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GxG Magazine Moldavia: una terra di mezzo Mappamondo

Grazie alle parole di Daniele, possiamo conoscere meglio la Moldavia, che dal 2005 fa parte della nostra ispettoria salesiana. La Moldavia è una "terra di mezzo", sospesa tra est e ovest, passato e futuro, comunismo e capitalismo, Europa e Russia.


GxG Magazine Moldavia: una terra di mezzo Mappamondo

da GxG Magazine

del 30 agosto 2011

 

Moldavia: una terra di mezzo

Grazie alle parole di Daniele, possiamo conoscere meglio la Moldavia, che dal 2005 fa parte della nostra ispettoria salesiana!  Chi sei? Daniele Beghini, veronese di Domegliara, salesiano coadiutore, appassionato dei giovani, frequento il biennio di teologia per coadiutori alla Crocetta a Torino. Qual è il dono più bello che hai ricevuto in Moldavia?           Una grande dignità di persone che nonostante la grande povertà e la storia travagliata che hanno vissuto, vogliono riscoprire il gusto della vita, soprattutto nel donarsi agli altri. Ho percepito l'orgoglio di essere moldavo. Anche coloro che, per mancanza di lavoro, devono emigrare, non lo fanno con l'intenzione di abbandonare il loro paese, ma per permettere a chi resta di vivere una vita dignitosa.  Cosa facevi in Moldavia?           I salesiani sono presenti a Chisinau dal 2005, quando don Sergio Bergamin e don Jacek sono partiti dalla Romania per fondare un'opera nella capitale moldava. L'opera comprende l'oratorio di base, una casa famiglia, un CFP e una chiesa pubblica. Io sono arrivato a Chisinau nel giugno 2006 come tirocinante per collaborare alla costruzione delle strutture per l'oratorio, la casa famiglia e il CFP, in particolare per quanto riguarda il settore elettrico. Oltre a ciò, ho fatto esperienza di vita salesiana stando con i giovani in cortile e proponendo loro varie attività manuali e sportive. Come don Bosco ti ha chiamato a diventare salesiano coadiutore?           Essere salesiano coadiutore è un modo di stare con i giovani che non è differente da quello dei salesiani sacerdoti. Entrato giovane nel mondo del lavoro, ho capito che il mio rapporto con Dio poteva maturare anche in questo ambiente. Da questa scoperta, è nato in me il desiderio di mettere a disposizione dei più poveri le mie competenze professionali. Ciò mi ha spinto a fare alcune esperienze missionarie, che mi hanno portato ad entrare in contatto con la Famiglia Salesiana. Il primo salesiano che ho conosciuto è stato un coadiutore, e di conseguenza è stato per me naturale conoscere questa figura e farla mia.  Come è nato in te il sogno di andare in missione?           Le mie prime esperienze di volontariato le ho fatte a 26 anni in Cile. Questo per me era un modo di vivere le mie vacanze in modo diverso e utile, condividendo il mio tempo e il mio lavoro con i più poveri. Per cinque anni ho fatto, ogni estate, questo tipo di esperienza, fino a decidere di donare la mia vita al Signore nella Famiglia Salesiana. Come salesiano, sento che il mio cuore continua ad essere un cuore missionario, pronto a offrirmi, non importa dove. Qual è la sete più grande dei giovani moldavi? Quale la loro ricchezza più bella?           La povertà più grande che i giovani vivono in Moldavia è la mancanza di affetto a causa della disgregazione delle famiglie o dell'assenza dei genitori, spesso all'estero per lavoro. Proprio per questa situazione, i ragazzi a casa di don Bosco trovano il modo di affrontare le loro sofferenze, aiutati dai salesiani, e di fare esperienza dell'ambiente familiare di cui sentono la mancanza. La ricchezza più grande di questi giovani è la loro sete di Dio, che, attraverso le figure di don Bosco e di Domenico Savio, li spinge a cercare i valori di una vita sana e realizzata. Questo porta i ragazzi a socializzare, a stare assieme, a mostrarsi desiderosi di vivere e pronti a sorridere, sentendo la gioia del donarsi agli altri con piccoli impegni vissuti nel quotidiano. Puoi descriverci la Moldavia con un'immagine?           La Moldavia è una 'terra di mezzo', sospesa tra est e ovest, passato e futuro, comunismo e capitalismo, Europa e Russia. Questo senso di passaggio e di indeterminatezza si percepisce ovunque, dal modo di costruire le case ai discorsi fatti dalla gente. Cosa auguri a chi si prepara a partire?           A chi sente il desiderio di partire per condividere con i più poveri il proprio tempo e le proprie capacità, auguro di sperimentare la gioia e la fatica del donarsi e al contempo la necessità di una conversione interiore, nata dal contatto con le realtà di missione, e di un rapporto più stretto e duraturo con Dio. Questa conversione ci deve portare a vedere nell'altro il volto di Gesù Puoi condividere con noi un episodio che ti è rimasto nel cuore?           Kadir, 11 anni, è un fedelissimo dell'oratorio di Chisinau. Senza papà e con la mamma in Turchia, Kadir vive con la nonna anziana. Il suo desiderio più grande è quello di partire per la Turchia, per andare a vivere con la mamma. Rispondendo a don Eugenio, il nostro ispettore, che gli aveva chiesto con chi volesse vivere, Kadir, senza esitazioni, ha esclamato: 'Con la mamma e con don Bosco!!!'  

Matteo Rupil

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