Sette anni fa un bambino tedesco di nove anni, dopo una lezione scolastica sul disboscamento, ha deciso di piantare un milione di alberi in un decennio. Oggi, a sedici anni...
del 19 aprile 2014
“Stop talking, start planting”: basta chiacchiere, comincia a piantare. È il titolo della campagna nata dalla precocissima sensibilità e tenacia di Felix Finkbeiner, sedicenne bavarese protagonista di un sogno divenuto azione collettiva senza precedenti per caratteristiche ed efficacia, che sembra esattamente fatto su misura per chi non crede che l’esempio possa venire dai bambini.
Ad appena nove anni, dopo una lezione a scuola sul disboscamento e l’importanza della fotosintesi clorofilliana, si pose un obiettivo alquanto insolito: piantare un milione di alberi in tutto il mondo entro un decennio. Una delle mille suggestioni di un bimbo? Neanche per idea: trovata ispirazione nella vita di Wangari Maathai, premio Nobel per la Pace, ambientalista e attivista keniota, che aveva aiutato a piantare oltre 30 milioni di alberi, solo in Germania Felix ha piantato 250 mila alberi ogni anno (più o meno 30 alberi all'ora). Da semplice esercitazione scolastica, il progetto è diventato l'organizzazione Plant for the Planet, del cui consiglio fanno parte 23 persone, nessuna delle quali ancora maggiorenne. Piccoli ambasciatori in giro per il mondo animati da una visione precisa, viaggiatori globali, per un programma di azione basato su tre punti principali: la drastica eliminazione di emissioni di anidride carbonica e carbonio; la richiesta di pagare per l'eccesso ai responsabili del superamento della soglia di una tonnellata e mezzo di CO2 (anidride carbonica); la riforestazione.
I primi a dare l'esempio? Proprio loro, in oltre 70 Paesi. «Le nuove generazioni hanno una missione ineliminabile», ha esordito Felix in occasione della Giornata di studio intitolata “Famiglia, custodisci il Creato” organizzata lo scorso 29 marzo dal Pontificio consiglio per la famiglia e da Greenaccord, rete di giornalisti per la salvaguardia del Creato, in vista del Sinodo dei vescovi del prossimo ottobre.
«Dobbiamo lavorare insieme per contrastare i problemi globali perché ci rendiamo conto che, se non iniziamo a risolverli adesso, li dovremo affrontare in futuro e dovremo convivere con i danni causati da generazioni precedenti. Siamo al corrente della crisi ambientale da decenni – ha affermato –, ma come bambini e giovani non capiamo perché sono pochi di fatto a combattere queste criticità globali». «Se per gran parte degli adulti – ha continuato – il futuro riguarda altri 20-30-40 anni, l’interrogativo è ancora più serio per noi giovani se il mare si alza di un metro per il 2100, perché potremmo anche vederlo. Noi bambini ci sentiamo traditi. Dopo quello che si è fatto e detto a Copenhagen nella conferenza Onu sul clima, alla fine cosa si è ottenuto veramente?».
Un bambino chiude con la mano la bocca di un adulto: sia questi l’attore Harrison Ford, la modella brasiliana Gisele Bündchen, il filosofo Hans Küng, la principessa Haya Bint Al Hussein, il principe Alberto di Monaco, il tennista Michael Stich, il premio Nobel per la Pace Muhammad Yunus, il presidente dell'Ecuador Rafael Correa, l'artista inglese John Watts, poco cambia. Lo slogan della campagna non esclude nessuno e a giudicare dalle parole energiche e senza timori reverenziali di Felix, non c’è da stupirsi.
«Ci sono numerosi scettici rispetto ai rischi legati al cambiamento climatico, dietro i quali molti Paesi si nascondono, ma noi preferiamo seguire quello che dicono i climatologici: cosa succederebbe – interroga – se credessimo a scettici anti-rischio, se poi tra 20 anni scoprissimo amaramente che si sbagliavano?». «Eppure – incalza Felix – proprio come una scimmia preferisce una banana oggi senza pensare alle necessità dei 6 giorni successivi, così molti adulti sembrano fare lo stesso».
Così, dato che mille miliardi di alberi assorbirebbero un quarto di CO2 ogni anno, perché non continuare? Felix e gli amici hanno già piantato circa 13 miliardi di alberi negli ultimi 7 anni con l’aiuto di tutti. C’è chi parla… e chi inizia a piantare.
di Mario Agostino
tratto da: http://www.cittanuova.it
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