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Chiara, Maria Antonietta e Mauro Salesiani Cooperatori: le loro testimonianze.

Pubblichiamo le testimoninaze che Chiara, Maria Antonietta e Mauro hanno letto durante la Messa in cui hanno fatto la loro promessa come Salesiani Cooperatori.


Chiara, Maria Antonietta e Mauro Salesiani Cooperatori: le loro testimonianze.

da Quaderni Cannibali

del 20 maggio 2008

 

“Chi si sente amato, ama; e chi ama ottiene tutto specialmente dai giovani”. Sono parole di don Bosco che descrivono bene quale sia la storia ed il senso della promessa di Salesiana Cooperatrice che oggi formulo.

Chi si sente amato,… ama. Mi sento amata da te, Padre buono, preziosa ai tuoi occhi. Riconosco tutto questo nei grandi doni che hai fatto alla mia vita. Una famiglia, innanzitutto, nella quale sono cresciuta godendo dell’aiuto dei miei genitori e fratelli.

Signore, ti ringrazio anche per i tanti amici, importanti compagni di strada, con i quali condividere esperienze, progetti ed affetti. Grazie per Mauro, grazie per Maria con cuo ho condiviso il cammino di formazione e da lì un’amicizia sempre più profonda.

Mi ritengo fortunata anche per le molte opportunità di formazione umana, cristiana, salesiana e professionale di cui godo e che mi permettono di guardare il futuro con speranza e fiducia.

Altro dono del Tuo amore è questa “avventura salesiana”, cominciata proprio qui,  frequentando questa scuola, e poi continuata attraverso il gruppo Biennio, Triennio, i cammini ispettoriali e l’animazione. Nel corso degli anni ho incontrato molti salesiani e suore, ed attraverso loro ho avuto il privilegio di scoperto lo sguardo di don Bosco, trasparenza gioiosa degli occhi di Dio. È grazie a loro che ho imparato la ricchezza della sua proposta di vita cristiana e santità giovanile, l’amore per i giovani e la passione per la loro educazione.

Con il tempo quello che all’inizio era un vivace “con voi sono felice…” è maturato in un’appartenenza più chiara, un dire “frate o non frate, sempre con don Bosco”, tanto da desiderare oggi una piena condivisione dello spirito salesiano: uno stile originale di vita e di azione, fatto di pane, lavoro e paradiso. Concretezza e creatività , sogni ed allegria come ingredienti per la santità.

Tutti questi doni di Dio sono un tesoro che mi è stato affidato. Un tesoro da custodire, un tesoro da incrementare, un tesoro da far fruttificare prendendo a cuore la mia vita per realizzare il progetto che Dio ha su di me. Da parte mia posso offrire un’adesione libera e gioiosa attraverso il mio impegno di Cooperatrice: mi sembra questo, infatti, il modo per riamarti, Signore…perché chi si sente amato, ama.

Attratta dal Tuo amore prometto di impegnarmi, perché l’amore chiama amore.

 

 

Maria Antonietta Esposito

 

Fino a qualche anno fa non conoscevo i Salesiani e Don Bosco era per me un Santo come tanti...

Poi, all'improvviso, il Signore ha messo sulla mia strada una persona che chiedeva di essere ascoltata; lei, di “ salesiani” , ne sapeva molto...mi sono ritrovata così a leggere la vita e le opere di Don Bosco e ad ascoltare di comunità proposta, di oratori, di ispettoria..

Dopo un po', il lavoro mi ha portato ad incontrare una salesiana cooperatrice: così ho avuto la possibilità di leggere per la prima volta il “regolamento di vita apostolica “: in quelle pagine ho scorto la traccia di quella che fino ad allora era stata la mia vita; più leggevo e più sentivo che quelle righe mi riguardavano...ma mi mancava qualcosa..

Da qui la decisione, non senza incertezze, di partecipare alla scuola cooperatori e successivamente al centro cooperatori di Castello di Godego; gli inizi non sono stati facili, ma poi ho capito che il Signore mi aveva regalato la possibilità di avere un' altra famiglia su cui contare e con cui condividere uno stile di vita.

In molti mi hanno chiesto se fossi pronta ad affrontare il momento della promessa...

Per me questa giornata non e' solo un traguardo ma anche un punto di partenza: vivere appieno lo stile salesiano senza aver paura di confrontare con il Vangelo ogni giorno della mia vita.

 

 

Mauro Forner

 

Io fondamentalmente volevo fare l’animatore, e mi piaceva un sacco. È curioso come il Signore si serva di ciò che ci piace per renderci felici e farci arrivare a Lui.

 Sono cresciuto in una famiglia che mi ha educato alla fede, che mi ha insegnato molto di quello che sono e non mi ha mai ostacolato in modo pesante nelle mie scelte.  Ringrazio molto i miei genitori per avermi guidato a prendere alcune decisioni:  per esempio, mi hanno spinto a frequentare il Gr.Est. dalle Suore a Guarda (Montebelluna). Grazie davvero.

