Il titolo del prossimo Sinodo non pare aver destato così tanto interesse, forse perché il mondo giovanile non desta più interesse?
del 10 dicembre 2016
Il titolo del prossimo Sinodo non pare aver destato così tanto interesse, forse perché il mondo giovanile non desta più interesse?
La notizia è uscita il 6 ottobre: il prossimo Sinodo dei vescovi avrà come tema "I giovani, la fede e il discernimento vocazionale". Brevissima e nemmeno troppo intensa attenzione sul fatto, di per sé innovativo, caduto però quasi immediatamente nell'ombra. Ovviamente una ragione di questa scarsa considerazione al Sinodo è dovuta al tempo che ancora ci divide dal suo inizio, due anni, che per il mondo accelerato di oggi, schiacciato sul presente, è un'eternità. Un'altra ragione è da individuare, credo, nel sovrapporsi di altri eventi di attualità ecclesiale, primo fra tutti la conclusione del Giubileo della misericordia.
Ma ho un sospetto: se un motivo di distrazione fosse dovuto anche all'argomento stesso? Forse in fondo, oggi, il mondo dei giovani, il mondo Millennials, desta veramente scarso interesse...
Un timore serpeggia nel mio animo: forse siamo giunti al punto da essere prontissimi a dividerci e battagliare su tanti contenuti, come la comunione ai divorziati, la liturgia, lo stile di Papa Francesco, l'ecumenismo, ma sul mondo giovanile non abbiamo più molto da dire, da proporre, da pensare, e soprattutto non abbiamo più voglia di ascoltare...
Ma ora il Giubileo è terminato, e il 2018 si avvicina. Cosa prevede l'agenda della Chiesa universale se non iniziare seriamente a ragionare sul Sinodo, anche alla luce dei doni che l'anno giubilare ha portato?
In questi giorni due notizie mi hanno fatto riflettere. La prima riguarda i temi delle tre prossime giornate della gioventù, che culmineranno nell'incontro di Panama 2018: si tratta di tre temi mariani, declinati al passato (2017), presente (2018) e futuro (2019). Così recita il comunicato ufficiale della Santa Sede: «Il cammino proposto ai giovani mostra anche un'evidente sintonia con la riflessione che Papa Francesco ha affidato al prossimo Sinodo dei Vescovi: I giovani, la fede e il discernimento vocazionale». Ecco, quell' «anche» non è molto rassicurante: non dovrebbe tutto il percorso essere finalizzato al Sinodo e alla successiva Giornata Mondiale della Gioventù, come tappe di un unico grande e decisivo cammino? O si rischia di procedere su due binari paralleli?
La seconda notizia riguarda invece il documento preparatorio del Sinodo che, pure in questo caso, come per l'assemblea dedicata alla famiglia, prevede un questionario il quale, speriamo, possa avere la massima diffusione possibile.
Insomma, qualcosa lentamente si sta muovendo, in tensione tra nuove e vecchie forme e modalità. Il tema è urgente, non più rimandabile. Il rischio è veramente quello di non cogliere l'occasione, per poi lamentarci per i numeri sempre più scarsi. Non ci si può limitare a proposte vecchie, parlando con i soliti giovani.
Guardiamo con lucidità alle Messe domenicali, alle iniziative che le chiese locali propongono: la grande maggioranza ha i capelli bianchi, qualcuno è di mezza età, pochissimi i ragazzi sotto i trent'anni (quando ci sono). Guardiamo agli organismi ecclesiali: quanti sono i giovani?
Iniziamo a porre all'ordine del giorno in modo deciso il tema Millennials; ad esempio alcune diocesi (Cremona, Padova) hanno in corso un Sinodo dei giovani. Cosa emerge?
Non possiamo immaginare un Sinodo con duecento anziani, qualche presidente del settore giovanile di qualche associazione, un paio di responsabili di movimento, una manciata di sacerdoti che si occupa di pastorale giovanile: andrebbe incontro al fallimento. Non è tempo per una bella riunione con belle parole rivolte ai soliti, sparuti sopravvissuti. Che andranno incoraggiati e sostenuti, certamente. Ma non ci si può limitare ad essi...
Mi chiedo: quanti dei vescovi che saranno padri sinodali hanno mai confessato dei giovani? Non quelli radunati nella serata annuale dedicata alla penitenza. Ma quelli che entrano per caso in una Chiesa, che bussano un po' disorientati a un confessionale. E già questi non sono la maggioranza.
Quanti vescovi sono stati, negli ultimi anni, in un luogo di aggregazione per giovani? Un pub, una discoteca, un bar, una piazza. Qualcuno sì, e fa notizia. E invece non dovrebbe far notizia.
C'è un Papa che ha posto un tema su cui ci si gioca molto del futuro della fede cristiana. Lo sapremo prendere sul serio?
Possiamo impegnarci nel mettere carne sul fuoco, possiamo raccontare, possiamo proporre. Anche denunciare, forse. Servono nuove strade, e nessuno ha la soluzione in tasca. Serve ascolto, serve coraggio, serve profezia.
Forse possono esserci da guida le parole del profeta Gioele: «Effonderò su ogni persona il mio Spirito: diverranno profeti i vostri figli e figlie, i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni».
Sarebbe un bel motto per il cammino di preparazione al Sinodo.
Osiamo: facciamo sogni, facciamo visioni.
Sergio Di Benedetto
http://vinonuovo.it
Versione app: 3.25.3 (26fb019)