Castità: la conosci?

Spesso quando parliamo di castità ci vengono in mente una serie di divieti che la Chiesa impone per vivere gli affetti e le relazioni sentimentali. Ma è proprio così? Sfatiamo alcuni miti!

Spesso quando parliamo di castità ci vengono in mente una serie di divieti che la Chiesa impone per vivere gli affetti e le relazioni sentimentali. Ma è proprio così? Siamo sicuri che quello che abbiamo in mente riguardi il significato vero della castità? Iniziamo a sfatare alcuni “miti”: la castità non è una somma di divieti, ma un percorso, certo arduo, che conduce alla gioia del vero amore.

"La castità è una virtù difficile e la sua acquisizione richiede tempo; bisogna aspettare i suoi frutti e la gioia di amare che dovrebbe portare. Ma è la via infallibile alla gioia", scriveva San Giovanni Paolo II.

Per far luce su questa nozione di castità, cerchiamo di capire meglio alcuni equivoci, per sfatare appunto i miti!

Equivoco n. 1

La castità non è riducibile a "non avere rapporti sessuali". Castità significa "dire la verità con il proprio corpo in ogni circostanza".

Come disse Giovanni Paolo II, la castità "è la trasparenza dell'amore". È un modo di amare autentico, di essere padroni del proprio corpo e di non farsi dominare dai propri desideri.

Equivoco n. 2

La castità non significa essere "inchiodati". Significa rifiutare di fare dell'altra persona un oggetto per il proprio piacere.

Se una persona in una relazione aspira ad essere casta e l'altra no, quest'ultima è chiamata ad amare l'altro così com'è, con la sua fede, i suoi valori e le sue scelte, e a rispettare il suo cammino. Questa è "una prova d'amore che fa emergere il meglio di una persona".

"Non abbiate paura quando l'amore richiede sacrificio", ammoniva Giovanni Paolo II.

Equivoco n. 3

La castità non si limita ai rapporti prematrimoniali. Anche le coppie sposate sono chiamate a vivere la castità nel matrimonio, donandosi corporalmente in modo sincero e totale.

Equivoco n. 4

La castità non significa non provare più desideri. "Chi non ha più alcun tipo di desiderio non è puro... è morto!".

Il desiderio è un dono di Dio. Dio mette il desiderio nel nostro cuore. Non vuole sopprimere i nostri desideri, vuole "infiammarli", in modo che siano più forti ma anche purificati dal fuoco.

Equivoco n. 5

Lo scopo della castità non è quello di privarci, ma di portarci a dare. In una relazione d'amore è normale avere forti desideri di intimità fisica, ed è una vera sfida scegliere di aspettare. Tuttavia, è anche "un modo per nutrire un tesoro", un tesoro tanto più bello se è desiderato e atteso.

Prendiamo il paragone della scalata di una montagna: si gode del panorama in modo diverso a seconda che si sia saliti a piedi o in funivia. Se non si fa fatica, "si guarda il panorama e si torna giù", senza rendersi conto del dono che ci viene fatto.

Equivoco n. 6

La castità non è un "no". È innanzitutto un "sì" (alla dignità dell'altro) da cui scaturiscono diversi "no". "Significa scegliere l'intera persona a sacrificio di tutto il resto".

Equivoco n. 7

La castità non è disprezzo per il corpo e per la sessualità. Consiste nell'"integrare i propri desideri per farne una forza d'amore: un amore libero, incondizionato, fecondo e totale".

Speriamo, con questo articolo, di aver sfatato alcuni “miti” sulla castità. E al tempo stesso vi invitiamo a percorrere questa via tanto bella, quanto esigente, per vivere al meglio le relazioni affettive con le persone che incontrerete sulla vostra strada. La castità è la forma più alta di amore che ci porta ad amare come ama Dio.

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