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Dopo la GMG: offrire ai giovani un cammino di santità

La GMG di Madrid come evento é passata. D'ora in poi quello che non passa é l'effetto che questa esperienza avrebbe suscitato nel cuore di tanti giovani. Madrid per una settimana è stata un cenacolo dove si sentiva la fede di una generazione di giovani che sono stanchi del nulla, è stata un cenacolo di allegria da parte di tanti giovani che sono alla ricerca del vero, del bello.


Dopo la GMG: offrire ai giovani un cammino di santità

da Quaderni Cannibali

del 30 agosto 2011

 

          Ormai definitivamente conclusa la XXVI Giornata Mondiale della Gioventù, è venuto il tempo di maturare alcune riflessioni su ciò che essa ha significato e sui frutti che potrà produrre. Pubblichiamo un contributo di don Fabio Attard, Consigliere generale della Pastorale giovanile salesiana.

          “La GMG di Madrid come evento é passata. D’ora in poi quello che non passa é l’effetto che questa esperienza avrebbe suscitato nel cuore di tanti giovani. Ascoltando e rileggendo i discorsi di Benedetto XVI, credo che sono quattro le parole chiavi di questa festa della fede.

          La prima parola è quella che invita giovani a ‘non aver paura’. Il Papa più volte ha invitato i giovani a non lasciarsi scoraggiare da un ambiente ostile alla fede, un ambiente che arriva fino a ridicolizzare la stessa scelta della fede. Le sue parole erano di conforto e non di confronto. Il Papa ha aperto ai giovani la porta della consolazione che viene con la scelta della fede, a coloro che la accolgono con coraggio e semplicità.

          Su questa stessa linea, la seconda meta indicata dal Papa ai giovani è stata quella di ‘superare la mediocrità’. In almeno tre occasioni Papa Benedetto ha espresso delle riflessioni semplici e allo stesso tempo profonde sul bisogno di superare una cultura del vuoto che inghiottisce le persone. Chi accetta la sfida della fede, esce da un modello puramente orizzontale e va a scoprire la bellezza del mistero che dà senso al tempo e alla storia.

          Ecco allora che il Papa offre una pista, quella di radicarsi in Cristo, cioè costruire la propria casa, la propria storia sulla roccia, saldi nella fede. L’invito di Papa Benedetto non arriva come qualcosa di alieno alla storia dei giovani. I giovani questo invito lo colgono all’interno del loro progetto di vita. Chi, come me, ha passato alcune ore nei confessionali del parco ‘El Ritiro’ durante le giornate di Madrid, sa bene come i giovani hanno colto le parole del Papa. L’esperienza del perdono e della riconciliazione che i giovani pellegrini vivevano a Madrid non era una esperienza sporadica. Nella loro vita il sacramento della riconciliazione lo vivono bene, e lo vivono in maniera frequente.

          L’ultimo punto chiave della GMG di Madrid, infine, è stato l’invito del Papa a ritornare a casa felici, ma non solo per se stessi. Chi ha avuto la fortuna di incontrare Cristo non può tenerselo in maniera egoistica. Chi ha fatto l’esperienza del discepolato, adesso deve annuncialo, deve essere un apostolo. E il Papa ha chiesto ai giovani di essere testimoni fedeli e felici - le due facciate di una vita di fede. Chi crede cerca di essere fedele, e nella fedeltà trova la sua vera gioia, la vera felicità.

          Madrid per una settimana è stata un cenacolo dove si sentiva la fede di una generazione di giovani che sono stanchi del nulla, è stata un cenacolo di allegria da parte di tanti giovani che sono alla ricerca del vero, del bello. Abbiamo incontrato giovani di tutte le lingue, di tutte le razze e di tutte le culture. Sono giovani felici che sembrano amici da sempre - l’amicizia che viene della fede in Gesù Cristo.

          Per noi Salesiani, adesso è il tempo di offrire loro esperienze vere e durature, non solo eventi. Esperienze che segnino la loro storia e non li facciano solo divertire per un po’. Don Bosco ci invita a dare loro la vera allegria che è cammino di santità. E la santità, per i giovani pellegrini non è più una parola che porta vergogna, ma solo vigore! A noi la sfida!”

 

don Fabio Attard

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