"Bianca come il latte, rossa come il sangue": nel film c'è tutta la vita piena d...

«Ero venuto per passare quelle ore con i miei amici - dice Stefano - mangiare e sopportare l'ora e mezza di film. Invece si è rivelata tutt'altra cosa. Amici e divertimento al secondo posto, al primo io e la mia vita. Non ho mai visto film più vero, che rispecchia me e i miei coetanei»

"Bianca come il latte, rossa come il sangue": nel film c'è tutta la vita piena di ogni giovane

 

L'arrivederci al cinema, gli studenti e i prof del Liceo Salesiano "Don Bosco" di Catania, lo avevano detto di presenza ad Alessandro D'Avenia, invitato a scuola quando da poco si sapeva dell'inizio delle riprese. Impegno rispettato, proprio il giorno dell'uscita nelle sale e pure con una visione privata, preceduta dal pranzo insieme. «Ero venuto per passare quelle ore con i miei amici - dice Stefano - mangiare e sopportare l'ora e mezza di film. Invece si è rivelata tutt'altra cosa. Amici e divertimento al secondo posto, al primo io e la mia vita. Non ho mai visto film più vero, che rispecchia me e i miei coetanei».

Tra coloro che hanno letto il romanzo prima, qualcuno anche più volte, c'è Nicoletta: «Il libro è molto bello, ma puoi solo immaginare una vicenda così; grazie al film ho provato forti emozioni vedendo con i miei occhi "il rosso" della passione e "il bianco" del dolore. Ho capito che bisogna vivere la vita a pieno in ogni attimo con la speranza di un cambiamento e, anche quando non avviene, andare avanti e trovare il conforto in qualcuno o qualcosa. Ci ha commosso e fatto vedere che la vita è un dono, a noi adolescenti che a volte non abbiamo rispetto del nostro corpo e di quello altrui». Beatrice nel film scrive sul suo diario "rosso" di «un tipo tosto, gagliardo e pieno di idee» il cui nome è Dio, tanto che Luisa commenta: «Mi fa venire i brividi la fede immensa che ha in Dio nonostante Lui continui a non risponderle, la forza che le è servita per accettare la morte e il sorriso sempre stampato in faccia per non rattristare chi le stava intorno, fino all'ultimo. Ha voluto restituire tutta la felicità che le era stata regalata da Leo, mentendogli, ma solo a scopo buono e facendogli capire chi, per lui, era il vero amore; lo ha fatto crescere e gli ha mostrato il valore della vita tanto che ne salva un'altra donando il midollo». Anna Maria e Laura passano dall'emozione del libro a quella del film, apprezzando gli aspetti dell'amicizia, della famiglia, del prof che crede nel proprio mestiere e dell'amore forte e puro. «Sì, l'amore - afferma Chiara -  il tema che ci ha conquistato. Il bacio accennato nell’ultima scena rappresenta il trionfo dell’amore, quello vero, quello che non antepone l’aspetto fisico. Beatrice fa notare a Leo che quello che prova per lei è solo passione, quello per Silvia invece è ciò di cui ha bisogno e non perché lei lo aiuta nello studio, ma perché gli dà la forza per non mollare, per tentare, per andare avanti, rappresenta la sua ancora. Quello per Silvia è l’amore che dura nel tempo, perché un giorno la bellezza svanirà nel nostro corpo ma l’anima resta in eterno».

       Da un romanzo e dal un film così coinvolgente non può che sorgere la poesia di Teresa: «L’amore non è un colore, non uno solo almeno. L’amore è come un soffio di vento: cambia direzione, si lascia trasportare dalle correnti. Eppure alla fine, l’amore, quello vero, trova la sua strada. Nessuno ha mai detto che sia facile, bisognerà trascorrere giorni di dolore, attimi in cui tutto sembra crollare e vorresti scappare via da tutto, ma poi ti rendi conto di non poterlo fare, di doverlo affrontare. Ognuno ha un modo diverso di affrontarlo, sfumature quasi identiche, di colori sovrapposti per un amore silenzioso, fatto di piccoli gesti e grandi emozioni». "Andiamo" e poi mano nella mano Silvia e Leo, così come escono dalla sala molti dei ragazzi, scegliendo con i prof di donare ciascuno una quota per l'Associazione Donatori Midollo Osseo!

 

 

Marco Pappalardo

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