Diario di prof - che cosa abbiamo imparato questo'anno
Ogni anno scolastico è diverso dagli altri; quest’ultimo, però, è stato unico e indimenticabile!
Diario di prof - che cosa abbiamo imparato questo'anno
di Marco Pappalardo
Carissima/o,
ogni anno scolastico è diverso dagli altri; quest’ultimo, però, è stato unico e indimenticabile! Di solito l’avremmo detto per qualcosa di bello, invece facciamo fatica a trovare un po' di luce tra le tenebre della pandemia. Eppure non mi rassegno all’idea che tutto sia perduto e, accettata la realtà, mi piace pensare che qualcosa questo tempo ce l’abbia insegnato, e desidero condividerlo con te come ultima lezione di quest’anno:
- Non eravamo preparati a tutto ciò, non avevamo studiato per questo “esame”, ma lo abbiamo superato insieme e con ottimi voti finora.
- Ci siamo dedicati spazi dimenticati e tempi mai considerati, in qualche modo ritrovando noi stessi o ponendoci delle domande che ci aiutano in questa ricerca.
- Abbiamo aperto libri nuovi o impolverati e sfogliato pagine che ci attendevano da tempo o che avrebbero atteso ancora molti anni.
- Ci siamo applicati ad attività diverse, scoprendo per esempio il ‘master chef' che c’è in noi oppure l’Homer Simpson, ma soprattutto ci siamo ritrovati a 360° figli, sorelle, fratelli, nipoti, mogli, mariti, madri, padri, fidanzati, amici.
- Abbiamo scritto diari, poesie, formule, codici, numeri, mail, messaggi, forse persino libri; conservati con cura, e un giorno riletti, ci faranno piangere e ridere insieme.
- Siamo stati a casa per forza, ma per amore siamo stati anche ‘classe’ tra gli alti e bassi della connessione.
- Non siamo stati ‘a scuola’, tuttavia siamo stati ‘scuola’ fino all’ultimo giorno.
- Niente viaggi d’istruzione, è vero, ma chi avrebbe mai pensato alla possibilità di visitare le “stanze segrete" in cui i prof. preparano le lezioni e correggono i compiti?
- Se il web era stato fino a febbraio una miniera dove attingere versioni tradotte, riassunti delle discipline, compiti da copiare, è stato riscoperto come opportunità per essere e fare scuola.
- Allo stesso modo abbiamo riscattato i ‘social’, spesso giudicati negativamente, restituendogli il vero senso di ciò che è ‘social’, non facendoci perdere di vista e rendendoci più compagni.
- La didattica a distanza non è un’alternativa alla didattica in presenza, soprattutto perché la scuola e la classe sono molto di più della didattica.
- Per tre mesi non è stato necessario rispondere alle solite e ripetute domande una volta rientrati a casa: “Come è andata a scuola?”, “Ti hanno interrogato?”.
- È stato abbattuto il muro tra vita e scuola, per cui spesso si ritiene che la scuola debba solo insegnare contenuti evitando sentimenti, passioni, umanità e relazioni.
- Abbiamo scoperto nuove modalità per studiare e sviluppato competenze non previste, cioè siamo diventati più bravi.
- Siamo anche divenuti cittadini più consapevoli e, restando a casa e studiando, abbiamo compiuto il nostro dovere civico, sostenendo la nostra società.
- Pur non costretti, ci siamo alzati ogni mattina per essere classe, fosse anche in pigiama e con la tazza di latte: è una conquista!
- Pur sapendo di essere comunque ammessi alla classe successiva o agli esami, chi più chi meno ha dato il massimo, e non era scontato.
- Abbiamo detto pure qualcosa di indicibile, almeno in pubblico, e forse sarà il trauma più grande che ci porteremo: “Mi manca la scuola!”.
- Ci è mancato qualcosa – la scuola - che in realtà abbiamo sempre avuto, che resterà una certezza nonostante tutto per molti anni della nostra vita, e averlo scoperto è un importante insegnamento per il futuro.
- L’ultimo insegnamento lo lascio a te come una pagina bianca da completare….in questo tempo di vacanza. Serena estate!
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