Don Filippo ci scrive... n°37

Viaggio in Sud Sudan... Oggi vorrei raccontarvi il viaggio che abbiamo fatto in Sud Sudan la scorsa settimana, su invito della diocesi di Malakal e su nostro desiderio di vedere qualche cosa del Sud Sudan....

Don Filippo ci scrive... n°37

 

del 06 marzo 2013

 

 

Cari amici, come va?

Spero tutto bene in Italia, tra nuovo Papa in arrivo, nuovo governo, periodo di quaresima… qui a dir la verità non abbiamo ancora iniziato la quaresima, il 20 marzo e faremo Pasqua il 5 maggio, una lunga attesa.

Oggi vorrei raccontarvi il viaggio che abbiamo fatto in Sud Sudan la scorsa settimana, su invito della diocesi di Malakal e su nostro desiderio di vedere qualche cosa del Sud Sudan.

Siamo partiti in due preti e tre catechisti dall’ultima parrocchia vicino al confine, Lare, e per tutto il giorno abbiamo viaggiato arrivando alla sera tardi a Malakal, una grossa città sul Nilo. Abbiamo attraversato un pezzo di foresta, savana a non finire, un’ora di deserto chiamato anche qui sahara che in arabico vuol dire deserto, una zona dei pozzi petroliferi cinesi e infine un pezzo di strada lungo il Nilo, qui largo penso 1 km e molto profondo.

Arrivando a Malakal abbiamo visitato la chiesa principale e siamo stati ospitati in un hotel, visto che non c’era posto per la riunione annuale di tutti i preti e catechisti. I preti diocesani sono 13, misti di origine dinka, nuer, shilluk, anuak, poi ci sono i comboniani e le suore comboniane che vivono fuori Malakal. Tutti parlano arabico come lingua comune e poi inglese.

Una città poverissima: da quando nel luglio 2011 sono diventati indipendenti tutto ciò che arrivava dal nord ora non arriva più: cibo, materie prime, soldi, elettricità… perciò nel giro di due anni è mancata la luce elettrica, i più fortunati hanno un piccolo generatore, i cibo è salito alle stelle come costo come le materie prime per costruire, per commerciare…

Una risorsa il fiume Nilo, bello grande e imponente, infatti tutto arriva da Juba, circa 7 giorni di viaggio in barca dalla capitale a Malakal, che in lingua shilluk vuol dire: il cielo è la nostra dimora, che bello vero?

Proprio la vicinanza del fiume rende ancora più caldo il caldo afoso che abbiamo adesso nella stagione secca: praticamente dalle 12 alle 4 del pomeriggio il sole è così forte che quasi ti piega e ti costringe a stare riparato senza fare grandi cose, che non riusciresti comunque fare. A Gambella in confronto in clima è quasi fresco!!!

La chiesa è presente con 5 parrocchie in città e con varie missioni sparse nella diocesi, grande circa come l’Italia, ebbene si, avete letto giusto, come l’Italia, solo con tredici preti e qualche missionario.

Siamo stati chiamati là proprio per poter aiutare la diocesi in alcune missioni che sono in Sud Sudan ma sono molto vicine all’Etiopia, per andare a celebrare qualche volta la Messa, dare i battesimi, incontrare la comunità visto che il prete incaricato visita quelle comunità una volta all’anno solamente, i villaggi di Nasir, Pagag, Maynut, Mattiang.

Iniziamo volentieri questa collaborazione con la diocesi di Malakal, anche perché in questi villaggi al di là del confine la gente appartiene sempre alla etnia dei Nuer, quelli di Nyinenyang eMatar.

Il Sud Sudan , ultima nazione nata solo due anni fa dopo la più lunga guerra civile dell’Africa, oltre 50 anni a più riprese, sta cercando di mettere le fondamenta per una crescita, anche se ora sente tantissimo il distacco dal nord e la povertà estrema in cui si trova.

Ogni uomo è passato nell’esercito e ancora oggi i tre quarti di essi sono militari. Le varie etnie sono ora unite, perché fronteggiavano il nord, ma stanno iniziando già le varie divisioni per ottenere il potere. Ci sono ancora scontri qua e là e vengono ancora uccise molte persone per la divisione Nord e Sud Sudan non ancora accettata dal Nord e per scontri tra etnie.

Non ci sono vie di comunicazione, oltre il fiume e gli aerei, come non c’è lavoro, oltre il quello offerto dal governo o fare il soldato.

Tanti problemi, ma anche tantissima gioventù, ragazzi, giovani, che vogliono avere un futuro, studiare, imparare bene l’inglese, costruire qualche cosa per se e per gli altri di bello.

Siamo tornati solo da pochi giorni ma abbiamo ancora nel cuore questa bella esperienza: la gente incontrata, la loro povertà, i preti e missionari. Sono i poveri che ci salvano la vita, incontrandoli ci fanno fermare nella nostra corsa, ci fanno uscire dai nostri egoismi e ricevendoli ci aprono il cuore al dono. Nella speranza di iniziare una fruttuosa collaborazione per servire meglio le varie comunità cristiane.

Infine: abbiamo deciso di inaugurare la Chiesa di Nyinenyang sabato 30 marzo, per cui stiamo preparando quel giorno al meglio con la comunità, abbellendo la chiesa, preparando una bella liturgia, una allegra festa di danze dopo e infine un sostanzioso pranzo. Al pomeriggio tornei di calcio e pallavolo tra i vari villaggi.

É chiaro siete tutti invitati fin da adesso! Da noi Pasqua sarà quest’anno il 5 maggio e non il 31 marzo ecco perché abbiamo scelto quella data e poi siamo sicuri che non piove, al meno fino a maggio.

Ma vi racconterò tutto il prossimo mese.

 

A presto e buona quaresima!

 

Abba Filippo

 

 

don Filippo Perin

 

 

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