Edimburgo 2010: ecumenismo in missione

Nel 1910 in Scozia il primo confronto «globale» sull'annuncio «ad gentes». Oggi una consultazione mondiale prova a rilanciare questa sfida. Una conferenza di tutti gli istituti missionari presenti con le proprie opere da un capo all'altro del pianeta.

Edimburgo 2010: ecumenismo in missione

da Un Mondo Possibile

del 16 ottobre 2009

 

Una conferenza di tutti gli istituti missionari presenti con le proprie opere da un capo all'altro del pianeta. O - come la definì con la retorica di allora il suo promotore, John Mott - «il più importante raduno che vi sia mai stato nell'interesse dell'espansione del cristianesimo in tutto il mondo». Era il giugno 1910 quando a Edimburgo, in Scozia, si svolse il primo Congresso missionario mondiale. Milleduecento delegati, quasi tutti provenienti dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti. Per un momento ecumenico nel senso di aperto alle diverse denominazioni del mondo evangelico; senza comunque ancora voci provenienti dalla Chiesa cattolica e dal mondo ortodosso. Eppure l'idea che animava questa impresa era importante: provare a ragionare insieme sulla missione ad gentes in un mondo che proprio in quegli anni i nuovi mezzi di trasporto stavano cominciando a rendere più piccolo. Non a caso proprio da quel Congresso organizzato in Scozia nacque un cammino che avrebbe portato, poi, nel 1948 alla nascita del Consiglio mondiale della Chiese (Wcc), l'organismo ecumenico che ha sede a Ginevra e che vede oggi riunite 349 Chiese in rappresentanza di 110 Paesi del mondo.

 

L'anno prossimo - dunque - cadrà il centenario di questo grande evento. Ma il mondo di oggi - con le nuove sfide poste dalla globalizzazione - non si trova forse in una situazione per certi versi analoga a quella del 1910? È a partire da questa constatazione che è partita l'idea di Edimburgo 2010, una nuova conferenza mondiale degli istituti missionari promossa dalla Church of Scotland in collaborazione con il Consiglio mondiale delle Chiese. Un migliaio di delegati da tutto il mondo si ritroveranno, quindi, dal 2 al 6 giugno 2010 nella stessa città scozzese per riflettere insieme su come annunciare insieme il Vangelo di Gesù dentro il mondo di oggi.

 

Non sarà un raduno coreografico ma - proprio come accadde nel 1910 - un momento di riflessione approfondita. Non a caso il simbolo che è rimasto nella memoria dell'evento di un secolo fa è l'Atlante delle missioni, una fotografia sulla presenza missionaria nel mondo scattata con gli occhi di allora. L'idea di Edimburgo 2010 è di dare vita a qualcosa di analogo. E il lavoro di preparazione è cominciato ormai già da tempo. In diverse parti del mondo - facilitate dalla nuova vicinanza permessa dagli strumenti informatici - sono già al lavoro nove commissioni su altrettanti temi come cruciali per il futuro della missione.

 

Ogni commissione lavora intorno a un'apposita griglia di domande. La prima ha per tema i Fon­da­menti della missione: come il nostro modo di intendere la natura trinitaria di Dio influenza la missione? Che cosa intendiamo per salvezza oggi e nelle vita futura?  La seconda si concentra sul significato della Missione cristiana in mezzo alle altre fedi: che cosa intendiamo oggi per evangelizzazione? Come dare testimonianza dell'unicità di Gesù in un mondo multireligioso? C'è poi l'ambito che si concentra sul tema Mis­sione e postmodernità: qual è oggi la relazione tra fede e appartenenza in rapporto tanto al cristianesimo quanto all'impegno missionario? Come fare i conti con il relativismo? Un quarto tema riguarda il rapporto tra Missione e potere: come far sì che il legame tra i cristiani e il proprio Stato non comprometta la lealtà alla propria fede? Come annunciare il Vangelo senza distruggere le culture indigene?

 

Il quinto gruppo di lavoro sta riflettendo specificamente sulle Forme dell'impegno missionario: come vivere davvero il ruolo primario delle Chiese locali nella missione? Quali forme deve assumere oggi l'idea della missione in povertà? Quali implicazioni comportano la cooperazione missionaria tra Chiese del Sud o l'invio di missionari del Sud del mondo in Paesi del Nord? La sesta commissione affronta il tema degli Studi teologici e formazione: come far sì che la spiritualità missionaria sia davvero integrata nei normali programmi di formazione teologica? Come aiutare le Chiese a promuovere curricula capaci di entrare in rapporto con i contesti locali?

