, articoli, siti...).

 Proporre un coinvolgimento stabile in qualche servizio ecclesiale.

 

Adoratori in Spirito e verità

 

La fede e la vita spirituale dei “cercatori” si presenta più personale e “più libera” rispetto ad alcuni sacramenti e a forme “classiche” di preghiera. Sono, inoltre, sensibili alla dimensione del divertimento che raramente trovano nelle nostre comunità. Ecco tre proposte concrete:

 

 

Prima della Gmg

·        Rendere partecipi i “cercatori” dell’organizzazione di momenti ricreativi (gite, visite di luoghi significativi…) per strutturare insieme a loro momenti di preghiera coerenti (e non antitetici) con il divertimento ed il gioco.

·        Strutturare una catechesi più “attiva” e compartecipata possibile sul sacramento della confessione. É infatti importante puntare sulla riscoperta di tale sacramento attraverso una preparazione attenta e un accompagnamento spirituale nel momento liturgico penitenziale.

·        Proporre momenti di preghiera-veglia, in preparazione a Colonia, con stile “giovanile” e coinvolgente.

 

 

Durante la GMG

·        Invitare a vivere almeno un momento di spiritualità nel contesto dello youth festival, privilegiando quelli maggiormente coinvolgenti e animati.

·        Coinvolgere nella preparazione e nell’esecuzione dei canti e degli altri gesti dei momenti di preghiera della Gmg (luoghi di catechesi o esperienze di gruppo).

 

 

Dopo la Gmg

·        Offrire una sorta di “mappa della preghiera” (monasteri, gruppi di Taizé, movimenti..), facendo conoscere e sfruttando il più possibile tutte le realtà della diocesi (spesso si finisce per fare il solito tipo di esperienze perché non si è a conoscenza delle opportunità disponibili).

·        Offrire ad ogni giovane un aiuto (sussidio, accompagnamento...) per la preghiera personale.

 

Costruttori di futuro

 

I giovani “cercatori” sono continuamente alla ricerca di risposte e quindi di futuro, particolarmente sensibili all’aspetto sociale della fede e del Vangelo. Quelle seguenti  sembrano proposte efficaci per “agganciare” i “cercatori” alla Gmg.

 

 

Prima della Gmg

·        Creare momenti in cui i giovani siano attivi nel sociale: feste, concerti, iniziative di beneficenza o attività simili per fini di solidarietà.

 

 

Durante la Gmg

·        (Se si fanno i gemellaggi) vivere con particolare impegno la giornata della solidarietà sociale promossa in tutte le diocesi tedesche (vedi programma della Gmg).

·        Partecipare alle iniziative dello Youth Festival dedicate alla conoscenza di tematiche ed esperienze di promozione umana portate avanti da giovani.

·        Proporre ai giovani piccoli compiti di servizio e responsabilità all’interno del proprio gruppo di pellegrini.

 

 

Dopo la Gmg

·        Far conoscere alle parrocchie e ai diversi gruppi l’esperienza della Gmg, facendosi protagonisti-testimoni nelle loro comunità, raccontando quello che hanno vissuto.

A partire dall’esperienza della Gmg, rendersi promotori dell’elaborazione di nuove proposte all’interno dei gruppi, delle varie realtà della parrocchia e della diocesi.

 

[1] Cf. Raffaella Ferrero Camoletto, I giovani delle Gmg: un arcipelago di “stili religiosi”?, in: Franco Garelli – Raffaella Ferrero Camoletto (edd.), Una spiritualità in movimento. Le Giornate Mondiali della Gioventù, da Roma a Toronto, Edizioni Messaggero, Padova 2003, pp. 223-252 (in particolare pp. 242-246).

Ufficio di PG della diocesi di Fiesole (a cura di)

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