A me però non piaceva il Gr.Est. in sé stesso, cioè aldilà dei giochi e delle danze, la mia aspirazione era quella di fare l’animatore. Sono cresciuto con il mito dell’animatore, non c’era altro che io desiderassi di più. Ed è così che ho iniziato a frequentare l’ambiente delle suore. Quando mi è stato possibile ho partecipato ad un meeting ispettoriale, ed è lì che ho scoperto che esistevano i salesiani, uomini che si dedicavano totalmente ai giovani, che nella mia testa, voleva dire fare gli animatori a vita. Fino ad allora per me esistevano solo suore. Già da qualche tempo qualcuno, vedendomi così convinto, mi aveva parlato di seminario, ma la cosa non mi convinceva… ma adesso che sapevo dell’esistenza dei salesiani, cioè di “suori” che abbracciavano quello stile che a me piaceva così tanto, uno stile che permetteva perfino che le suore si togliessero il velo per giocare a calcio e stare con i ragazzi in cortile, la cosa era più che chiara: volevo fare il salesiano.

Ho iniziato quindi i cammini del Movimento Giovanile Salesiano, perché mi permettevano di realizzare i miei sogni: essere animatore e fare il salesiano.

Nel frattempo una scelta “missionaria” mi ha portato ad abbandonare le suore di Guarda per essere animatore nella mia parrocchia di appartenenza, attraverso quel Gr.Est. che all’epoca mi sembrava così diverso, il coro e poi successivamente tutta l’avventura dell’Oratorio. In quel periodo a Biadene io ho sempre continuato a frequentare i cammini ispettoriali e il mondo Salesiano attraverso le feste dei giovani e i corsi animatori, cercando sempre, forse troppo poco, di rendere partecipi i miei compagni di viaggio delle belle esperienze che vivevo.  Col senno di poi, nell’MGS quello che mi prendeva non era quello che si faceva, ma lo stile di gioia e soprattutto il fatto che mi sentivo amato per quello che ero e apprezzato nelle mie capacità, nella mia persona. Esattamente come ho poi scoperto essere l’indicazione di don Bosco. Che non solo siano amati, ma che essi stessi sappiano di essere amati.

In questo cammino altalenante dove la mia voglia di fare il Salesiano era sempre più grande, in realtà ignoravo che mi stavo staccando sempre di più dall’essenza del salesiano consacrato. Come in tutte le scelte importanti, con la mia guida ho deciso ad un certo di punto di entrare in Comunità Proposta, per dare una sterzata e verificarmi seriamente. In realtà non sono mai entrato, infatti, in quel momento così delicato, tutte le mie certezze sono state spazzate via dagli eventi brevi e immediati di un’estate che sono stati davvero segni di Grazia e della presenza di Dio nella mia vita. Mi sono reso conto che la vita religiosa forse non era proprio quello che faceva per me. Negli esercizi Spirituali del 2005, quelli per la comunità diaspora, ho capito infatti che la vocazione, qualunque vocazione, è quella per ognuno “più sofferta, più pregata e più fruttuosa d’amore”. Ecco che quello che avevo sempre voluto essere, in realtà era per la mia vita una scelta di comodo, per niente pregata, per nulla sofferta e assolutamente non fruttuosa d’amore perché mi sarei chiuso in me stesso e nel mio mondo.

Quella definizione di vocazione mi portava senza dubbio ad essere un Laico. Ma la voglia di rimanere con don Bosco, di riuscire ad essere anch’io mezzo per portare Gesù Cristo ai Giovani, era forte. Avevo sentito parlare dei cooperatori Salesiani, ma, non conoscendoli, li avevo sempre considerati un qualcosa a metà. Invece improvvisamente, come uno straccio su uno specchio appannato, quella figura del laico che è salesiano vivendo nel mondo la sua vocazione, che opera negli ambienti in cui si trova con semplicità e allegria, in ambienti dove i salesiani consacrati non possono arrivare, si era delineata chiara nella testa. Dovevo solo verificarla. Adesso dopo quasi tre anni da quel momento, passati ad approfondire me stesso in questa vocazione, soprattutto attraverso Chiara con la quale ho iniziato la scuola aspiranti e che è presenza concreta nel mio cammino e Maria Antonietta, sempre disponibile a condividere la strada fatta, Proprio assieme a loro sono qui per dire il mio Sì al progetto di Dio per me all’interno della Famiglia Salesiana.

 

Associazione Salesiani Cooperatori - 

 

L’Associazione dei Cooperatori è uno dei Gruppi della Famiglia salesiana. Apporta alla Famiglia salesiana i valori specifici della sua condizione secolare, nel rispetto dell’identità e autonomia proprie di ogni Gruppo. Vive in particolare rapporto di comunione con la Società Salesiana, che per volontà del Fondatore, ha nella Famiglia uno specifico ruolo di responsabilità.

I Salesiani Cooperatori intendono vivere il Vangelo alla scuola di San Giovanni Bosco. Sono nati dall’invito che, fin dalle prime origini, egli fece a laici, uomini e donne, e a membri del clero diocesano, di 'cooperare' alla sua missione di salvezza dei giovani, soprattutto di quelli poveri e abbandonati.

 

 

Chiara Bertato

MGS Triveneto

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