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Campagna choc della Benetton

Il Papa, Joseph Ratzinger, che bacia sulla bocca Ahmed el Tayyeb, Imam di Al Ahzar, la moschea del Cairo. E' la foto shock srotolata questa mattina a Roma sul ponte di Castel Sant'Angelo, proprio a due passi da San Pietro. Una gigantografia firmata - di nuovo - United Colors of Benetton. E non è l'unica immagine per la nuova campagna.


Campagna choc della Benetton

da Attualità

del 16 novembre 2011 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) {return;} js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk')); 

 

E' partita la nuova campagna chock di Benetton, e a Milano e a Roma è 'guerriglia marketing'. Nella Capitale, poco dopo le 8 di questa mattina, è stato srotolato su Ponte dell'Angelo, a pochi passi dal Vaticano, un manifesto con l'immagine del Papa che si bacia con l'Imam de Il Cairo.

Blitz anche a Milano con due eventi separati, prima di fronte alla Borsa e poi a Piazza Duomo, questa volta i protagonisti sono il presidente americano Barack Obama e il suo omologo cinese Hu Jintao.

La nuova campagna 'politically uncorret' di Benetton ha come titolo 'Unhate', contro l'odio. La campagna mondiale è stata presentata in anteprima mondiale da Alessandro Benetton, vice presidente Esecutivo di Benetton Group, oggi a Parigi al flagship store di boulevard Haussmann.

Il progetto comprende una serie coordinata di iniziative ed eventi a partire da oggi su quotidiani, periodici e web del mondo.

Tema centrale è il bacio, il più riconosciuto simbolo dell'amore, tra leader politici e religiosi mondiali, ad esempio: papa Benedetto XVI e Ahmed Mohamed el-Tayeb, Imam della moschea di Al-Azhar al Cairo (il più importante e moderato centro di studi islamico sunnita al mondo); Barack Obama e il leader cinese Hu Jintao;  il presidente palestinese Mahmoud Abbas e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente francese Nicolas Sarkozy e la cancelliera tedesca Angela Merkel.

'Con questa campagna abbiamo deciso di dare visibilità mondiale a un'idea alta di tolleranza, per invitare i cittadini di tutti i Paesi a riflettere su come l'odio nasca soprattutto dalla 'paura dell'altro' e di ciò che non si conosce - aggiunge Alessandro Benetton - La nostra è una campagna universale, che utilizza strumenti come il web, il mondo dei social media, l'immaginazione artistica, e unica perché chiama all'azione coloro ai quali si rivolge, i cittadini del mondo'.

Ma è davvero questa la tolleranza? O piuttosto è la solita strategia di marketing che la Benetton (ricordiamo, tra i più famigerati, il manifesto pubblicitario di Oliviero Toscani dove un sacerdote baciava una suora) sfrutta per colpire - in questo caso oserei dire ferire - il pubblico,  senza porsi limiti morali, con la scusa di  nascondendersi dietro una Fondazione?

Si va a colpire la sensibilità delle persone senza preoccuparsi di come determinate immagini potrebbero incidere sull'animo del prossimo. Poniamo l'esempio di un bambino abituato a vedere la figura del Papa o del Presidente Barack Obama come figure rispettabbili e autorevoli nei loro campi: chi spiegherà loro che questa è soltanto una campagna pubblicitaria?

E in tutto questo c'è davvero una campagna pubblicitaria?

E gli organi di censura per la pubblicità dove sono finiti?

Una cosa è certa: quando lo scopo è vendere purtroppo vi sono alcune figure che io chiamerei non professionali che sfoderano colpi bassi ed esempi completamente immorali, pur di portare a casa alte vendite.

C'è chi dice 'Non è importante che se ne parli bene o male, l'importante è che se ne parli', ma ne vale veramente la pena in questi casi?

Non so voi, ma guardando quel manifesto mi sento davvero ferito dentro e intanto rifletto: davvero triste se siamo arrivati oggi a questo tipo di pubblicità...

 

Ecco Benetton XVI, gran sacerdote del cattivo gusto           L’ultima 'provocazione' di Benetton: megafotomontaggi di primissimi piani, in uno il Papa bacia sulla bocca un imam, un altro mostra un bacione, sempre alla russa, tra Barack Obama e il presidente cinese Hu Jintao.           Prima o poi uscirà l’album fotografico, o magari quello per la raccolta-figurine. La serie è ormai abbondante, infatti, e la misura è colma (almeno si spera). Abbiamo la monta equina, l’anoressica nuda, l’appena morto di aids, il prete diocesano che bacia la suora vincenziana… Tutta roba coloratissima, come i maglioni e le magliette della premiata fabbrica Benetton. L’idea non è peregrina e senz’altro la suggeriamo alla sullodata ditta. Venda le figurine delle sue «campagne» nelle edicole, in bustina: farà un sacco di soldi, allieterà i pargoli e sarà veramente democratica, perché le bustine le comprerà chi vuole, mentre tutti gli altri non saranno costretti a camminare col paraocchi per non vedere i megaposter «provocatori».           Una cosa, tuttavia, ci lascia perplessi: come fa il Papa che bacia un imam a far vendere più maglioni & magliette? Questo è il mistero. Epperò il «ritorno d’immagine» ci deve pur essere, altrimenti non si capisce l’insistenza con cui, ormai da decenni, la premiata ditta Benetton sforna «provocazioni» fotografiche. Provocazioni, poi, dirette a chi? I cattolici sono ormai assuefatti ad «artisti» che «provocano» pigliandosela con i loro simboli. E, i più avveduti fra essi, non entrano nei negozi Benetton da lunga pezza. Dunque, una perdita di cassa, non certo un guadagno. I musulmani, poi, ci sta che facciano lo stesso (se non di peggio). Restano solo i politicamente corretti, quelli plagiati dai soliti temi banalmente stantii: la pace universale, l’aids, l’amore libero.           Mah, forse l’antica & benemerita azienda Benetton costoro li ha contati e ci conta. A quale team di «creativi» si sarà affidata, per quest’ultima scampagnata? Al solito Toscani? O a qualcuno ancora più trendy di lui? Beh, non ci interessa, fatti loro. Ma sì, lasciamoli sognare un mondo arcobaleno e unisex, nel quale tutti, omo ed etero, umani e bestie, islamici e luterani si decidano finalmente a indossare maglioni & magliette Benetton. E poi, united colors, marcino mano nella mano verso le magnifiche sorti e progressive del domani-che-canta, baciati dal sole-che-ride e illuminati da quello dell’avvenire. In attesa della prossima provocazione colorata, l’unica che ancora manca al palmarés della premiata ditta: i preservativi united colors. Infine, un ultimo suggerimento: un poster completamente bianco, come le sciarpe buddiste.           Questa provocazione presenterebbe tre vantaggi: sarebbe altrettanto politicamente corretta e avrebbe il plauso di Richard Gere. Il terzo vantaggio, chiedete? Tutto a favore di quelli che di Benetton e delle sue provocazioni non gliene può fregare di meno. 

Rino Cammilleri

http://www.labussolaquotidiana.it

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