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Carabiniere della gioia?

Se Gianluca non ti saluta non è realistico pensare che, solo per questo, ti sta facendo un torto. Lo stesso vale per Dio: non è che se noi soffriamo, questo basta di per sé a pretendere che Lui ci faccia ciò che noi vogliamo. Dio non è il carabiniere della gioia. L'amicizia di Ale e di Veronica non le hai pagate, ma ci sono. L'amore di tua madre non lo hai pagato, ma c'è...


Carabiniere della gioia?

da Quaderni Cannibali

del 18 maggio 2011

 

 

 

          Vedo davanti a me il dolore di una ragazza sincera che deve fare i conti con una immagine di Dio disumana, alla quale forse anche i genitori hanno contribuito. 

          È scoppiata la primavera. E i ragazzi e le ragazze la sentono eccome. E non solo perché sono più distratti e stanchi, ma anche perché rendono evidente che l'energia vitale che ci fa alzare la mattina ha a che fare col sole e col calore. Ma per me ha a che fare anche con Dio e con la sua gratuità, che a volte regala brandelli di gioia anche ai prof. di religione. 

          Per regolamento durante la ricreazione devo stare in classe e assistere gli studenti. Ma regolarmente in classe degli studenti non ce ne sono. E allora la mia insana passione per i viaggi mi fa andare a guardare le cartine geografiche appese ai muri e fantasticare su quale Paese mi piacerebbe scoprire. Qualche giorno fa, mentre ero in Patagonia, alle mie spalle sono entrate in classe tre ragazze di una quarta. E forse prese dal loro discorso o dalla mia strana posizione nell'angolo opposto alla finestra, non si sono accorte di me. 

          'Cavolo, ma lui è davvero stronzo, non si è degnato nemmeno di salutarmi, lo capisci cosa vuol dire?'. Enrica, da due anni insegue un coetaneo dell'altro corso, ma lui non ne vuole sapere. Sembra che a dicembre scorso però i due siano usciti insieme una sera. Lei da allora ha montato un castello di emozioni che la travolge, e la capisco. 'Cioè l'ho guardato mentre tu lo salutavi, non ha nemmeno alzato gli occhi, io quelli così li strozzerei'. Ale, l'amica del cuore rincara la dose e continua. 'Non so davvero come cavolo si faccia a stare bene con i ragazzi, non ce n'è uno per il verso!'. 'Guarda la questione non è coi ragazzi, la questione è che nella vita non si può stare bene, la felicità è la balla peggiore che potessero raccontarci'. Veronica tende sempre un po' a filosofeggiare, ma in quel contesto le sue parole mi sono sembrate una domanda 'vera'.

          Sono stato risucchiato dalla Patagonia, e in un secondo il mio istinto educativo si è risvegliato. 'Però, discorsi pesi oggi!' ho detto girandomi verso di loro. 'Oh, prof! Scusi non l'avevamo vista', fa Ale. 'E di che devi chiedere scusa? Che discutete con sincerità e franchezza sulla vostra mancanza di gioia?'. E Veronica: 'Si, cavolo delle volte davvero credo che la felicità non esista prof., e che non vale la pena farsi un mazzo tanto per cercare di stare meglio. Tanto vale lasciare che le cose vanno come vanno'. 'Lo sa prof. che Gianluca non mi ha nemmeno guardata oggi? E secondo lei avrei dei buoni motivi per essere felice? E visto che lei ci crede, pensa davvero che Dio ci abbia fatti per essere felici? Anche ieri mia madre me lo ha ripetuto: nessuno ti regala niente, nemmeno Dio. E ha ragione!' 

          Tutta la rabbia e la tristezza di Enrica mi sono arrivate dritte dritte. Ma soprattutto ancora una volta vedo il dolore di una ragazza sincera che deve fare i conti con una immagine di Dio disumana, alla quale forse anche i genitori hanno contribuito. Certo, il corto circuito del pensiero magico guida Enrica a fare collegamenti irrealistici, come se l'impossibilità di essere amata da quel ragazzo fosse imputabile a qualcuno, anche a Dio stesso forse.

          Ma resta davvero il pensiero serio che loro si portano dentro su che cosa è la vita: se tutto ha un prezzo, si può giustificare il fatto che proviamo dolore, solo pensando che Dio stesso ci fa pagare l'accesso alla felicità. E a 17 anni hanno già deciso che un Dio gratuito, che non chiede di pagare la felicità che ci regala, non può esistere. Credo davvero che avrebbero bisogno di qualcuno che glielo mostri, più che di qualcuno che gli confermi la sua inesistenza, perché accanto a questo 'disincanto precoce' a 17 anni hanno però ancora il senso che invece la vita dovrebbe riservarle altro: donazione, gratuità, stupore. E sono disposte ancora a sperarlo. 

          'Cavolo Enrica, sento tutta la tua fatica e credo che davvero sia reale. Non è facile farci i conti, e lo so che è da un po' che ci sei dentro. Ma credo anche che se tu non sentissi che la vita è anche altro, è anche gioia, non ci staresti nemmeno male. Se tu fossi davvero convinta che la felicità si compra e si paga, non staresti li a sperare che Gianluca potesse guardarti, anche solo per un istante. A me viene da pensare che nessuno mi ha chiesto di nascere, e che se davvero nessuno mi avesse regalato niente non ci sarei nemmeno. Non credo che la vita sia un 'mercato' dove anche la felicità si compra e si vende. E si paga col dolore. Scusami se te lo dico, ma nessuno può obbligare un altro a sentire quello che non sente.

          Se Gianluca non ti saluta non è realistico pensare che, solo per questo, ti sta facendo un torto. Lo stesso vale per Dio: non è che se noi soffriamo, questo basta di per sé a pretendere che Lui ci faccia ciò che noi vogliamo. Dio non è il carabiniere della gioia. L'amicizia di Ale e di Veronica non le hai pagate, ma ci sono. L'amore di tua madre non lo hai pagato, ma c'è. Perciò è più bello piantare il tuo giardino e decorare la tua anima con ciò che la vita ti ha dato, invece di aspettare che qualcuno ti porti dei fiori a pagamento'. 

'Anche la sua voglia di ascoltarmi non l'ho pagata, ma c'è, grazie prof.'

Gilberto Borghi

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