GxG MagazinePerché non vivere a Cochabamba? mappamondo

La Bolivia è uno Stato dell'America meridionale. La sua superficie è di 1.098.581 km¬≤. La popolazione è di 8.857.870 unità. La Bolivia è uno dei paesi più poveri dell'America Latina. Data la morfologia del territorio e l'ampio spazio latitudinale occupato, la Bolivia possiede una delle maggiori diversità climatiche della Terra.

GxG MagazinePerché non vivere a Cochabamba? mappamondo

da GxG Magazine

del 19 marzo 2010

 

 

 

 

 

1)Come don Bosco ha toccato il suo cuore?

          Io credo che il Signore mi abbia fatto salesiano mediante lo spirito di famiglia che si viveva nel collegio di Tolmezzo, dove ho vissuto per cinque anni. Quell'ambiente mi ha affascinato, mi ha preso tanto che mi sono chiesto: «Ma perché non potrei continuare a vivere qui?» Ha molto più senso spendere la vita per educare i giovani piuttosto che per fare orologi come mio papà.

2)Come è nato in lei il sogno di andare in missione?

          Non ho mai avuto il desiderio di andare in missione. Nei primi anni di vita salesiana ho riflettuto su un tema preciso, cioè se la vocazione salesiana implicasse la disponibilità ad andare in qualsiasi luogo, a mettersi a disposizione in modo totale. Quando c'è stato bisogno di un salesiano per la Bolivia, io ho accettato.

3)Qual è il dono più prezioso che ha ricevuto in questi anni di missione?

          La gente della Bolivia mi ha dato la sua vita, un modo diverso di sentire, di vedere, di giudicare, di amare, di vivere in generale, mi ha dato una vita nuova. È un diverso quadro di valori, un differente ritmo di vita, una religiosità più incarnata, un cuore più sensibile, un cuore che ha più valore della testa, insomma un mondo diverso.

4)Quali sono le sfide politiche e sociali che in Bolivia vedono la Chiesa in prima linea?

          In questo momento la prima sfida per la Chiesa è quella di essere elemento di unione nel paese, diviso al suo interno da due modi differenti di concepire la politica, cioè la destra e la sinistra. Altro compito è quello di approfondire e rinnovare l'evangelizzazione. Il presidente Evo Morales è un indigeno che ha assunto il potere dopo vent'anni di lotte sindacali. Morales ha dato voce e dignità agli indigeni ed ai campesinos, da sempre esclusi dalla vita sociale e politica.

          La Chiesa cerca di porsi anche come elemento critico di fronte a certe scelte politiche che  ha assunto il governo, come le alleanze con Castro e Chavez e la teoria della «decolonizzazione», che prevede di liberarsi da tutto ciò che è stato introdotto durante il periodo coloniale. In questo processo si combatte quindi anche la Chiesa e la religione. Noi davanti a queste scelte ci poniamo in modo critico e viviamo la persecuzione: essere perseguitati significa avvicinarsi sempre più a Gesù, primo perseguitato. Non ci scoraggiamo.

          Il governo ha adottato anche alcuni provvedimenti positivi, rinnovando la Costituzione, in modo da garantire maggiori opportunità di partecipazione. Inoltre si sono nazionalizzate le miniere e il gas naturale, non nel senso di togliere la proprietà a chi la deteneva, ma facendo in modo che le imprese che sfruttano tali risorse incamerino solo il 18% degli utili, a differenza dell'82% che era incamerato in precedenza. Prima la Bolivia era sempre in grande deficit commerciale, ora invece ha un surplus di milioni di dollari, che permettono di intraprendere grandi iniziative a carattere sociale, come l'assicurazione sanitaria ai bambini ed alle mamme e di fornire una pensione.

          L'opposizione politica utilizza la Chiesa solo per scopi di alleanza che le garantiscano maggior peso. Questi politici non hanno un programma alternativo e per lo più sono pochi ricchi, proprietari di terre e miniere, oltre ai proprietari dei mezzi di comunicazione.

5)Ha mai paura per la sua vita?

          Alcune volte mi sono trovato di fronte a situazioni di violenza. Ma non ho mai avuto paura, veramente paura no, mai. Dicono che non ho paura perché non sono cosciente del rischio che corro, ma io ho fiducia nel Signore, mi affido a Lui. Lui disporrà per il meglio, fosse anche conveniente che io venissi pestato.

          Il rischio che io corro deriva da una situazione di insicurezza del paese in generale. La Bolivia è un paese a rischio, non c'è più garanzia di sicurezza da parte della polizia e della magistratura. Moltissimi quindi, come me, vivono a rischio, poi è evidente che chi occupa posizioni più in vista è ancora più in pericolo.

6)Qual è la «sete» che percepisce in un giovane boliviano ed in un giovane italiano?

          La sete più grande dei giovani in Bolivia è realizzarsi, poter studiare, avere una professione. I giovani della Bolivia fanno enormi sacrifici per studiare. Chi invece nasce in un contesto di abbondanza credo si domandi che senso abbia la vita e voglia scoprirlo senza lasciarsi ingannare da immagini fasulle.

          Io voglio tanto bene ai giovani: sono la ragione della mia vita, mi attirano dal profondo. Sento che sono disponibili ad accogliere persone che hanno scoperto il senso della vita, si lasciano portare da queste persone, le seguono docilmente. Nei giovani scopro la tenerezza, la meraviglia, il desiderio di vivere in pienezza, il fascino di ricercare e scoprire le meraviglie e l'Amore di Dio, l'innocenza, la miseria che ha bisogno di misericordia. Vi sono davvero tante cose che mi commuovono nei giovani.

7)Quale Grazia vorrebbe chiedere a Dio?

          Vorrei chiedere al Signore la Grazia che molti giovani scoprano il tesoro di una vocazione, il senso di una vita resa dono, la bellezza di seguire Gesù per incontrarsi in un mare di comunione, in un mondo colmo delle meraviglie di Dio, per vivere felici.Auguro a tutti di scoprire che don Bosco davvero vi vuole felici!

 

Tito Solari, nato nel 1939 in provincia di Udine, è stato ordinato sacerdote salesiano nel 1966. Dal 1974 vive in Bolivia, dove è stato parroco, poi ispettore dei salesiani. Ordinato vescovo nel 1987, dal 1999 è arcivescovodi Cochabamba.

Mariangela Zeni, Francesca Pesce

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