Incontro della Consulta MGS a Bacau
Dal 21 al 23 febbraio ho vissuto un'esperienza intensa e significativa presso l'oratorio salesiano di Bacau, in Romania. Insieme ad altri giovani del Movimento Giovanile Salesiano della Delegazione Romania e Moldavia, ci siamo ritrovati per un momento di formazione e programmazione. È stato un weekend che ha lasciato un segno profondo in me, un tempo di incontro, riflessione e scoperta.
Appena arrivati, siamo stati accolti con un calore straordinario. La serata di venerdì è iniziata con giochi e momenti di fraternità, creando subito un'atmosfera di famiglia. Durante la buonanotte, don Emanuele Zof, delegato ispettoriale di Pastorale Giovanile, ci ha parlato dell'importanza di appartenere al Movimento Giovanile Salesiano, non solo come un gruppo, ma come una missione da portare ovunque andiamo. Quelle parole mi hanno toccato profondamente: ho capito che il MGS non è solo un’esperienza da vivere, ma un messaggio da trasmettere agli altri.
Il momento che più mi ha colpito è stato il ritiro spirituale del sabato mattina. Don Emanuele ci ha guidati in una riflessione sul tema "fraternità e cura". Attraverso le storie di Caino e Abele, Giuseppe e i suoi fratelli, e la parabola del buon Samaritano, ho visto come la fraternità non sia qualcosa di scontato, ma una scelta quotidiana. La cura dell’altro non è solo servizio, è umanità. Non si tratta solo di "fare del bene", ma di vivere un amore che costruisce relazioni autentiche, proprio come ci insegna Gesù e come ci ha mostrato don Bosco.
Durante il pomeriggio abbiamo lavorato alla preparazione dell’incontro di aprile a Chisinau. Mentre discutevamo delle attività da proporre, mi sono reso conto di quanto sia importante progettare con gli altri, ascoltare e accogliere idee diverse. In quei momenti non stavamo solo organizzando un evento, ma stavamo costruendo qualcosa di più grande: una comunità che si prende cura di ogni giovane che incontriamo.
La serata di sabato si è conclusa con un momento di preghiera. In quel silenzio, ho sentito forte la chiamata a prendermi cura degli altri non per dovere, ma per scelta d’amore. La domenica, prima di tornare a casa, abbiamo condiviso le emozioni vissute e celebrato l’Eucaristia con i cooperatori salesiani. Guardando negli occhi i miei amici, ho capito che non eravamo più gli stessi di quando eravamo arrivati: eravamo più fratelli, più consapevoli della bellezza di essere parte di questa grande famiglia salesiana.
Questa esperienza mi ha insegnato che la cura degli altri non è solo un compito, ma un dono che trasforma il cuore. E ora, con questa consapevolezza, voglio continuare a portare il carisma salesiano nella mia vita, perché ogni giovane che incontro possa sentirsi accolto e amato, proprio come io mi sono sentito in questi giorni.
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