Arriva il momento prima o poi di fermarsi e di chiedersi: che cosa stiamo facendo? Stiamo facendo la cosa giusta? Chi sono? Chi voglio essere? Com'è la mia fede? Ci si chiede pure: ma c'è veramente qualcuno che si pone queste domande? Tu te le poni sul serio?
del 07 settembre 2009
Ciao a tutti, sono Leonardo e ho 14 anni. Vorrei raccontarvi  l’esperienza del campo estivo del gruppo missionario salesiano “Qui e là insieme”. Quando i miei genitori mi proposero di partecipare al campo estivo, non volevo proprio andarci!! Pensavo fosse un camposcuola come tutti gli altri... ma grazie all’insistenza dei miei genitori, però, mi sono convinto ad andarci. Ero sempre un po’ titubante all’inizio, anche perché non conoscevo nessuno, sia dei ragazzi che degli animatori. Il 2 agosto, primo giorno del campo, ci siamo trovati ad Albarè (VR). La prima cosa che si è fatta è stato il presentarsi e conoscerci tra ragazzi e animatori, poi gli animatori ci hanno letto il programma della settimana che si presentava davvero molto interessante. Durante questa settimana oltre al gioco, alla preghiera, ai lavoretti con il cuoio si è parlato e ci si è confrontati su svariati argomenti, tutti legati al tema del campo “Riscopriamo i diritti umani col cuore di Don Bosco”: attualità, missionarietà, povertà, discriminazione…
Il responsabile salesiano di questo campo è il mitico don Gianni Filippin, sempre disponibile e attento alle esigenze di noi ragazzi! Non posso dimenticare gli animatori che con la loro disponibilità, pazienza e gentilezza hanno dato il meglio di loro per la riuscita di questo campo estivo. L’unica cosa che posso dire a loro è un “Grazie di cuore!!” per questa settimana davvero unica. Non vedo l’ora che ci sia il prossimo incontro….
Leonardo, 14 anni, Verona
Questa per me è stata la mia prima esperienza con il gruppo 'Qui e là insieme', visto che fino a qualche mese fa non ne sapevo nemmeno l'esistenza se non attraverso qualche volantino alla Festa dei Giovani. Non posso dire di essere arrivata per caso, perchè sono sicura che 'Qualcuno' ha fatto in modo che io arrivassi ad Albarè quest'estate, in questo preciso momento della mia vita.
Posso dire di essermi sentita subito in famiglia, avendo dei “fratelli più grandi” da cui cercare di imparare qualcosa dalla loro esperienza e, allo stesso tempo, essendo anch’io animatrice, cercare di essere “sorella maggiore” per i ragazzi presenti al campo stesso, trovandosi insieme nella quotidianità, dai piccoli lavori nei laboratori al servizio di corvè. Da questa esperienza porto a casa diversi regali: i sorrisi dei ragazzi, le parole di Don Gianni e Suor Carla (nostre guide spirituali di questo campo), la forte testimonianza di Gabriele Visentin che ci ha parlato dell'esperienza missionaria in Romania attorno al fuoco della veglia, ed il bell’esempio di “famiglia missionaria” che ci han testimoniato Emma e Francesco. Ma soprattutto ringrazio Il Signore per avermi regalato la consapevolezza che anche con il nostro poco possiamo dare tanto, sia al nostro fratello vicino che a quello più lontano.
Elena, 24 anni, Treviso
La vita frenetica ci spinge ogni giorno a vivere sempre di fretta senza rimanere troppo a pensare a noi stessi con noi stessi. Ogni giorno sembra essere vissuto allo stesso modo. Ci si alza, ci si veste, si fa colazione, si salutano i familiari prima di uscire di casa per andare a scuola o al lavoro e fino all'ora di tornare a dormire siamo costretti a vedere il nostro orologio che segna secondi, minuti e ore troppo velocemente e a vedere noi correre da qualsiasi parte, o a rimanere concentrati dietro ad una scrivania o sul banco di scuola o a casa a studiare. Sembra non esserci un minuto per noi stessi. Sembriamo macchine.
Arriva il momento prima o poi di fermarsi e di chiedersi: che cosa stiamo facendo? Stiamo facendo la cosa giusta? Chi sono? Chi voglio essere? Com'è la mia fede? Ci si chiede pure: ma c'è veramente qualcuno che si pone queste domande? Tu te le poni sul serio?
Sempre che non ci sia qualche momento prima di addormentarsi in cui si sta da soli con se stessi è probabile che si possa pensare a tantissime cose. Se invece siamo sempre circondati da impegni e persone si fa fatica.Arriva quindi il momento di desiderare con ogni forza l'arrivo delle vacanze estive e delle ferie e quel momento, molto lentamente, arriva.
Io, come tanti, ho desiderato le ferie e un momento importante con me stessa l'ho trovato grazie al gruppo missionario 'Qui e là insieme' di cui sono animatrice da tre anni. Una settimana trascorsa troppo in fretta, come le ferie. Una settimana in cui mi sono sentita bene con il mondo, bene con gli altri, mi sono sentita maturata. Una settimana che, grazie ai sorrisi dei ragazzi che vi hanno partecipato e a quelli degli altri animatori e grazie alle attività svolte insieme, mi ha fatto capire che conto veramente qualcosa e che non devo avere paura di niente. Non devo avere paura di far vedere agli altri chi sono, non devo avere paura di dire quello che penso e sento. Non si è mai da soli. Lo scrissi anni fa ad una persona: 'Non aver mai paura delle persone. Sono fondamentali per la nostra vita e te ne accorgi quando hai bisogno di aiuto e loro sono lì per te e con te. Non invidiare gli altri, forse tu puoi fare più cose di loro. Non sottovalutarti mai, tu puoi dare agli altri qualcosa che nemmeno tu sai di poter dare. Abbi fiducia in te stesso e in quello che fai'.Il campo di lavoro estivo mi ha lasciato più contenuti e momenti molto più intensi rispetto agli anni passati e forse perché ogni anno, grazie e quello che ci succede ogni giorno, si cresce e ci si rende conto maggiormente delle proprie potenzialità.
Noi possiamo donare qualcosa agli altri e gli altri possono donare qualcosa a noi. Basta saper cogliere questo qualcosa.
Il tema trattato quest'anno era 'Riscopriamo i diritti umani con il cuore di Don Bosco' in cui erano inseriti i temi di povertà e discriminazione. Sembra quasi impossibile eppure, anche al giorno d'oggi, non c'è verso di eliminare i troppi casi di povertà e di discriminazione presenti nel mondo e, senza andare molto lontano, anche nella vita di tutti i giorni. Ognuno di noi potrebbe fare qualcosa ogni giorno anche con piccoli gesti. Quanti fanno realmente qualcosa? Un gesto è anche quello di scegliere di trascorrere una settimana della propria vita con semplicità senza troppi eccessi e senza sprechi insieme a persone nuove che sta a noi cercare di conoscere, sapendo che, grazie a noi e a quello che realizziamo, stiamo aiutando qualcuno meno fortunato che può iniziare a sperare in un mondo e in una vita migliore... Tutto ciò è possibile, basta crederci.
Michela, 22 anni, Vicenza
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