Francesco Pilla racconta la sua esperienza vissuta presso l'oratorio San Luigi del quartiere San Salvario, a Torino.
Il gruppo di volontari, arrivato da tutta l'Italia, era formato da ragazzi dai 16 ai 23 anni. In questo gruppo abbiamo vissuto insieme 2 settimane nella semplicità e con molto entusiasmo.
Da subito siamo stati catapultati nella comunità di accoglienza per ragazzi minori immigrati: senegalesi, albanesi, rumeni e egiziani; qui siamo stati accolti molto calorosamente, ci hanno offerto più volte il pasto, nonostante molti di loro non potessero mangiare per via del Ramadan.
Ogni mattina il tempo era dedicato all'animazione dell' “Estate Ragazzi” dell'oratorio San Luigi. Il centro estivo era un vero e proprio mix multietnico: bambini italiani, egiziani, senegalesi, marocchini, filippini.... nati in Italia o meno. Gli animatori ci hanno immediatamente dato carta bianca per l'organizzazione di giochi o danze, a questo ci è stato chiesto di seguire i ragazzi che dovevano finire i compiti per le vacanze.
Nel pomeriggio, invece, eravamo divisi in due gruppi che, in modo alternato, facevamo l'attività all'Estate Ragazzi oppure allo “Spazio Anch'io”.
Questo “Spazio Anch'io” è un'area del Parco del Valentino, dedicato a tutti i ragazzi che devono studiare la lingua italiana, perciò una vera e propria scuola di strada, affidata a educatori e volontari e sempre gestita dall'oratorio San Luigi.
In questo centro ci sono stati affidati dei ragazzi, dai più piccoli fino ai 18 anni, con cui sono state fatte delle lezioni di italiano: c'è chi parte dall'imparare l'alfabeto e chi impara dialoghi e modi di dire per gestire la relazione nella città.
Concluso questo tempo, che non durava oltre le due ore, lo “Spazio Anch'io” viene dedicato al gioco e allo svago, con partite di calcio (sotto il sole cocente di Torino), di pallavolo o calcetto. Spesso inoltre il tempo libero è stato dedicato alla musica, i ragazzi prendevano lo jambe e, tutti insieme, suonavano musiche tipiche dei loro paesi di origine; non sono poche le volte in cui la gente al passeggio si fermava per ascoltare.
In genere la sera si usciva per conoscere Torino e le attività praticate in diverse aree della città dall'oratorio San Luigi, sotto la guida di Don Mauro.
Una sera è stata dedicata all'animazione da strada: davanti l'ingresso della chiesa dei SS. Pietro e Paolo con calcetto, ping pong, musica e video e lasciando le porte aperte della chiesa abbiamo coinvolto la gente in strada per la “movida”. Tra giochi, musica e gioia i più curiosi sono anche entrati in chiesa o hanno fatto qualche parola con Don Mauro. La serata inoltre si è animata in modo particolare con l'arrivo dei ragazzi della comunità, che hanno dato il via alla danze accerchiandosi di passanti.
Tra un'attività e l'altra abbiamo avuto anche la possibilità di dare una mano al servizio di colazione per i senzatetto di Torino, offerto dalle suore vincenziane. Sveglia di buonora, armati di teiere, biscotti e tazze abbiamo condiviso questo servizio piccolo, ma che per chi non ha niente sembra enorme.
Il punto di forza di queste settimane è stato il lavoro di gruppo: stando sempre insieme abbiamo affrontato con gioia i compiti che ci venivano richiesti, più o meno difficili. Inoltre siamo stati seguiti per tutto il periodo da un equipe di ragazzi torinesi semplicemente fantastica. Ci hanno accompagnati, seguiti e hanno percorso questo pezzo di cammino insieme, nel gioco e nella preghiera.
Nonostante il tempo ridotto (unica vera pecca dell'esperienza!) è stato un periodo intenso e profondo. La Messa quotidiana ci ha dato la forza per riprenderci dalla giornata stancante, l'incontro con il Signore e la spiegazione del Vangelo di Don Mauro ogni giorno dava uno spunto per vivere al meglio la giornata successiva.
I ragazzi dell'oratorio e della comunità ci hanno dato tanto, senza chiedere nulla in cambio, abbattendo ogni pregiudizio che portavamo nel cuore.
In una serata abbiamo avuto la possibilità e l'onore di ascoltare alcune delle storie dei ragazzi della comunità, raccontate direttamente da loro: queste ci hanno toccato profondamente il cuore, situazioni così irreali e apparentemente lontane erano sotto i nostri occhi.
Tutto questo, e molto altro, mi ha aperto gli occhi verso una realtà che non è conosciuta, così vicina ma che crediamo essere lontana, in cui ogni persona è valorizzata per ciò che è, eliminando le barriere del pregiudizio che non ci permettono di ascoltare il bisogno di ogni persona.
Francesco Pilla
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