Che i giovani possano trovare contesti fecondi in cui condividere e testimoniare i doni ricevuti...
«In questo modo ognuno di voi, con i suoi limiti e le sue fragilità, potrà essere testimone di Cristo là dove vive, in famiglia, in parrocchia, nelle associazioni e nei gruppi, negli ambienti di studio, di lavoro, di servizio, di svago, dovunque la Provvidenza vi guiderà nel vostro cammino».
La Giornata Mondiale della Gioventù è tutta in queste parole di Papa Francesco. Ogni GMG, insomma, comincia quando finisce! Ciascuno dei partecipanti porta in cuore certamente emozioni e vissuti personali e straordinari, ma il mandato è chiaro e coinvolgente.
Non è una chiamata per supereroi o per forze speciali, bensì è per tutti a partire dai propri “limiti” e dalle “fragilità”.
Non è un invito a lasciare tutto o scegliere vocazioni ascetiche, ma a stare coi piedi per terra e lo sguardo in cielo laddove ciascuno già vive o si troverà a vivere. Non è un percorso da decifrare o da tracciare ex novo, al contrario c’è da affidarsi alla Provvidenza che sarà un faro per il cammino.
È un impegno per tutti e per ognuno, di gruppo e personale. Riuscirà il mese di agosto a cancellare entusiasmo, idee, sogni, progetti? Riusciranno la ripresa di settembre, le programmazioni, le riunioni, i convegni, l’inizio delle attività a chiudere la GMG in una bella teca dei ricordi felici da lasciare impolverare? La preparazione alla GMG richiede mesi, molti incontri, investimenti di energie e risorse; la partecipazione è impegnativa ed intensa; ma il “dopo” come è stato e come sarà questa volta?
Papa Francesco ha detto delle parole bellissime in tutte le occasioni in cui è intervenuto in Polonia; ha detto e ha fatto com’è nel suo stile evangelico. Quanti, anche tra i partecipanti più “devoti”, hanno davvero sentito e ascoltato per intero o in parte i suoi messaggi, i discorsi, i saluti, le omelie? Quanti li stanno rileggendo per intero in questi giorni dai siti web superando i semplici titoli delle home page; quanti lo faranno o saranno invitati a farlo?
Lo sguardo, la tensione, la prospettiva non può essere la prossima GMG a Panama; prima del 2019 ci sono mamma, papà, fratelli, sorelle, parenti vari, compagni di classe, fidanzati e fidanzate, moglie e mariti, colleghi universitari e di lavoro, amici reali e virtuali, vicini di casa, parrocchiani, membri dello stesso gruppo formativo o associazionistico, oratoriani, malati, anziani, bambini, poveri, migranti, preti e suore, consacrati e laici, gente della strada! La strada verso la prossima GMG, a Panama nel 2019, la si prepara davvero solamente abbracciando giorno per giorno tutta quell’umanità che ci viene e verrà affidata, e per la quale essere testimoni credibili e non solo credenti.
La responsabilità di questa missione è personale e di gruppo allo stesso tempo, appartiene ai giovani stessi, nondimeno agli adulti responsabili che li hanno accompagnati o inviati, anzi per quest’ultimi è maggiore! Che i giovani possano trovare contesti fecondi (oratori, parrocchie, associazioni, gruppi, scuole, ecc.) in cui condividere e testimoniare i doni ricevuti, in cui mettere in gioco la propria vita e prendere il largo, da cui poi spiccare il volo e puntare in alto verso quel volto di Cristo che è nel prossimo.
Marco Pappalardoì
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