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Don Bosco visto da Francesco Cerruti

Quando gli occhi più non gli servivano era doloroso eppure confortante spettacolo vederlo passare lunghe ore seduto sul povero sofà, tranquillo e sereno, con la corona in mano.


Don Bosco visto da Francesco Cerruti

da Don Bosco

del 03 gennaio 2011

        

         Francesco Cerruti nacque in provincia di Vercelli nel 1844. A dodici anni entrò nell’Oratorio di Valdocco. A superare la nostalgia di casa e di sua mamma lo aiutò Domenico Savio. Fece parte del gruppo che costituì il primo nucleo della Congregazione salesiana. Fu tra i primi quattro salesiani mandati da Don Bosco a frequentare l’Università di Torino. A 26 anni fu incaricato da Don Bosco di aprire e dirigere il collegio di Alassio, in Liguria.

 

         Ad appena 41 anni Don Bosco lo chiamò accanto a sé come consigliere generale delle scuole salesiane. Aiutò Don Bosco a organizzare la giovanissima Congregazione. Contribuì efficacemente per conservare l’unità didattica e morale nelle scuole salesiane. Don Bosco disse: «Di Don Cerruti, Dio ce n’ha dato uno solo, purtroppo».

         «Il demonio non riposa mai» Nelle 153 pagine che contengono la testimonianza di Don Cerruti al processodi beatificazione e canonizzazione di Don Bosco, diversi brani sono dedicati ai sacrifici che Don Bosco fece per i giovani e per le sue opere.

         A chi gli diceva: «Don Bosco, potrebbe prendersi un po’ di riposo», lui rispondeva: «Come volete che io mi prenda riposo, mentre il demonio non riposa mai? Quando riposerà lui dal far male, mi prenderò anch’io un po’ di riposo».

         Don Cerruti testimoniò che un giorno il cardinal Alimonda gli raccontò che «nell’inverno 1886 sono stato all’Oratorio, e vedendo che Don Bosco, ammalato ma in piedi, voleva partire da Torino per andare in Riviera e in Francia, lo pregai che non lo facesse, perché la sua salute non lo permetteva e i medici erano contrari.

         Sa che cosa mi rispose? “Quando il lupo ha fame, è costretto ad uscire dalla sua tana. Abbiamo a Roma dei debiti enormi per la costruzione della chiesa del Sacro Cuore. Qui all’Oratorio mi chiedono denari tutti i momenti per pagare il grano comprato e per altre provviste; bisogna dunque che io parta, non posso farne a meno; il Signore provvederà”».

         La raccolta di soldi per la costruzione della chiesa dedicata al Sacro Cuore, a Roma, assorbì veramente parecchio tempo ed energie a Don Bosco. «Furono incredibili le pene, anzi, gli strapazzi morali e fisici a cui si sottopose Don Bosco perché fosse eseguito l’incarico affidatogli dal Papa, e che il Cuore di Gesù avesse un degno tempio nella Capitale del mondo cattolico – testimoniò Don Cerruti –. Bisognava trovarsi con lui nei viaggi, vedere le lunghe e noiosissime udienze che riceveva, mirarlo scendere e salire con molto stento e scale, questuando come un tapino per amor di Dio, per farsi una qualche idea dello spirito che l’animava, perché fosse reso al Cuore di Gesù un culto a lui dovuto.

Claudio Russo

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