Deputati italiani contro il «figlio di tre genitori»

Delle 36.549 firme raccolte sinora, da Montecitorio ne arrivano 55. È lo 0,15%: ma il segnale politico è assai più rilevante del peso statistico...

Deputati italiani contro il «figlio di tre genitori»

 

Delle 36.549 firme raccolte sinora, da Montecitorio ne arrivano 55. È lo 0,15%: ma il segnale politico è assai più rilevante del peso statistico. Sono le adesioni di deputati italiani di quasi tutti i partiti alla petizione europea per fermare «la proposta nel Regno Unito di modificare il patrimonio genetico degli embrioni umani e di creare bambini da tre genitori». L’appello online, che verrà recapitato con le firme (obiettivo sulla piattaforma web CitizenGo quota 50mila) al ministro inglese della Salute, è stato rilanciato in Parlamento da Eugenia Roccella (Ncd), che non appena la Camera dei Comuni britannica ha approvato il 4 febbraio la possibilità di concepire embrioni col dna di papà, mamma e donatrice della parte di patrimonio genetico "sana" (da sostituire a quella malata della madre) ha fatto circolare l’appello tra i colleghi, con una risposta insperata. Deputati di sei gruppi si sono detti d’accordo sull’affermazione, proposta da associazioni pro-life inglesi, che «l’embrione è uno di noi fin dal momento del concepimento e per questo merita assoluto rispetto». 

 

Deputati e cittadini europei firmatari chiedono «con urgenza» che il governo di sua Maestà «si opponga totalmente a ogni tentativo di autorizzare qualsiasi forma di modificazione genetica dell’embrione umano», a cominciare dal figlio di tre genitori inventato per evitare – si dice – la trasmissione di malattie genetiche, ma sul quale gravano molte ombre scientifiche ed etiche: «Nessuna delle tecniche proposte – si obietta nella petizione – rappresenta una cura per la malattia del mitocondrio, che continuerà ad apparire alla nascita in modo casuale», «la proposta non rappresenta affatto un tentativo di curare la malattia in bambini già nati, ma piuttosto punta a creare un nuovo embrione umano, la cui composizione genetica risulterebbe dal materiale genetico di due donne», «questi cambiamenti verrebbero trasmessi alla future generazioni con conseguenze imprevedibili», mentre «gli esperimenti animali in questo campo hanno mostrato una caduta del tasso di sopravvivenza, crescita rallentata e altre orrende anomalie». A firmare la petizione sono stati: per il Pd Simonetta Rubinato, Flavia Piccoli Nardelli, Edoardo Patriarca ed Ernesto Preziosi; Gianluigi Gigli di Per l’Italia; i deputati di Ap Eugenia Roccella, Rocco Buttiglione, Maurizio Bernardo, Raffaele Calabrò, Vincenzo Garofalo, Antonino Bosco, Paola Binetti, Giuseppe De Mita, Nunzia De Girolamo, Alessandro Pagano, Gianfranco Sammarco, Andrea Causin, Rosanna Scopelliti, Paolo Tancredi, Paolo Alli e Vincenzo Piso; per la Lega Giancarlo Giorgetti, Nicola Molteni, Filippo Busin, Emanuele Prataviera e Marco Marcolin; per Forza Italia Guglielmo Picchi, Benedetto Fucci, Fabrizio Di Stefano, Riccardo Gallo, Paolo Russo, Monica Faenzi, Gianfranco Chiarelli, Antonino Minardo, Roberto Marti, Angelo Cera, Daniela Santanchè, Luca Squeri, Gianfranco Rotondi, Jole Santelli, Trifone Altieri, Ignazio Abrignani, Sandra Savino, Antonio Distaso, Paolo Vella, Alberto Giorgetti, Pietro Laffranco, Antonio Marotta, Antonio Palmieri, Giovanni Mottola e Francesco Catanoso; e per Fratelli d’Italia Fabio Rampelli, Gaetano Nastri, Ignazio La Russa e Achille Totaro.

 

 

Francesco Ognibene

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