“Non si tratta più di utilizzare Internet come un ‚Äòmezzo' di evangelizzazione, ma di evangelizzare considerando che la vita dell'uomo di oggi si esprime anche nell'ambiente digitale”. Può la tecnologia della comunicazione, aiutare gli uomini a incontrare Cristo nella Fede?
“Reti Sociali: porte di verità e di fede; nuovi spazi di evangelizzazione”. E’ questo il tema scelto da Benedetto XVI per la 47.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. “Non si tratta più di utilizzare Internet come un ‘mezzo’ di evangelizzazione – informa un comunicato del dicastero per le Comunicazioni sociali - ma di evangelizzare considerando che la vita dell’uomo di oggi si esprime anche nell’ambiente digitale”. Sul tema del messaggio e le sfide dell’era digitale per la nuova evangelizzazione, Alessandro Gisotti ha intervistato il direttore di “Civiltà Cattolica”, padre Antonio Spadaro.
“Certamente nel contesto dell’Anno della Fede, Benedetto XVI, nel tema del messaggio usa delle metafore molto belle, molto pregnanti: quella della porta e quella dello spazio, collegando a queste, la verità, la fede, l’evangelizzazione. E questo è un gesto sorprendente, perché molti ritengono che i social network siano forme di comunicazione, di condivisione, altri invece che siano un pericolo insidioso per le relazioni e anche per l’educazione dei più giovani. Scegliendo questo tema, il Papa ha saltato a piè pari, l’approccio di tipo moralistico andando al sodo, cioè al significato profondo delle reti sociali. È come se il Papa dicesse: “La prima cosa da fare, è capire cosa succede”, cioè di cosa stiamo parlando, cosa sono i social network, individuandoli come un ambiente di relazione, di conoscenza, capace di fornire opportunità, e quindi le immagini della porta e dello spazio, che poi è la figura dell’ambiente antropologico, che si sta creando in rete grazie proprio alle nuove tecnologie”.
Il Papa parlando di nuovi spazi di evangelizzazione, supera anche quel concetto di Internet come semplice e mero strumento, mezzo...
“Esattamente. Non si parla più di media in questo senso, cioè di mezzi di comunicazione. Il Papa è interessato al fatto che in un tempo in cui la tecnologia è diventata direi qualcosa di più che l’ambiente, il tessuto connettivo di fatto di molte esperienze umane, quali appunto la relazione, la conoscenza, proprio in questo tempo è necessario chiedersi: “Può la tecnologia della comunicazione, aiutare gli uomini a incontrare Cristo nella Fede?”. Non basta più il superficiale adeguamento di un linguaggio, quasi come se la comprensione dell’evangelizzazione fosse un adeguamento del linguaggio della Chiesa: no, qui siamo su un altro livello, e ovviamente non si pensa più alla rete come un mezzo di evangelizzazione, ma come un contesto nel quale l’uomo di oggi vive, e nel quale la Parola del Vangelo deve essere portata”.
E ovviamente questa è una sfida che riguarda tutti i cristiani. Qui davvero ognuno nel suo ambito, viene chiamato dal Papa ad evangelizzare, ad assumersi le proprie responsabilità di evangelizzazione…
“Assolutamente sì, e - direi - qui viene valorizzato anche un aspetto importante della dinamica evidentemente positiva dei social network, cioè l’emergere delle relazioni, quindi l’accentuazione di uno stile dialogico, interattivo nella comunicazione, e dunque anche nell’evangelizzazione. Certo è che la vita dell’uomo oggi si esprime in questo ambiente, quindi il Papa sembra far crollare, attraverso questo breve titolo, quello del messaggio evidentemente, le pareti del cosiddetto “dualismo digitale”, cioè finché si dirà che bisogna uscire dalle relazioni in rete, per vivere delle relazioni reali, si confermerà una sorta di schizofrenia che la generazione di oggi fa fatica a tollerare. Quindi la sfida che viene posta, è quella di vivere una vita umana al tempo di oggi, in cui la tecnologia svolge un ruolo significativo. Anche l’evangelizzazione deve confrontarsi con questa sfida”.
La Giornata mondiale delle comunicazioni sociali è l’unica giornata mondiale stabilita dal Concilio Vaticano II, con l’Inter Mirifica. Anche qui si vede la lungimiranza, potremmo dire la profezia dei padri conciliari, cinquanta anni dopo…
“È assolutamente interessante che questo messaggio, questo tema, giunga proprio nell’anniversario Concilio, perché indica appunto come il Vangelo abbia a che fare con la vita degli uomini, e quindi la Chiesa è lì dove sono gli uomini. La tecnologia non è più un puro strumento, ma a che fare con la vita evangelica e con la vita spirituale. L’appello del Papa è a non sottrarsi a questa sfida, ma con atteggiamento criticamente positivo, vivere la propria vita, vivere bene la vita del Vangelo al tempo della rete”.
Alessandro Gisotti
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