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GxG Magazine Si inizia da piccoli Corso Animatori_live

Don Bosco era una maestro della speranza: è partito da una tettoia, è noi ora abbiamo un oratorio, più o meno sgangherato, ma è una casa. Ce ne occupiamo abbastanza? Cosa si potrebbe migliorare? Proviamo a chiedere ai nostri ragazzi com'è l'oratorio che vorrebbero, sia a livello di strutture sia a livello di attività, iniziative. Come renderlo migliore?


GxG Magazine Si inizia da piccoli Corso Animatori_live

da GxG Magazine

del 31 agosto 2011

 

 

SI INIZIA DA PICCOLI           Eh sì, perché tutti i bambini sperano! Ma se si inizia da piccoli, tanto vale iniziare subito in grande no? Senza astrazioni, ma partendo dalla vita reale. Capire che si può sempre fare qualcosa, è una grande e importante conquista. Una favola...           Partendo dal presupposto che le favole insegnano che i draghi si possono sconfiggere, usiamole! Servirsi di storie e racconti è più facile con i bambini più piccoli e, fortunatamente, i metodi di utilizzo sono svariati . Si può utilizzare una favola come alternativa a mezzi più tradizionali come scenette o spezzoni di film, attraverso la lettura animata, ovvero la messa in scena di una favola, letta ad alta voce. In breve, mentre un narratore legge ad alta voce, gli altri animatori mettono in scena quello che viene letto, intervenendo con brevi esclamazioni, segnalate nella storia stessa. Può sembrare facile, ma non lo è: è necessario che la storia, possibilmente non troppo lunga, sia preparata e curata, anche attraverso i 'costumi di scena', e che il lettore principale legga con un certo trasporto, altrimenti l'effetto, più che divertente, sarà ridicolo. Tuttavia, se eseguita bene, cattura sorprendentemente l'attenzione.           Una seconda possibilità consiste nella scelta di una favola come fil rouge degli incontri dell'anno, un po' come la proposta formativa utilizzata nelle attività estive. E' un espediente tradizionale, un classico: vorrà dire che funziona. Per superare l’effetto del 'già sentito', si può puntare a favole o racconti poco conosciuti. ...un film...           Nella parte precedente è stato utilizzato un discorso tratto da “Il Signore degli Anelli: Le Due Torri”. In realtà, l'intera trilogia è basata sulla speranza: un viaggio disperato in situazioni disperate, ma il trionfo finale arriva, perchè nessuno abbandona quella spinta che, nell'intimo, urla desiderio di libertà. La visione integrale non è ovviamente possibile in un pomeriggio di gruppo, a meno che non ci sia in programma una maratona non-stop, ma gli spezzoni su questo tema, da utilizzare prevalentemente con ragazzi delle medie e delle superiori, sono tanti. Il messaggio passa, e un po' d'ispirazione epica non guasta mai. ...e un progetto: “L'oratorio che vorrei...”.           Don Bosco era una maestro della speranza: è partito da una tettoia, è noi ora abbiamo un oratorio, più o meno sgangherato, ma è una casa. Ce ne occupiamo abbastanza? Cosa si potrebbe migliorare? Proviamo a chiedere ai nostri ragazzi com'è l'oratorio che vorrebbero, sia a livello di strutture sia a livello di attività, iniziative. Come renderlo migliore?A piccoli gruppi, i ragazzi potrebbero presentare le loro idee, alcune iniziative che possano rendere l'oratorio un posto più accogliente e attivo, non solo per loro ma per tutti coloro che lo frequentano. Coglieranno sicuramente qualcosa che a noi sfugge: qualche prezioso suggerimento salterà fuori, e vederlo realizzato sarà per loro un soffio di speranza ravvivata, perché realizzata.A livello materiale, rispolveriamo le nostre doti artistiche apprese con Art Attack e mettiamoci all'opera: prendendo degli scatoloni di grandezze diverse, chiudiamoli tutti, formando tanti blocchi. I ragazzi potranno poi pitturarli e tagliarli come vogliono, in modo che, messi uno sopra l'altro, formino una sorta di plastico dell'oratorio di grandi dimensioni. Attenzione però! Alla base deve esserci un progetto comune, in modo che dal plastico, realizzato da tutti, emergano le idee di tutti! Una speranza condivisa è un passo più vicina alla meta. 

Giulia Krajcirik

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