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Gesù e Maria sono una cosa sola

Maria realizza in pienezza la verità cristiana che più si è in comunione con Dio, più si è vicini all'uomo. Maria ci attira a sé per avvicinarci di più a Dio, e noi ci affidiamo a lei per appartenere più profondamente a Dio. È cosa concretissima: chiamare Maria è ricevere in risposta Dio!


Ges√π e Maria sono una cosa sola

da Teologo Borèl

del 22 settembre 2010

 

                   Ci si affida a Maria per andare a Gesù. Non c’è nessun affidamento più conveniente di questo, perché non esiste nessuna creatura che sia così vicina a Gesù come Maria: «nella Chiesa santa, Maria occupa, dopo Cristo, il posto più alto e il più vicino a noi» (LG 54). Maria realizza in pienezza la verità cristiana che più si è in comunione con Dio, più si è vicini all’uomo. Maria ci attira a sé per avvicinarci di più a Dio, e noi ci affidiamo a lei per appartenere più profondamente a Dio. È cosa concretissima: chiamare Maria è ricevere in risposta Dio!

          Grignion de Montfort la vede come l’eco perfetta di Dio: Maria è tutta relativa a Dio, e io la chiamerei benissimo l’essere relazionato a Dio, che non esiste se non in relazione a Dio, o l’eco di Dio, che non dice e non ripete se non Dio. Se tu dici Maria, ella ripete Dio… Maria è la meravigliosa eco di Dio, e quando si grida: Maria! risponde: Dio!... Quando si è trovata Maria, e per mezzo di lei Gesù, e per mezzo di Gesù Dio Padre, si è trovato ogni bene, dicono i santi.

          E dicendo questo, non si eccettua niente: ogni grazia e amicizia di Dio, ogni sicurezza contro i nemici di Dio, ogni verità contro la menzogna, ogni facilità e vittoria contro le difficoltà della salvezza, ogni dolcezza e gioia nelle amarezze della vita.

          Poiché dunque tutto l’amore di Dio si concentra nella grazia del Figlio e nell’accoglienza feconda della Madre, il Nome di Maria risuona sempre, e sempre deve risuonare, insieme a quello di Gesù: Nel nome di Gesù è tutta la nostra salvezza: davanti a lui si piega ogni ginocchio in cielo, in terra e sotto terra. Nella tua provvidenza hai voluto che risuoni sulla bocca dei fedeli anche il nome di Maria; il popolo cristiano guarda a lei come fulgida stella, la invoca come Madre e nei pericoli ricorre a lei come a sicuro rifugio (Pref. Nome di Maria).

          Il perfetto accordo del Nome di Gesù e del Nome di Maria deve risuonare nel nostro cuore, in modo che i loro nomi, come suggerisce mirabilmente Tommaso da Kempis, diventino oggetto di un vero e unico amore: Felice l’anima devota, che in questa vita abbia Gesù e Maria come intimi amici: commensali a tavola, compagni nei viaggi, premurosi nel bisogno, consolatori nelle sofferenze, consiglieri nelle incertezze, soccorritori nei pericoli e in punto di morte. Beato chi si ritiene pellegrino su questa terra, e considera massima gioia avere ospiti Gesù e Maria nel profondo del suo cuore.

1. Ges√π e Maria sono inseparabili

          L’uno vive in grazia dell’altro. Maria è Madre del suo Creatore, è Figlia del suo Figlio! La Madre deve al Figlio la sua origine immacolata, e il Figlio deve alla Madre la sua natura umana. Fra Gesù e Maria, misteriosamente, la dipendenza filiale e la corrispondenza nuziale sono una cosa sola.

          Non si può pensare un vincolo più profondo: il Montfort dice che «essi sono uniti così strettamente che l’uno è tutto nell’altro: Gesù è tutto in Maria e Maria tutta in Gesù… Sarebbe più facile separare la luce dal sole che Maria da Gesù». Bisogna dunque sforzarsi di pensarli sempre insieme, prendendo le distanze da ogni tipo di separazione: né si penserà Maria ignorando Gesù, né si penserà a Gesù ignorando Maria, perché «il cristianesimo è nato con lei, anzi è nato da lei».

          Facciamo un po’ di teologia. Bisogna pensare che Gesù, la Grazia, la Chiesa, il Cristianesimo non sono mai oggetti isolati, ma sono sempre rapporti d’amore, da comprendere nell’ottica dell’alleanza attestata dalla Scrittura testimoniata dalla Tradizione: Gesù si situa sempre in rapporto ai Profeti e agli Apostoli, a Maria sua Madre e Maria Madre nostra. In altre parole, se il Figlio si incarna, allora occorre un popolo santo e occorre una madre santa: ci deve essere Israele, Maria, la Chiesa. Questo perché l’uomo non esiste mai in maniera puramente individuale, ma sempre all’interno di una trama di rapporti che lo costituiscono, lo precedono, lo accompagnano.

