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GxG MagazineL'arte di attendere Editoriale

Davvero l'uomo non attende più nulla? Non attende più nulla dagli altri? Da sé stesso? Eppure mai come ora, i tempi che viviamo sono carichi di attesa per un Mistero che sveli ad ogni uomo il senso del suo cuore.


GxG MagazineL'arte di attendere Editoriale

da GxG Magazine

del 13 gennaio 2011

 

        L’arte di attendere           Ore 12, in fila all’ufficio postale. Incollati al display degli “elimina-code” ecco anziani con badante, madri di famiglia cariche della spesa, due impiegate sommerse di raccomandate da spedire. Tutti ansiosi di accedere allo sportello. Un’impellicciata benpensante dal labbro rosso carminio supera la coda, sgomita, si fa strada allo sportello vantando “una fretta terribile”.  Si scatena l’uragano.             Fretta, impazienza e aggressività: un ufficio postale può essere l’icona dei tempi in cui viviamo? Credo di sì. In un mondo segnato da relazioni virtuali e precarie, dalla fretta dei 3.5 Mbit/s, dall’elogio dell’alterco e della virulenza polemica, il desiderio di un destino buono per l’uomo sembra dimenticato.           Jean Debruynne, poeta francese, l'ha fotografato in pochi, lapidari versi: «Noi siamo quelli che non amano attendere/ non amiamo attendere nelle file/ non amiamo attendere il nostro turno/ non amiamo attendere il treno/ non amiamo attendere prima di giudicare/ non amiamo attendere il momento opportuno/ non amiamo attendere un giorno ancora/ non amiamo attendere perché non abbiamo tempo/ e non viviamo che nell'istante».           Davvero l’uomo non attende più nulla? Non attende più nulla dagli altri? Da sé stesso? Eppure qualche cosa è accaduto e continua ad accadere con costante novità negli incontri di ogni giorno, nelle attese di bene e di buono che ogni uomo porta per la propria vita. Mai come ora, i tempi che viviamo sono carichi di attesa per un Mistero che sveli ad ogni uomo il senso del suo cuore. Anche oggi il tempo di Avvento ci mette di fronte a un Dio-Amore che ha scelto di farsi attendere e in definitiva ci ha liberato anche dal rischio di restare perennemente fermi sul fotogramma del qui e ora. Perciò anche nell'epoca dei computer e dell’insolenza litigiosa contro chi ci sta accanto, l'Avvento ci stimola a un'attesa intessuta di preghiera e di attenzione verso gli altri.            La strada è tracciata dall’esemplarità fulgida di una donna, Maria, che ha avuto la Grazia di saper attendere, piuttosto che su quelle di un fare disordinato e di un avere fine a se stesso. Un’umile ragazza di una landa sconosciuta vissuta duemila anni fa ci toglie l'ansia da prestazione, per guardare serenamente a una storia che la mano della Provvidenza, anche attraverso l'impegno degli uomini di buona volontà, guida verso il suo epilogo di senso e felicità. Buona lettura e buon cammino.

 

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