Don Filippo ci scrive.... n°09

Qui siamo ancora durante l'ottava di Natale, negli otto giorni dopo Natale, che abbiamo festeggiato il 7 gennaio e vorrei raccontarvi questa volta dei miei 4 Natali, cioè delle feste natalizie che abbiamo celebrato in 4 villaggi.

Don Filippo ci scrive.... n°09

da MGS News

del 14 gennaio 2010

 

Carissimi amici, un saluto affettuoso da Gambella.Spero che il nuovo anno sia iniziato bene per tutti, con tante benedizioni da parte del Signore.Ringrazio quelli che mi hanno mandato gli auguri di Natale, che ricambio di cuore.

 

 

Qui siamo ancora durante l’ottava di Natale, negli otto giorni dopo Natale, che abbiamo festeggiato il 7 gennaio e vorrei raccontarvi questa volta dei miei 4 Natali, cioè delle feste natalizie che abbiamo celebrato in 4 villaggi.

NYINENYNAG: il giorno di Natale siamo partiti di buon mattino, verso le 6: il nostro traduttore, Simon Duop, due suore di Madre Teresa, sister Felicita e sister Fermina, un catechista, Peter e io, carichi di “Spirito Santo” per festeggiare il Natale e anche di qualche biscotto, molte caramelle e altro per la gente. Ad attenderci c’erano davvero tante persone, anche perché avevamo in programma i battesimi dei bambini, una trentina. Abbiamo celebrato la Messa all’aperto, la cappella è già troppo stretta e battezzato i bambini con l’acqua del nostro pozzo. Dopo la Messa una bella festa a base di acqua, biscotti e caramelle: tutti felici ed entusiasti. Poi visita a due ammalati, malaria e dissenteria presumibilmente, e ad una mamma che aveva appena partorito.

MATAR: verso mezzogiorno, dopo tutto questo, ci siamo diretti verso Matar, circa 30 minuti di strada dopo Nyinenyang. Anche qui tantissimi ragazzi ci attendevano, con i catechisti, le donne, il coro e alcuni uomini. Una bellissima S. Messa natalizia nella cappella costruita da loro: fango, legno, qualche finestrella, e una porta davvero bassa, tant’è che dobbiamo sempre portare delle lampade per illuminare l’interno, ma la cosa bella è che è molto fresca, all’interno. Tanta gioia e fede: chi, come Mary, aveva fatto 10 km a piedi per venire alla Messa; chi aveva invitato vari amici; chi, come le donne del villaggio, avevano preparato il pranzo; chi, come Steven, il catechista, aveva preparato la S. Messa e anche la bellissima scenetta della nascita di Gesù. Alla fine lunghissimi ringraziamenti, era la prima volta che a Natale avevano avuto la S. Messa nel villaggio, e un saporito pranzo a base di pannocchie cotte, latte, e un buonissimo pesce del fiume che passa attraverso il villaggio. Alla fine, rientro a casa in macchina, circa tre ore di viaggio per arrivare a Gambella, stanchi ma molto contenti.

FULLDAN: il giorno dopo Natale, il venerdì, Simon Duop e io, abbiamo potuto raggiungere il villaggio di Fulldan, un’oretta in macchina e un’oretta a piedi, attraversando in un punto il fiume Baro, vista la stagione secca ora l’acqua arriva al petto, così ne abbiamo approfittato per rinfrescarci e fare una breve nuotata, stando bene attenti ai coccodrilli, eh, eh.

Credo che Fulldan sia proprio il villaggio più povero, capanne appena costruite, poche mucche perché molte sono state rubate, un terreno molto secco e pochi alberi intorno al villaggio e un gran caldo. Anche qui tutto il villaggio ci stava aspettando, per pregare insieme, soprattutto per cantare e mangiare qualche biscotto e qualche caramella insieme.

Abbiamo pregato, cantato, ascoltato, assistito ad una piccola scenetta sul Natale e alla fine tutti contenti perché si mangiava qualche cosa di diverso dal solito: pannocchie, latte, biscotti e caramelle. Qualche volta, quando riescono a pescarlo, hanno anche qualche pesce arrostito.

ILEA: il lunedì successivo, abbiamo celebrato Natale nel villaggio più vicino a Gambella, solo 35 km, ma cambiando lingua: il primi tre villaggi in lingua Nuer, mentre in Ilea si parla Anuak, totalmente diverso dal nuer, anche se tutte e due sono di origine sudanese. Questa volta di pomeriggio: due suore di Madre Teresa, due giovani ragazzi che ci traducono, un catechista di un altro villaggio e io.

Tutto il villaggio era radunato, circa 200 persone: bambini, ragazzi, giovani, mamme, alcuni uomini. Una intensa, ma breve preghiera, stiamo ancora imparando le basilari preghiere, capendo chi è Gesù, imparando i canti della Messa… alla fine un po’ di animazione per i ragazzi, due o tre bans per i quali vanno pazzi, soprattutto “auanagana”, e festa per tutti con i soliti biscotti e le caramelle.

Alla fine per i ragazzi sfida a calcio nel campo e per le ragazze a pallavolo e verso sera rientro, sempre con qualche malato che portiamo dalle suore di Madre Teresa per essere curato.

Nei miei 4 Natali quest’anno, credo che non dimenticherò: per primo, l’accoglienza che questa gente ha per il prete, per le suore, per la Chiesa, per Dio, per l’arrivo di Gesù: realmente ci stavano aspettando, stavano aspettando Gesù.

Secondo, la fede di molte persone nel venire alla S. Messa, alla preghiera, nonostante le distanze, nonostante il non star ben, nonostante avere poco cibo, nonostante… tanti altri nonostante. La loro fede muove la mia fede a credere sempre più, il loro cercare Dio, la loro preghiera, muove la mia ricerca di Gesù per servirli sempre di più, è un dono reciproco.

Terzo: Gesù ha scelto di nascere nel nascondimento, nella povertà, nell’umiltà, perché il povero, l’umile, chi non conta niente, accoglie così com’è Gesù, con gioia, mettendo a disposizione tutto, mentre tante volte noi confondiamo l’attesa con l’aspettativa: attendo Gesù, ma stabilisco io come deve essere e fino a che punto compromettermi con Lui. Il povero non fa calcoli, nè su Gesù, nè su di se, è pronto ad accogliere tutto e a giocare tutta la sua vita.

Ora affettuosamente vi saluto e vi chiedo una preghiera speciale per Abba Angelo Moreschi, salesiano, che il 31 gennaio diventerà il nuovo Vescovo di Gambella.

Siamo in ferventi preparativi.

Grazie e a presto,

Abba Filippo

 

don Filippo Perin

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