La vita del Papa raccontata al cinema, in un film uscito ieri...
La vita del Papa raccontata al cinema. Esce giovedì 3 dicembre, nelle sale di mezzo mondo «Chiamatemi Francesco - Il Papa della gente», il film con cui Daniele Luchetti ha ricostruito la vita di Jorge Mario Bergoglio.
«Questo non è un film religioso - ha sottolineato il regista di successi come “Il portaborse” e “La nostra vita” - È un film che racconta un personaggio che crede. E nel raccontarlo sono stato dalla sua parte, ammirando e invidiando ogni sua scelta, cercando di mettere assieme gli indizi, scrutando il suo volto durante omelie e interviste precedenti la sua elezione».
«La preoccupazione più grande - ha precisato Luchetti - era quella di non fare un’agiografia, evitare cioè di sottolineare in ogni momento del film che prima o poi il giovane Bergoglio sarebbe diventato Papa. L’altra cosa che avevo a cuore era quella di rispettare il più possibile la storia dell’Argentina, raccontandone quel periodo buio evitando di farlo con l’occhio del turista».
Il Film racconta il percorso che ha portato Jorge Bergoglio, figlio di una famiglia di immigrati italiani a Buenos Aires, alla guida della Chiesa cattolica. In un primo tempo il giovanissimo Bergoglio è un ragazzo come tanti, peronista, con una fidanzata e una professoressa di chimica a scuola, Esther Ballestrino, a cui rimarrà legato per tutta la vita. Poco più che ventenne, egli entra nell’Ordine dei Gesuiti. Durante la dittatura di Videla, Bergoglio sarà nominato padre provinciale dei Gesuiti argentini e cercherà di dare un aiuto ai perseguitati dal regime. Diventato Arcivescovo di Buenos Aires, s’impegnerà principalmente nella vita delle periferie come con i poveri del celebre Barrio 31.
«Quando sono stato in queste favelas - rileva Luchetti - ho ricevuto qualcosa di enorme. Entri dentro queste favelas e la prima cosa che vedi sono i bambini che giocano in strada che ti sorridono, ti abbracciano e pensi “che bello”, poi osservi meglio e capisci che non sono a scuola, che spesso sono stati abbandonati, in alcuni casi abusati. Chi si occupa di questo? In prima linea c’è la Chiesa».
Presto tramontata l’ipotesi di un divo mondiale come Antonio Banderas in qualità di protagonista, la scelta relativa al Bergoglio cinematografico è caduta su due attori: l’argentino Rodrigo De La Serna («I diari della motocicletta») impersona il futuro papa dal 1961 al 2005, il cileno Sergio Hernandez («No» e «Gloria» fra i film interpretati di recente) sino ai giorni nostri. Il cast comprende inoltre Muriel Santa Ana, Josè Angel Egido e Alex Brendemuhl. La sceneggiatura è opera dello stesso Luchetti e di Martin Salinas, han collaborato Piero Balzoni, Luisa Cotta Ramosino e Paolo Marchesini. La produzione ha a lungo cercato un interlocutore in Vaticano per far leggere la storia ma la ricerca è stata infruttuosa.
«Chiamatemi Francesco» è stato prodotto dalla Taodue di Pietro Valsecchi e dalla Medusa che lo distribuisce in settecento copie nei cinema italiani. Imponente, almeno secondo i parametri italiani, la cifra stanziata per l’operazione: 12 milioni di euro. Il Film è stato girato tra Argentina, Germania e Italia (Roma e Torino le città teatro delle riprese), circa 3mila le comparse utilizzate. Una quarantina le nazioni che si sono assicurate sino a questo momento la visione del Film. È inoltre prevista una versione televisiva: si articolerà in quattro puntate di cinquanta minuti ciascuna, caratterizzerà tra un anno e mezzo altrettante serate di Canale 5.
Daniele Cavalla
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