Estate 2009 - Settimana di Educazione alla Mondialità

La settimana di Educazione alla Mondialità organizzata dal VIS per approfondire tematiche legate alla mondialità, ai diritti umani e alla cooperazione allo sviluppo. L'esperienza da un po' di anni è proposta sul campo, itinerante, in luoghi dove poter sperimentare, toccare con mano, queste tematiche: dopo ave viaggiato l'ex Jugoslavia l'anno scorso, quest'anno abbiamo viaggiato nel cuore dei Balcani, alla scoperta di Albania, Montenegro, Kosovo e Macedonia, cercando di capire, attraverso il contatto diretto con i luoghi e grazie alla testimonianza di rappresentanti della vita sociale e culturale locale, queste realtà, così vicine eppure ancora oggi così poco conosciute, lontane.

Estate 2009 - Settimana di Educazione alla Mondialità

da Iniziative in tour

del 09 settembre 2009

La mia estate è stata segnata da un viaggio! L’Agosto scorso ho partecipato alla settimana di Educazione alla Mondialità, che ormai da vent’anni il VIS (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo), la ONG che si occupa di cooperazione allo sviluppo nel campo educativo con i Salesiani in tutto il mondo, organizza per approfondire tematiche legate alla mondialità, ai diritti umani e alla cooperazione allo sviluppo. L’esperienza da un po’ di anni è proposta sul campo, itinerante, in luoghi dove poter sperimentare, toccare con mano, queste tematiche: dopo ave viaggiato l'ex Jugoslavia l’anno scorso, quest'anno abbiamo viaggiato nel cuore dei Balcani, alla scoperta di Albania, Montenegro, Kosovo e Macedonia, cercando di capire, attraverso il contatto diretto con i luoghi e grazie alla testimonianza di rappresentanti della vita sociale e culturale locale, queste realtà, così vicine eppure ancora oggi così poco conosciute, lontane.

 Ebbene, dopo il viaggio lungo quelle terre, non posso non definire i Balcani come Terra di Mezzo...luoghi che storicamente e per posizione geografica sono stati crocevia di incontri e scontri di civiltà, di etnie, di religioni, luogo di conquista degli imperi bizantino, ottomano, asburgico, sovietico, jugoslavo…e che ogni volta ha dovuto trovare nuove forze, nuovi stimoli, per ricominciare di nuovo. Presentandoci questo viaggio, ci è stato detto che i Balcani sono lontani, e allo stesso tempo vicini, a noi! Albania, Montenegro, Kosovo e Macedonia, sono lontani. Sono lontani perché sconosciuti, sebbene a pochi chilometri dall’Italia. Sono lontani perché la storia ha riservato loro nel passato recente, in poco più di dieci anni, e non più di dieci anni fa, la guerra in Bosnia, la breve, ma pur sempre guerra, civile in Albania e la guerra in Kosovo.Inoltre l’Albania, nel passato recente, ha visto emigrare in Italia ed in Grecia circa un terzo della popolazione, portando il paese in pochi anni ad un radicale cambiamento dei consumi e quindi della quotidiana vita materiale della popolazione…ricordiamo tutti i barconi di disperati che raggiungevano le nostre coste pochi istanti dopo la fine del regime comunista.Ci siamo trovati di fronte un mondo diverso. Diverso per cultura e tradizioni, dove il dover sempre ricominciare a costruire una civiltà, soprattutto dopo il terribile vuoto culturale e religioso del comunismo, terminato all’inizio degli anni ’90, porta ancora oggi ad affrontare problemi grandi, obbligati dalla globalizzazione economica e dall’Europa che bussa a dover crescere in fretta. Ma Albania, Montenegro, Kosovo e Macedonia sono anche molto vicini a noi. Vicini perché lo spazio che ci divide è piccolo e comune: il mare Adriatico. Vicini perché la storia, sebbene in contesti differenti, ci ha visti per secoli vicini. Parlare dei Balcani è come riflettere su se stessi. Per tanti secoli le nostre storie sono state scritte assieme:dopo la seconda guerra mondiale, i Balcani sono diventati un mondo poco conosciuto, piuttosto omogeneo e grigio. Sono rientrati nelle nostre case all’improvviso, con i clandestini, gli scafi, la guerra, la pulizia etnica, i profughi. Storia prima impensata, ridiventata improvvisamente nostra. E il futuro allargamento dell’Unione Europea ci inviterà ad aprire i confini, e non a chiuderli, a conoscere chi è diverso da noi. I Balcani ci dimostrano che i confini sono sempre stati causa di conflitti e conseguenti distruzioni e morti…e che la chiusura è il primo passo verso il conflitto. Per capire i Balcani, bisogna dimenticare i confini. Ecco perché è stato importante viaggiare in quella terra di mezzo: incontrarsi, conoscersi tra popoli è la condizione indispensabile per vivere la Pace. Dimenticare i confini per incontrarsi! E i salesiani? Abbiamo visto con i nostri occhi quanto ancora si è capaci di sognare in grande, con gli occhi di don Bosco, in quelle terre di incontri…i Salesiani e la chiesa sono presenti e apprezzati, in un clima dove è possibile la convivenza pacifica e la tolleranza tra cristiani, ortodossi e cattolici, e mussulmani, in una terra dove è possibile incontrare in pochi metri nel centro di una grande città (Scutari), una moschea, una chiesa cattolica e una ortodossa! Abbiamo visto il sogno di una nuova opera salesiana che sta per nascere, nel mezzo del Kosovo martoriato dalla guerra fino a poco tempo fa…a Gjilan, la città più giovane del Kosovo, è stato dato un terreno perché sorga un centro giovanile, una scuola, una presenza fortemente voluta dal Comune e dalle autorità civili …c’è tutto da fare, da costruire…ma gli animatori che abbiamo incontrato avevano sorrisi veri, densi di speranza, desiderosi di cominciare, e di farsi accompagnare da don Dominik e don Oreste, i primi salesiani che arriveranno in città entro pochi giorni.

Marco Bincoletto

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