Ogni settimana, un commento al Vangelo della domenica alla luce della spiritualità di San Francesco di Sales
Dal Vangelo secondo Luca (21,25-28.34-36)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
Gli uomini e donne che non credono vivono nell’angoscia, nell’ansia e nella paura. Esercizi orientaleggianti, colloqui di ogni tipo, pastiglie varie sono insufficienti a placare la paura di chi non ha l’anima in Cristo.
«Vegliate in ogni momento pregando».
Cosa significa vigilare? Cosa implica nel nostro quotidiano?
La preghiera, a cosa porta? E soprattutto, con tutti gli impegni che ci vengono affidati, con l’attenzione che ci viene richiesta, come facciamo a vivere «ogni momento pregando»?
L’autentica vigilanza evangelica è propria dell’innamorato e dell’innamorata. Solo chi ha scoperto l’amore e soprattutto l’Amore (sempre fedele, che non delude mai) può rimanere sempre sveglio. E ugualmente sereno, non agitato o scomposto: fremente, allo stesso tempo nella pace, proprio perché Dio è fedele e mantiene le sue promesse.
Nel nostro quotidiano, Francesco di Sales ci insegna a lanciare numerosissime «frecce», pensieri d’Amore a Dio, anche se siamo molto indaffarati. Perché non proviamo, almeno qualche volta, durante questo Avvento, mentre guidiamo, facciamo la lavatrice, stiriamo, aiutiamo in casa, nei momenti di stanchezza dello studio… a NON accendere subito la musica, ma a rivolgerci a Dio con tutto il cuore? La nostra scelta, il piccolo sacrificio, il gratuito dono d’Amore sarà certamente ascoltato, non cadrà nel vuoto!
Francesco di Sales si è impegnato, soprattutto nella Filotea, a offrire indicazioni e suggerimenti validi per ogni cristiano, che sia papà, mamma, figlio, religioso, sacerdote, vescovo. Lo scopo di tutta la nostra vita è l’unione con Dio. «Il» mezzo (non «un» mezzo) è la preghiera. La preghiera non consiste nel continuare a biascicare rosari senza neppure rendersene conto (seppure a Dio sia certamente gradito nell’intenzione!). Invece, la vigilanza, l’unione con Dio, la preghiera si può realizzare quotidianamente trovando Dio in tutti coloro che avviciniamo, offrendo all’Amato la fatica dello studio e del lavoro.
Francesco di Sales, a solo sentirne il nome, è considerato da molti, troppi cristiani, un vescovo «di miele», eccessivamente bonario. Insomma, spesso non si è compresa la sua vera «dolcezza». Riportiamo una pagina della Filotea che dimostra esattamente il contrario.
«Come un pittore dà ai volti che dipinge le sembianze e l’espressione delle donne che ama, così ognuno si crea la devozione secondo le proprie tendenze e la propria immaginazione. Chi si consacra al digiuno, penserà di essere devoto perché non mangia, mentre ha il cuore pieno di rancore e mentre non bagna la lingua nel vino e neppure nell’acqua, per amore della sobrietà, non avrà alcuno scrupolo nel tuffarla nel sangue del prossimo con la maldicenza e la calunnia.
Un altro penserà di essere devoto perché recita tutto il giorno una serie interminabile di preghiere, mentre non darà peso alle parole cattive, arroganti e ingiuriose rivolte durante la giornata a domestici e vicini. Qualche altro farà l’elemosina ai poveri, ma non riuscirà a perdonare i nemici; ci sarà poi chi perdonerà i nemici, ma per pagare i debiti ci vorrà il tribunale.
Tutta questa brava gente è considerata devota, ma non lo è per niente».
Traduciamo la pagina al contrario e scopriremo la vera vigilanza, l’autentica preghiera che inizia a lasciarci preparare al Natale da parte della Grazia di Dio.
di don Paolo Mojoli sdb
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