          Bisogna poi considerare il fatto che Maria, pur essendo ovviamente distinta da Gesù – la comunione d’amore non cancella le distinzioni, ma le promuove! – fa intimamente parte dell’evento di Gesù come sua condizione, come sua dimora, come sua irradiazione: come condizione è il libero consenso dell’Ancella, come dimora è il corpo della Madre, come irradiazione è la fecondità del Calvario, nel quale Ella offre il Figlio e riceve gli uomini come figli.

          La presenza di Maria nell’evento di Gesù chiarisce una volta per tutte che la grazia non umilia la libertà, ma la esalta. Notevole la ricaduta per la preghiera e la vita cristiana: il primato della grazia e l’esercizio della libertà, l’iniziativa di Dio e l’intraprendenza dell’uomo, l’abbandono fiducioso e l’impegno personale vanno sempre essere pensati e vissuti assieme.

          Non è un caso che numerosissimi esegeti e mariologi indichino in Gal 4,4-7 il passo biblico che esprime nella maniera più breve e incisiva lo specifico del cristianesimo, ossia il mistero dell’Incarnazione. In questo passo, la «pienezza dei tempi», laddove si realizza il meraviglioso scambio fra il Figlio di Dio che si fa uomo e l’uomo che viene elevato alla vita divina, è posta «sotto il segno della donna» (Ratzinger): Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l'adozione a figli.

          E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio; e se figlio, sei anche erede per volontà di Dio.Sull’importanza dell’intimità fra Gesù e Maria, precisamente dell’interiorità di Maria rispetto all’evento di Gesù, e dunque della loro inseparabilità, ascoltiamo le voci chiare e appassionate dei teologi (Balthasar e Galot) e dei santi (Bernardo e Alfonso): L’evento tra il Figlio e la madre forma il centro dell’evento salvifico… la Madre doveva formare con il Figlio un gruppo inseparabile… un unico principio di mediazione;

          La Madre e il Figlio formano un solo principio di efficacia salvifica, senza che occorra distinguere tra la parte dell’uno e la parte dell’altra; Una cosa è certa: tutte le lodi che innalziamo alla Madre si estendono al Figlio e analogamente, quando onoriamo il Figlio, non cessiamo di glorificare la Madre; A proposito delle parole: “trovarono il bambino con Maria sua madre” (Mt 2,11), san Bonaventura dice: “non si troverà mai Gesù se non con Maria e per mezzo di Maria”… Chi vuole il frutto, deve andare all’albero. Chi vuole Gesù, deve andare a Maria e chi trova Maria trova certamente anche Gesù.

2. Senza la Madre si perde il Figlio

          L’unità di Gesù e Maria è talmente vera, che negarla, come accade quando si sottovaluta il ruolo di Maria, ha per la fede non poche e non piccole conseguenze: «colui che disonora la Madre, senza dubbio disonora il Figlio» (Aelredo di Rivaulx). Ma se non si riconosce la Madre come la riconosce anzitutto il Figlio, ci saranno inevitabili ricadute anche nella comprensione del Figlio.

          Lo denunciava già ai suoi tempi Grignion de Montfort: Maria non è stata finora conosciuta, ed è questa una delle ragioni per le quali Gesù Cristo non è ancora conosciuto come si deve. Anche il più recente magistero della Chiesa è intervenuto più volte per chiarire come la mediazione di Maria non offuschi in nulla il rapporto immediato con il Signore: La funzione materna di Maria verso gli uomini in nessun modo oscura o diminuisce questa unica mediazione di Cristo, ma ne mostra l'efficacia… da essa assolutamente dipende e attinge tutta la sua efficacia, e non impedisce minimamente l'unione immediata dei credenti con Cristo, anzi la facilita (LG 60).

          Si tratta di un punto molto delicato per la qualità cattolica della fede: togliere a Maria non è aggiungere a Cristo, ed esaltare le glorie di Maria non è svalutare il primato di Cristo. Molti grandi autori spirituali e molti grandi teologi hanno avvertito che uno sguardo autenticamente mariano non solo non nuoce allo sguardo cristiano, ma lo garantisce in tutta la sua purezza e ricchezza. Si ascoltino le parole appassionate di sant’Alfonso e della von Speyr: Mi si permetta qui una breve digressione per esprimere un mio sentimento.

          Quando un’opinione onora in qualche modo la santa Vergine, ha un certo fondamento e non ha nulla di contrario né alla fede né ai decreti della Chiesa, né alla verità, il non accettarla e il contraddirla perché anche l’opinione opposta potrebbe essere vera, denota poca devozione verso la Madre di Dio; Coloro che credono in Cristo e rifiutano la Madre hanno, in sostanza, sottratto alla loro fede il principio della fecondità. Non sanno fino a che punto il Signore coinvolga chi crede nel suo operato impegnandolo ed imponendogli una corresponsabilità.

          Non sanno che il Signore ha fatto di sua Madre la premessa della sua azione redentrice e con lei anche coloro che fanno la volontà del Padre. Ascoltiamo infine la preziosa testimonianza di un grande Papa mariano, Giovanni Paolo II, che racconta come nella sua giovinezza sia passato da un atteggiamento di diffidenza a una convinta affermazione dell’importanza di Maria, anche e proprio in vista di una conoscenza vera e di un amore più profondo nei confronti di Gesù.

