Un Sì al posto di un NO
Maìn e Petronilla, insieme poi ad altre giovani del paese, dopo aver imparato a cucire dal sarto di Mornese, aprono un laboratorio per le ragazze e insegnano loro a cucire, a far del bene, ad affidarsi a quel Dio che per la vita di tutti ha un sogno di felicità. Dopo un po’ di tempo, il laboratorio è troppo piccolo per contenere tutte le ragazze che arrivano, si apre così il primo oratorio che, pian piano, diventerà anche orfanotrofio, scuola, luogo di incontro e vita insieme. Ma lo spazio ancora non basta più e tutte, su decisione di Don Bosco, si trasferiscono al Collegio di Mornese, un nuovo edificio appena costruito. Questo Collegio era proprio il posto che Maìn aveva visto nella visione di Borgo Alto in cui le era parso di vedersi di fronte un grande caseggiato con tutta l’apparenza esteriore di un collegio, con numerose ragazze e in cui la Madonna le aveva detto, riferendosi alle ragazze, “A te le affido!”.
Ed ecco che, con il passare degli anni, con l’aiuto di Don Bosco, Maìn, Petronilla ed altre loro amiche fondano una congregazione di suore: le Figlie di Maria Ausiliatrice, chiamate anche le Salesiane di Don Bosco.
Quando ormai il Collegio di Mornese ha preso il via e con esso anche le prime suore e le numerose ragazze, arriva a Mornese una giovane diciottenne, Enrichetta. Quest’ultima ha dovuto lasciare a casa quattro sorelline e due fratelli e questo le crea numerose preoccupazioni. Passano i giorni e nel cuore di Enrichetta nasce forte una domanda: «E le mie sorelline? Avrò fatto male a lasciarle? D'altra parte questa casa è troppo povera e non ho il diritto neppure di sognare che possano venire qui». «No, Richetta - la chiama familiarmente Maìn (diventata ormai suor Maria Mazzarello) - la nostra casa deve essere anche la loro». Così Enrichetta Sorbone porta a Mornese tutte le sue sorelle. La povertà al Collegio è tanta, ma la decisione di suor Maria Mazzarello di accogliere tante ragazze, specie le più bisognose, è molto ferma e da lì subito si passa all’azione. E con fretta: la fretta di chi desidera il bene dei ragazzi e per questo si affida a Dio e con coraggio compie gesti concreti.
Come Maìn anche noi: Maria Mazzarello agisce con fermezza davanti al bisogno degli altri. Sa che i mezzi che ha a disposizione sono molto poveri, ma scegliere di dire sì dove potrebbe benissimo dire di no. E così accoglie lo stesso le sorelle di Enrichetta perchè è certa che, se vuole agire con amore, non può far finta di non vedere il loro bisogno ed è certa che il Signore le darà una mano. E così sarà.
In questo tempo di attesa sono tante le cose che ci vengono proposte per fare del bene. Sicuramente, viste le fatiche quotidiane, a volte siamo restii ad accettare sempre tutto. Questo sembra il tempo giusto per accogliere quelle proposte in cui siamo subito pronti, quasi all’istante, a dire di no… un momento di preghiera a cui non abbiamo voglia di andare, una proposta di servizio che pensiamo non faccia per noi, un’attività in oratorio in cui c’è quel compagno che proprio non sopportiamo… in questo tempo che manca a Natale provo a dire un Sì a qualcosa a cui griderei un fortissimo NO! Anche se mi costa fatica, tempo e voglia!
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