Le tende è solo quello che appare immediatamente, ma la fatica di ricominciare non si vede tanto in tv. Per molti sta ricominciando l'anno al lavoro o a scuola, per altri questo inizio è ancora faticoso. La ricostruzione passa non solo per le gru e il cemento ma anche attraverso le attività di un oratorio che ha deciso di andare comunque avanti. Animatori da tutta Italia hanno voluto condividere questo sogno.
del 07 settembre 2009
 Camminando in mezzo alle tende dell'oratorio de l'Aquila sembra di fare un salto nel tempo...salesiano. Le storie che precedono queste tende sono le storie di un sogno dei salesiani che subito dopo il sisma hanno deciso di andare in giro a cercare i ragazzi, portarli fuori dai loro campi tende (dove non hanno regole e vivono senza orari o qualcuno che li segua da vicino) e portarli in un cortile a ricominciare a fare gruppo 
nel gioco e nelle attività: si è cominciato con poche decine di ragazzi ma alla serata finale erano più di 120...alla prima serata con i genitori erano 10, poi si è arrivati a oltre 50!.
Connesso a questo crescere in tutti i sensi, ci sono state le difficoltà di cercare un posto, provare, chiedere, fidarsi...adattare questo parco pubblico lasciato andare all'erba alta e al vandalismo per renderlo abitabile e soprattutto accogliente.
È la storia di 300 volontari che sono arrivati da tutta Italia e da mille associazioni anche non salesiane, per dare una mano e accorgersi che è più quello che hanno ricevuto da questi ragazzi da questi volti, dalla loro vita alla fine della settimana di permanenza, rispetto a quello che sono riusciti a donare. Qui non ci sono fatiche linguistiche (salvo qualche dialettalismo) ma la fatica è capire minimamente cosa hanno provato, perché ognuno di loro ha un lutto vicino o lontano da assorbire, alla sera rientrano in tenda o in albergo, ti chiedono se possono andare su Internet per vedere su Googlela loro casa che non vedono da 5 mesi.
 È la storia di un gruppo di giovani che hanno voluto fare qualcosa per gli altri e che non vogliono fermarsi a tamponare l'emergenza dei primi  tempi (e che presto ci si dimentica) ma che vogliono continuare. In questa ottica tutti i disagi passano in secondo piano e alla sera sei veramente stanco e non ti importa di dormire in una tenda assieme a sconosciuti che presto diventano però tuoi compagni di strada. Non importa se ci sono 1000 visioni diverse dell'animazione quando hai un centro unico che è il Signore.
È la storia di una grazia del Signore che ha visto il bene che è stato seminato e che ha accompagnato il cammino di ragazzi e volontari, salesiani e genitori e non è un caso che la tenda centrale dell'oratorio sia la cappellina, calda come un forno a mezzogiorno ma che vede sempre qualche ragazzo dentro...perchè anche davanti al “mostro-terremoto” ci si può mettere in cammino verso Dio, chiedersi il senso della vita e rispondersi che è Lui il volto della verità anche in mezzo alle macerie.
È la storia non si ferma qui. 
Come Don Bosco ha creduto nei suoi sogni, anche i salesiani dell'Aquila vogliono credere nel sogno di fare un vero e proprio oratorio accogliente e che vive in comunione, anche se ancora sotto le tende. Ben presto questo sogno comincerà a camminare con i gruppi, con lo sport, con gli scout, con i tanti genitori che vogliono essere coinvolti. Allora non importa se ti tocca fare tutto in un container che tiene il caldo d’estate e lo perde d’inverno. Il cantiere dell’anima per queste persone è aperto.
Stefano, Chiara Niemiz, Elena Tessaro, Davide Giraldin, Sonia Buchini, Paolo SdB
http://www.donboscoland.it/fotografie/index.php?idalbum=1430
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