San Giovanni Bosco si è lasciato conquistare da questo re e si è messo al suo servizio con grande generosità. Preso totalmente da Gesù gli ha consegnato il suo povero cuore di uomo perché attraverso di esso passasse l'unico amore che salva: l'amore del Crocifisso risorto!
DOMENICA XXXIV PER ANNUM
24 novembre 2013 Solennità di Cristo Re
Oggi celebriamo la solennità di Gesù Cristo re e Signore dell’Universo. In questo stesso giorno si conclude l’anno dedicato alla fede e, nella nostra Diocesi celebriamo la Giornata di preghiera per il Seminario e le vocazioni sacerdotali. E proprio in questo giorno giunge in mezzo a noi, dopo aver fatto il giro del mondo, l’urna con le reliquie di S. Giovanni Bosco.
Sono dunque molti, oggi, i motivi per dire grazie al Signore e per offrire il nostro cuore all’ascolto della Parola. Ci sono occasioni di grazia che non possiamo permetterci di perdere, perché ne va della nostra salvezza. Chiediamo perciò perdono al Signore per le volte in cui non abbiamo accolto i gesti del suo amore.
---
Omelia
Ci vuole davvero coraggio, nella solennità di Gesù Cristo Re e Signore dell’Universo, proporre il brano evangelico appena proclamato. Sembra una provocazione e probabilmente lo è, perché i criteri umani con i quali noi valutiamo la regalità non sono certamente quelli proposti dall’evangelista Luca.
Noi uomini riconosciamo come re colui che porta sul capo una corona d’oro, con incastonate delle pietre preziose e Gesù ci è presentato con una corona di spine; siamo soliti vedere un re vestito sontuosamente e Gesù è nudo e ferito a morte; normalmente un sovrano è seduto su un trono e Gesù è inchiodato su una croce; riteniamo infine che un monarca debba essere onorato dai suoi sudditi, mentre Gesù è attorniato da uomini che lo deridono, lo insultano e lo provocano: «Se tu sei re, salva te stesso!».
Si tratta dunque di una presa in giro? No, carissimi, si tratta della vera regalità umana. L’uomo è un re quando ama, quando dona se stesso nell’amore, quando non cerca di salvare se stesso, ma gli altri. Noi riconosciamo Gesù Cristo come Re e Signore dell’Universo, perché nessuno ha amato come lui! Lui ha amato da Dio e si è dato radicalmente nel dono di se stesso per la nostra salvezza. Grazie a lui “Dio ci ha liberato dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore”, ci diceva S. Paolo nella seconda lettura, perché anche noi potessimo regnare nell’amore.
San Giovanni Bosco si è lasciato conquistare da questo re e si è messo al suo servizio con grande generosità. Preso totalmente da Gesù gli ha consegnato il suo povero cuore di uomo perché attraverso di esso passasse l’unico amore che salva: l’amore del Crocifisso risorto! Attraverso il cuore di don Bosco l’amore di Gesù ha potuto conquistare il cuore di tanti ragazzi e giovani che rischiavano di rovinare la loro vita percorrendo vie suggerite dal male.
“Don Bosco è qui” è scritto nelle locandine preparate dai nostri fratelli Salesiani. Si, don Bosco, oggi, è qui a S. Donà. È qui nelle sue reliquie, ma soprattutto, nella comunione dei Santi, è qui nello Spirito. È realmente presente e partecipa a questa nostra assemblea liturgica. Con noi prega e contempla Gesù Re e Signore dell’ Universo.
E io ho anche immaginato di sentire la sua voce.
Che cosa ci diresti, caro don Bosco, qui, oggi, a noi tutti e in particolare ai ragazzi, agli adolescenti e ai giovani?
Io sono certo che prima di tutto tu ci indicheresti Gesù crocifisso e ci diresti: «Ecco il nostro Re! Ecco colui che ci ama fino a dare la vita per la nostra salvezza. Ecco colui che “ci chiama a regnare con lui nella giustizia e nell’amore” – come ci ricordava la preghiera di colletta – Ecco colui che “ci chiama a seguire le sue orme per fare anche della nostra vita un dono d’amore ai fratelli”. Ecco il Signore che anch’io ho seguito e amato e che ora contemplo nella gloria. Amatelo, ascoltatelo, seguitelo siate davvero suoi discepoli, perchè è l’unico che può rendere bella la vostra vita e valorizzarla al massimo!».
Si, io credo che tu ci diresti questo, oggi, caro don Bosco.
Cari amici, in noi non ci sia altra preoccupazione che regnare con Gesù e i suoi Santi nell’amore. Tante sono le cose che rendono bella e gioiosa la vita, ma solo l’amore la rende santa come quella di don Bosco. Preoccupiamoci perciò di imparare ad amare come ha amato Gesù. Don Bosco ha cercato di imitare Gesù. Non accontentiamoci di quel surrogato d’amore che ci propone il mondo. Puntiamo in alto, puntiamo all’amore vero, quello che ci offre Gesù dall’alto della sua croce e che ci raggiunge misteriosamente, ma realmente in ogni sacramento che riceviamo. Fra poco, facendo la comunione, lo riceveremo nell’Eucaristia.
In secondo luogo, non preoccupiamoci di altro che scoprire la via attraverso la quale ci chiama ad amare e offrire il nostro corpo agli altri. E parlando di “via”, voi mi capite, io intendo parlare della vocazione. Oggi celebriamo la Giornata di preghiera per il Seminario e per le vocazione sacerdotali, per ricordarci che il Signore chiama a spenderci non solo nella via del matrimonio, ma anche nella via del sacerdozio. Se oggi registriamo un calo di queste vocazioni, non dipende certamente dal venir meno della chiamata di Dio, ma dai nostri cuori che sono diventati più sordi ai suoi appelli e meno generosi nella risposta.
Ragazzi, adolescenti, giovani, non dimenticatelo: anche oggi, qui e ora, Gesù sta certamente chiamando alcuni di voi al sacerdozio come don Bosco e come i vari sacerdoti presenti in questa città di S. Donà. Non chiudete il vostro cuore, anzi, educatevi ad ascoltare la voce del Signore. E se udite che vi chiama, non abbiate paura, siate generosi e rispondete con gioia: «Si, eccomi, Signore! Voglio fare la tua volontà. Voglio donare anch’io la mia vita per la salvezza dei fratelli».
E voi, cari genitori, non impedite ai vostri figli di coltivare ideali alti di dono di se stessi. Anzi, pregate perché si preoccupino di cercare e fare la volontà di Dio. Solo così, infatti, potranno essere veramente felici.
Caro S. Giovanni Bosco, tu lo sai, noi stiamo vivendo un tempo che non è meno difficile di quello in cui tu sei cresciuto e hai realizzato la tua santità. Anche oggi i giovani vivono un certo smarrimento, perché noi adulti non siamo riusciti ad essere convincenti nella trasmissione della fede in Gesù Cristo. La cultura che respiriamo poi sta manifestando tratti sempre più pagani e sta disorientando i cuori inesperti di questi nostri figli.
Prega per noi, prega per questa città di S. Donà, perché noi adulti riusciamo ad offrire una testimonianza di fede più genuina e i giovani si lascino affascinare dall’amore crocifisso di Gesù. Invoca il Signore perché anche oggi, qui, tra noi, sorgano non solo famiglie sante, ma anche preti santi, religiosi, religiose e giovani santi. Così sia.
Versione app: 3.25.3 (26fb019)