Alla presentazione della bozza del documento finale del Sinodo, la sociologa dice che la Chiesa “ha saputo interrogarsi sui problemi che scuotono la cultura del nostro tempo, con grande semplicità...
del 24 ottobre 2018
Alla presentazione della bozza del documento finale del Sinodo, la sociologa dice che la Chiesa “ha saputo interrogarsi sui problemi che scuotono la cultura del nostro tempo, con grande semplicità...
“Ho molta fiducia che uscirà un documento finale che parlerà ai giovani, che sarà speranza per i giovani”. Cecilia Costa, docente di sociologia dell’Università Roma Tre, al Sinodo come esperta collaboratrice del segretario speciale, è convinta che la Chiesa, in questa assemblea di vescovi, sacerdoti, religiosi e laici, “ha interpellato e si sta interpellando sulla realtà giovanile come non ha fatto nessuna istituzione laica, in modo così serio”. E il documento presentato oggi in aula ai padri sinodali e ai giovani uditori e d esperti “sarà ascoltato dai giovani, penso anche dai lontani. Perché ha molto rispetto delle nuove generazioni”.
Le chiediamo quali parole userebbe per sintetizzare quello che sta emergendo nei lavori. “Testimonianza, esperienza, accompagnamento, discernimento – ci dice - ma anche vicinanza, e prossimità. E la testimonianza è dimostrata anche in questa vicinanza, in questa prossimità. In questo essere da esperienza a esperienza, da cuore a cuore”.
Da sociologa, chiediamo ancora alla professoressa Costa, che Chiesa ha visto in queste settimane di Sinodo? “Una Chiesa che mi ha entusiasmato e commosso. Perché se è vero che al di fuori alcune volte si parla di ferite della Chiesa, è vero invece che in questo Sinodo si vede una Chiesa non in trincea perché chiusa, ma una Chiesa in uscita, una Chiesa che ha l’orgoglio di coloro che sono credenti in regioni e zone del mondo dove è difficile credere, ma lo sanno testimoniare con grande forza”.
Una Chiesa, ci dice ancora la sociologa di Roma Tre, “che è guidata da un Papa che ha il carisma dell’ascolto, della testimonianza, dell’accompagnamento. E’ una bella Chiesa ed è una Chiesa sinodale. Glielo dica da sociologa dei processi culturali. Raramente ho visto la capacità così sentita di interrogarsi sui problemi che scuotono la cultura del nostro tempo, con grande semplicità, anche nei circoli minori”. E’ un dato di fatto, aggiunge, qui alk Sinodo ci sono “persone che vogliono veramente mettersi al servizio dei giovani e della Chiesa del Terzo Millennio. Di chi vive all’interno e chi vive all’esterno della Chiesa, senza clericalismo e senza fare proselitismo, ma con la testimonianza”.
Le risposte che il documento finale cercherà di dare alle domande dei giovani, , le chiediamo in chiusura, saranno diversificate secondo le situazioni locali? “Sarà compito degli episcopati locali mettere in atto quello che emerge dal Sinodo. Ma le differenze sono state tenute in considerazione, anche perché ci sono marginalità, povertà che riguardano altri paesi, ma ci sono anche povertà, deserti spirituali che riguardano anche l’Occidente. Si è stati attenti a tutto, ma con grande semplicità”.
Alessandro Di Bussolo
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