          E questo grazie al maestro della consacrazione a Maria, Grignion de Montfort:

In un primo tempo mi era sembrato di dovermi allontanare un po’ dalla devozione mariana dell’infanzia, in favore del cristocentrismo. Grazie a san Luigi Grignion de Montfort compresi che la vera devozione alla Madre di Dio è invece proprio cristocentrica, anzi è profondissimamente radicata nel mistero trinitario di Dio… Quando temevo che la mia devozione mariana potesse oscurare Cristo, tanto da cederle il passo, compresi, alla luce del trattato di Grignion de Monfort che realmente era tutt'altra cosa.

          La nostra relazione con la Madre di Dio deriva, organicamente, dal nostro legame con il mistero del Cristo. Non è quindi questione che l'uno ci impedisca di vedere l'altro. Contempliamo dunque Maria come colei che ha “compreso” bene Gesù: il cristianesimo è nato da lei ed è fiorito con lei.

3. Affidarsi a Maria per accogliere Ges√π

          Nel disegno di Dio l’uomo è destinato alla stessa vita di Dio, ma a causa del peccato non è più in grado di accoglierla con le sole proprie forze. Qui si inserisce il ruolo di Maria. Per colmare l’abisso fra la santità del Creatore e il peccato delle creature, la storia della salvezza si presenta come un piano inclinato che oscilla incessantemente dal Cielo alla terra e dalla terra al Cielo attraverso numerose mediazioni. Maria sta al centro di questa oscillazione, e non solo a motivo della sua santità, ma anche per la sua femminilità.

          Dice Edith Stein che «la maternità è la forma femminile della fede», ed è qualcosa che Gesù stesso le affida e a cui si affida. Vediamo con ordine. In primo luogo, aggirare la mediazione materna di Maria, che è umanamente perfetta ed è oggetto di elezione da parte di Dio, per cercare un rapporto immediato con il Signore, è cosa ingenua e poco umile. Ascoltiamo le parole forti di Fulberto di Chartres: Ricordati, Signora, che nel Battesimo sono stato consacrato al Signore e ho professato con la mia bocca il nome cristiano. Purtroppo non ho osservato quanto ho promesso. Tuttavia sono stato consegnato e affidato a te dal mio Signore Dio vivo e vero. Tu salva colui che ti è stato consegnato e custodisci colui che ti è stato affidato.

          Anche don Bosco, senza mezzi termini, vede nella consacrazione a Maria da una parte qualcosa di necessario per la vita cristiana, perché «è quasi impossibile andare a Gesù, se non si va per mezzo di Maria», e d’altra parte qualcosa di vantaggioso, perché «per essere cari a Maria bisogna onorare Gesù». Lo aveva appreso da Mamma Margherita, la quale così si era espressa: «quando sei venuto al mondo, ti ho consacrato alla Beata Vergine; quando hai incominciato i tuoi studi ti ho raccomandato la devozione a questa Madre; ora ti raccomando di essere tutto suo».

          In secondo luogo, il carattere materno della mediazione mariana non è per nulla superfluo, perché nessuna forma di accoglienza e di cura è umanamente più grande di quella di una madre. Grignion è davvero poetico nel descrivere la mediazione materna con cui Maria ci offre Gesù in maniera integrale e graduale, attenta alle esigenze di Dio e al tempo stesso alla debolezza dell’uomo: In questa amabile creatura l’anima troverà solo Dio, senza creature, ma Dio nello stesso tempo infinitamente santo e sublime, infinitamente condiscendente e proporzionato alla sua debolezza. Poiché Dio si trova dappertutto, dappertutto lo si può trovare, perfino nell’inferno; ma non esiste un luogo dove la creatura possa trovarlo più vicino a sé e più proporzionato alla propria debolezza all’infuori di Maria, perché a questo scopo vi discese. In ogni altro luogo egli è il pane dei forti e degli angeli: in Maria è il pane dei figli.

4. Per la preghiera e la vita

          Contemplo il volto di Gesù e di Maria abbracciandoli con un unico sguardo e lasciandomi abbracciare dal loro sguardo. Considero come nel Nome di Gesù risuona anche il Nome di Maria, e penso che all’opera di Gesù, mio Redentore, anche Maria ha cooperato. Nella loro unità traspare la natura di Dio, l’Amore, e traspare l’amore di Dio per noi!

          Conosco, amo, invoco Maria per tutte le necessità della mia vita spirituale e materiale? Mi rendo conto dell’importanza di Maria nel disegno di Dio, nell’evento di Gesù, nella vita della Chiesa? Mi rivolgo a lei per andare meglio a Gesù, o cerco di fare da solo? Mi affido alla sua intercessione, affinché le mie preghiere siano purificate e vengano esaudite?

          Preghiamo in questo mese per tutta la Chiesa, perché approfondisca la sua conoscenza e la sua riconoscenza nei confronti di Maria, colei che della Chiesa è Origine e Modello, che nella Chiesa è Madre e Maestra, che accompagna chi è in cammino come potente Ausiliatrice, e che in Cielo, assunta in anima e corpo, è Segno di sicura speranza.

 

don Roberto Carelli

http://www.donbosco-torino.it

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