"Sento che sei davvero sincera, Eleonora. E lo sarò anche io. Se mi chiedi di risolverti con chiarezza il problema della sofferenza di chi è innocente forse rimarrai delusa. E prendo sul serio la tua idea che Dio non c'è. Non per questo però il tuo amico sta meglio o tu stai meglio..."
Entro in classe. Ci sono solo quattro studenti. Due dei quali non fanno religione. "E gli altri?" chiedo un po' stupito. "Sono in giro per la scuola per presentare la lista elettorale. Li ha autorizzati il preside". "Ah, capisco Lorenzo, ma che hanno fatto, una lista di classe?". "Eh, più o meno prof." "Quindi saremo solo noi... - dico pensando a voce alta -. Ho capito. Magari dirlo prima... sarebbe stato utile...". Segno gli assenti. E la butto lì così diretta e senza introduzione: "Lorenzo, credi in Dio tu?"
La sorpresa è grande. Si alzano tutti e vengono alla cattedra, cominciando dai due che non fanno religione. E Lorenzo risponde: "Sì... ci credo...". "E per te se ne sta nel suo mondo e se ne frega di noi? - gli dico -. O si interessa davvero ai nostri guai?". "Questo non lo so prof... credo che ci abbia creato, sì, ma poi forse... boh... si interessa poco di noi credo". "E come mai, secondo te" proseguo io?. "Beh insomma ... - risponde Lorenzo - se si interessasse di noi... forse, le cose andrebbero meglio...".
"Ecco appunto, prof. proprio questo!". Eleonora da due anni non fa religione; prima la faceva. Da due anni, però è più presente lei di altri, che invece la fanno. Aperta, riflessiva, e con una sensibilità sincera che trasuda dietro due occhi dolcissimi e intensi. "Io prof., sono cresciuta in una famiglia cattolica... battesimo, cresima... tutto in regola... Anche se i miei non sono mai andati molto a Messa. Poi, due anni fa un tumore ha portato via il padre del mio migliore amico. E due mesi dopo, lui si è tagliato un dito mentre lavorava... E nel giro di sei mesi si è ammalata anche sua madre... Ma come si fa prof? Io so di essere una ragazza fortunata, non mi manca niente e so che Dio se c'è mi ama davvero un mondo. E invece certe persone hanno una vita così assurda e dolorosa... e senza averne nessuna colpa. Prima credevo con un po' di dubbi. Poi i dubbi sono spariti. Dio non può esserci se la vita è così, davvero non può esserci".
Mi colpisce. Non per il tema della sofferenza degli innocenti, forse l'unico vero "scandalo" per la fede in Dio. Ma per la forza e la verità con cui me lo dice. Anche i suoi tre compagni lo avvertono e sentono che Eleonora si è davvero messa in gioco e vuole, esige una risposta sul medesimo piano. Come se dicessero, cavolo, ci interessa davvero sta cosa. Vediamo cosa dice il prof.
Me la sento tutta questa attesa. So che non servirebbero parole prese dai libri. Che non servirebbero ragionamenti astratti. Che non servirebbero sottili argomentazioni teologiche. So che servirebbe un cuore innamorato di Dio che vuole amare allo stesso modo Eleonora. E non so se ce l'ho. Ma quella sua richiesta mi ha afferrato e non c'è via d'uscita secondaria per me. Perciò...
"Sento che sei davvero sincera, Eleonora. E lo sarò anche io. Se mi chiedi di risolverti con chiarezza il problema della sofferenza di chi è innocente forse rimarrai delusa. E prendo sul serio la tua idea che Dio non c'è. Non per questo però il tuo amico sta meglio o tu stai meglio. Il problema del senso del dolore innocente resta aperto, anche se Dio non c'è. E forse una qualche idea su questo ce l'hai". "Non lo so prof. Se lo sapessi forse starei meglio, non crede?" "Sì, hai ragione. Allora diciamo che da qualche parte pensi che la realtà è assurda. Anche se Dio non c'è, se la vita è così, ... è comunque un assurdo vivere". "Sì, forse... non so se è assurda la vita, però si, penso che sia incomprensibile". "Potremmo usare la parola mistero, Eleonora?". "Sì, mistero mi suona di più. Ecco la vita è un enorme mistero... Perchè, se Dio ci ha creati è onnipotente, può fare tutto... e non lo fa... meglio per Lui che non esiste".
"Hai ragione, un Dio così è meglio se non esiste. Anche io sono cresciuto in una famiglia cattolica, e ho fatto tutte le cose seconde le regole. Poi a 18 anni ho scelto di guardarci per bene dentro. E ho studiato teologia. E ci ho messo qualche anno a capire che quel Dio li, che è onnipotente e non fa nulla per noi, va buttato via. Ma non mi va per nulla di arrendermi all'idea che la vita è un enorme mistero senza senso. E allora mi sono messo a cercare di vivere, a cercare di non tagliare via nulla della realtà. E dopo quasi dodici anni di attesa, in cui Dio davvero l'ho messo tra parentesi, ho ritrovato un'altra idea di Dio, forse più nel cuore che nella testa. Che proprio perchè è onnipotente sa anche scegliere di essere "impotente", di svuotarsi della sua forza e di condividere la nostra debolezza e il nostro dolore. Fino a pagare Lui di persona questa assurdità e rovesciare il senso del mistero della vita.
Chiedilo a tua madre, se vuoi, cosa vuol dire amare una figlia e sapere che non potrai evitarle il dolore, che vorresti vederla felice anche rinunciando alla tua di felicità, ma che non puoi mai e poi mai sostituirti a lei. La libertà dell'uomo è una cosa seria. Molto seria. Nessuno sa davvero fino a dove arrivi. E se fosse l'indizio più vero, in noi, che Dio esiste e ci ama con un incredibile interesse disinteressato?"
Giobbe 42, 1,5: «Allora Giobbe rispose al Signore e disse: "Io ti conoscevo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti vedono"»
Gilberto Borghi
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