Domenica 8 Settembre 1957

Non ho grandi cose da offrire al Padre mio, certo, ma la sua misericordia è infinita. Il piccolissimo granello di senapa che, con l'aiuto della grazia, son riuscito a piantare e a far germinare, può divenire un albero se il Padre mio lo desidera. Insomma, fiducia!

Domenica 8 Settembre 1957

da L'autore

del 07 gennaio 2010

Maria mi colma di grazie perché mi purifichi

Domenica 8 settembre

Festa della natività della Vergine Maria. Bisogna che io preghi in modo più speciale quest'oggi. Reciterò un rosario supplementare e chiederò alla Madre nostra che, in questo giorno che celebra il suo ingresso nella vita terrena, Ella preghi in maniera più particolare il suo divin Figlio di far nascere alla vita della grazia un maggior numero di peccatori. E poi che la mia nascita al cielo si effettui in buone condizioni. Sto per comparire davanti al Padre mio, e devo dunque essere pieno di fiducia e di amore, e non devo sembrare troppo spaventato dalla mia miseria opposta alla sua gloria.

Non ho grandi cose da offrire al Padre mio, certo, ma la sua misericordia è infinita. Il piccolissimo granello di senapa che, con l'aiuto della grazia, son riuscito a piantare e a far germinare, può divenire un albero se il Padre mio lo desidera. Insomma, fiducia!

Ma vorrei che tutti quelli che vivono nel mondo, incuranti o tiepidi, capissero come capisco io attualmente la difficoltà che v'è a passare attraverso la porta stretta! Non c'è un pressapoco: viene eseguita la purezza più assoluta. Chi si presenterà davanti al suo Padre celeste col più piccolo peccato veniale non espiato, andrà a purificarsi nel fuoco del purgatorio.

Io so che la Santa Vergine vuole condurmi di rettamente in cielo e consegnarmi al suo divin Figlio. Nella sua grande bontà, Ella mi colma di grazie al fine che io possa avere la forza di purificarmi. Bisogna che io preghi senza sosta, lo so bene, e devo dare a questo senza sosta il suo senso più assoluto.

Malgrado ciò, rimango tanto indegno e miserabile, e non potrei certo placare la giustizia divina irritata; così, affinchè io sia giustificato la Santa Vergine mi ha donato le preghiere di numerosi monaci, parenti, amici, che il Signore ascolta favorevolmente. Chi potrebbe rifiutare alcunché a quei santi padri che vivono, spesso da molti anni, nell'amore del Signore? Io sono realmente colmato di grazie, sono un privilegiato! Non so se Satana ha chiesto di vagliarmi [Lc 22,31], ma se l'ha fatto gli è stato intimato l'ordine di stare tranquillo. Notte e giorno sono circondato da una siepe di grazie del tutto speciali e temo d'essere ingrato non ringraziando bene la Santa Vergine come dovrei, per tutte le sue bontà.

E poi, oggi è giorno di festa. In onore della sua nascita, la Vergine Maria ha messo nel mio cuore un fiorellino di paradiso e io vivo con la testa in cielo, anche se ho i piedi sulla terra. Quando prego, mi sento tratto fuori di me stesso, non posso che contemplare e dimentico persino di respirare. Quando l'anima gioisce, il corpo è morto e più nulla conta all'infuori dei baci che si mandano al cielo. Mio Signore e mio Dio! Poco fa pensavo alla croce e a tutte le sofferenze del povero Gesù! Nessuno soffrirà mai tanto quanto Lui! Quante crocifissioni non ha Egli sopportato?

Noi siamo cattivi ed egoisti, e quando qualcuno ci fa una cattiveria, non soffriamo certo per costui. Ma Ges√π! Che delusione, che dolore vedere il suo amore disprezzato! Ad ogni ingiuria una punta doveva trapassargli il cuore.

Quanto l'ingratitudine degli uomini doveva gravargli pesantemente sulle spalle! Ecco una prima crocifissione. A tutto questo veniva ad aggiungersi la sofferenza fisica intollerabile dei chiodi nelle sue membra. E terza crocifissione il dolore di quel Cuore sensibile che vedeva la Madre sua affranta e piangente ai suoi piedi. Quanto avrebbe amato di poter consolare la povera Vergine Maria!

Credo che ci sarebbe da fare una splendida meditazione su Ges√π, solo nella notte, dopo la seduta del Consiglio. Se fossi pittore, mi piacerebbe rappresentare questa scena. Quali pensieri amari non dovevano assalirlo. Tanto amore profanato, calpestato!

E un'altra meditazione su Gesù di fronte a sua Madre ai piedi della croce. Egli ha realmente portato tutte le nostre croci, e la meno terribile non doveva essere quella dell'abbandono! L'amarezza sino all'estremo. Egli era solo nel dolore, solo da vanti all'odio, con tutti i pesi dei delitti del mondo sulle spalle. Chi mai potrà sopportare tanto? Potranno ben crocifiggerci, non saremo mai capaci che di soffrire nella carne, e ancora, se vogliamo, Gesù è lì per caricarsi del nostro dolore. Siamo talmente protetti! Che cosa potremmo temere?

La Vergine Maria prega senza sosta per noi, i santi intercedono e tutta la nostra famiglia con giunge le sue voci alle loro. Le nostre croci sono leggere e divengono persino le nostre delizie. San Lorenzo, sulla graticola, rendeva grazie al Signore, perché il fuoco che lo consumava nell'interno era più ardente di quello che lo divorava all'esterno. Chi possiede l'amore di Gesù possiede tutto e fa della terra il suo cielo. Vorrei proprio adagiarmi nella piaga del costato del caro Gesù, perché essa conduce diritto al suo Cuore. Ahimè, non sono ancora abbastanza piccolo per farlo; i miei peccati m'impediscono di penetrarvi, e devo dunque restarne fuori a gemere e a supplicare.

Jacques Fesch

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