 

C'è poi una commissione che si sta concentrando su alcune sfide particolari che riguardano Le comunità cristiane nei contesti contemporanei: che cosa significa essere Chiesa missionaria nelle metropoli di oggi? Oppure tra le etnie in tensione tra loro o nelle comunità delle diverse diaspore? L'ottava area tematica è quella più specificamente ecumenica, soffermandosi sul tema Missione e unità - Ecclesiologia e missione: la testimonianza evangelica e profetica è compatibile con la ricerca di un'unità visibile tra le Chiese? Quali sono le implicazioni per la missione del modo diverso di guardare ad alcuni sacramenti? Infine c'è l'ultima commissione, quella più spirituale, che sta riflettendo su Spiritualità missionaria e vero discepolato: che forma assume la missione cristiana quando il Regno di Dio diventa davvero il suo orizzonte ultimo?

 

Una riflessione molto approfondita, dunque. Riflessione che grazie agli strumenti informatici è molto vasta. Perché c'è sì il gruppo di lavoro formato da un gruppo ristretto di persone, scelte in modo da essere rappresentative delle diverse confessioni e delle diverse aree del mondo. Ma - sul sito Internet www.edinburgh2010.org - ha anche un suo blog, che raccoglie contributi da tutto il mondo. E non si tratta di una consultazione puramente formale: nel corso della riflessione - ad esempio - ci si è resi conto che ci sono alcuni temi trasversali a questi nove ambiti e che oggi sono ugualmente molto significativi. Così all'elenco si sono aggiunti altri sette filoni di riflessione: il ruolo delle donne nella missione, il rapporto tra giovani e missione, il tema della riconciliazione e del superamento delle ferite, il legame tra Bibbia e missione, il tema dell'inculturazione, l'attenzione alla voce degli ultimi e la sensibilità verso le questioni ecologiche.

 

Nel 1910 la Chiesa cattolica non era presente alla Conferenza di Edimburgo e tuttora non aderisce al Consiglio mondiale delle Chiese (Wcc), pur collaborando da tempo con questo organismo attraverso il Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso. All'edizione del 2010, però, ci saranno comunque anche gli istituti missionari cattolici. Già nel gruppo ristretto di otto delegati che sta coordinando la preparazione è presente Arantxa Aguado, spagnola, già presidente dell'Istituzione Teresiana. Uno dei nove gruppi di studio, poi - il numero 7, sulle comunità cristiane nei contesti contemporanei - è guidato da una donna cattolica africana, Philomena Mwaura, kenyana. Quanto all'Italia, nel gruppo di studio numero 3, su missione e post-modernità, è presente Teresa Francesca Rossi, del Centro Pro- Unione di Roma. Oltre ai cattolici, ovviamente, alla nuova Edinburgo saranno presenti anche altri volti nuovi rispetto al 2010: la Conferenza vedrà infatti la presenza anche di ortodossi e Chiese pentecostali. Anche se va comunque detto che il numero degli evangelici - in forza del significato storico che per loro ebbe l'evento del 1910 - sarà comunque largamente predominante.

 

In queste settimane dovrebbero essersi conclusi i lavori delle commissioni, che andranno a confluire al quartier generale della Conferenza, situato presso il New College di Edimburgo. Qui - sotto la guida dei coordinatori internazionali del progetto, il pastore metodista Daryl Balia e la teologa inglese Kirsteen Kim - verrà predisposto lo strumento di lavoro che rappresenterà il punto di riferimento per i quattro giorni della conferenza. Un volume, dunque, tutto da leggere, per provare a fare davvero dell'ecumenismo una nuova via per la missione.

 

Sulla missione la settimana per l'unità

 

In occasione del centenario della Conferenza di Edimburgo anche l'edizione 2010 della Settimana di preghiera per l'Unità dei cristiani (in programma come ogni anno dal 18 al 25 gennaio) sarà dedicata al tema della missione. Ad annunciarlo sono stati insieme il Pontificio Consiglio per l'unità dei cristiani e la Commissione Fede e Ordine del Consiglio mondiale delle Chiese, che insieme promuovono ogni anno questo momento celebrato dai cristiani di ogni denominazione in tutto il mondo. La frase evangelica che guiderà la riflessione è: Voi siete testimoni di questo (Lc, 24,48). E il riferimento alla Conferenza di Edimburgo compare esplicitamente nei testi del sussidio preparato per la celebrazione della Settimana, che sono già consultabili sul sito internet della Santa Sede www.vatican.va, nella sezione del Pontificio Consiglio per l'Unità dei cristiani. A scriverli sono state le Chiese cristiane della Scozia, che hanno voluto così raccogliere insieme il testimone. Nell'introduzione si ricorda che - se nella storia ci sono state a volte rivalità tra missionari di diverse confessioni - va anche ricordato che in molti altri casi i missionari sono stati i primi a riconoscere la tragedia della divisione tra le Chiese.

 

Giorgio Bernardelli

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