Carlo Rovelli

Carlo Rovelli

Carlo Rovelli (nato il 3 maggio 1956 a Verona, Italia) è un fisico teorico, scrittore e divulgatore scientifico italiano, noto per i suoi contributi alla gravità quantistica e per la sua capacità di rendere accessibili temi complessi della fisica al grande pubblico.

Rovelli ha studiato fisica all'Università di Bologna e si è laureato all'Università di Padova. Dopo il dottorato, ha lavorato in diversi centri di ricerca internazionali, tra cui l'Università di Roma La Sapienza, l'Università di Yale e l'Università di Pittsburgh. Attualmente è direttore del gruppo di ricerca sulla gravità quantistica presso l'Université d’Aix-Marseille, in Francia.

È uno dei principali promotori della gravità quantistica a loop (Loop Quantum Gravity), una teoria che cerca di unificare la relatività generale e la meccanica quantistica. Questa teoria propone che lo spazio-tempo non sia continuo, ma sia composto da unità discrete (loop) di grandezza minima.

Oltre alla sua attività accademica, Rovelli è un apprezzato divulgatore scientifico. I suoi libri, scritti con uno stile chiaro e poetico, sono diventati best-seller internazionali, tradotti in decine di lingue. Tra le sue opere più famose:

"Sette brevi lezioni di fisica" (2014): una raccolta di saggi che spiegano in modo semplice e suggestivo i fondamenti della fisica moderna.
"La realtà non è come appare" (2014): un viaggio attraverso la fisica teorica e la filosofia della scienza.
"L’ordine del tempo" (2017): un'esplorazione della natura del tempo, una delle questioni più misteriose della fisica.
"Helgoland" (2020): un saggio sulla nascita della meccanica quantistica e le sue implicazioni filosofiche.
Filosofia e approccio interdisciplinare
Rovelli ha un approccio interdisciplinare alla fisica, intrecciando spesso scienza e filosofia. È noto per il suo interesse per il pensiero antico, in particolare per i presocratici, come Anassimandro, di cui ha esplorato l'influenza sul metodo scientifico.

Carlo Rovelli ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti per il suo lavoro scientifico e divulgativo. È considerato una delle voci più autorevoli nel dibattito sulle implicazioni filosofiche e culturali della scienza moderna.

Con la sua capacità di tradurre la complessità della fisica in concetti comprensibili e affascinanti, Rovelli ha ispirato un vasto pubblico, rendendo la fisica teorica accessibile e mostrando come la scienza possa illuminare il nostro posto nell'universo.

La natura è la nostra casa e nella natura siamo a casa. Questo mondo strano, variopinto e stupefacente che esploriamo, dove lo spazio si sgrana, il tempo non esiste e le cose possono non essere in alcun luogo, non è qualcosa che ci allontana da noi: è solo ciò che la nostra naturale curiosità ci mostra della nostra casa. Della trama di cui siamo fatti noi stessi. Noi siamo fatti della stessa polvere di stelle di cui sono fatte le cose e sia quando siamo immersi nel dolore sia quando ridiamo e risplende la gioia non facciamo che essere quello che non possiamo che essere: una parte del nostro mondo.
Lucrezio lo dice con parole meravigliose:
... siamo tutti nati dal seme celeste;
tutti abbiamo lo stesso padre,
da cui la terra, la madre che ci alimenta, riceve limpide gocce di pioggia, e quindi produce il luminoso frumento,
e gli alberi rigogliosi,
e la razza umana, e le stirpi delle fiere,
offrendo i cibi con cui tutti nutrono i corpi, per condurre una vita dolce e generare la prole …
Per natura amiamo e siamo onesti. E per natura vogliamo sapere di più. E continuiamo a imparare. La nostra conoscenza del mondo continua a crescere. Ci sono frontiere, dove stiamo imparando, e brucia il nostro desiderio di sapere. Sono nelle profondità più minute del tessuto dello spazio, nelle origini del cosmo, nella natura del tempo, nel fato dei buchi neri, e nel funzionamento del nostro stesso pensiero.
Qui, sul bordo di quello che sappiamo, a contatto con l'oceano di quanto non sappiamo, brillano il mistero del mondo, la bellezza del mondo, e ci lasciano senza fiato.

Carlo Rovelli, Sette brevi lezioni di fisica, Adelphi, pp.84-85