GxG MagazineQuale crocifisso vogliamo difendere? zoom

Difendere la croce prescindendo dal conoscerla e dal viverla o delegarne sbrigativamente la difesa a forze politiche che di cristiano hanno ben poco, rischia di trasformare il crocifisso in un'arma terribile.

GxG MagazineQuale crocifisso vogliamo difendere? zoom

da GxG Magazine

del 19 marzo 2010

 

 

 

 

 

          Il 3 novembre 2009 la Corte europea dei diritti dell'uomo ha sentenziato che l'esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche viola il principio di laicità dello stato. Secondo la corte il crocifisso 'può essere sconvolgente emotivamente' per gli allievi non cristiani.

          Questo pronunciamento, presto dimenticato, ci invita a riflettere.Risulta stravolto il concetto di laicità, tendente a trasformarsi in ateismo imposto dall'alto, e negate le radici storico-culturali dell'Europa, fonte dei valori di tolleranza e democrazia, fondamenti della 'casa comune europea'.

          Tuttavia per i cristiani la sentenza pone una questione più profonda.

          Se il crocifisso viene percepito come un simbolo di oppressione e di discriminazione al punto che da più parti se ne reclama la rimozione, ciò implica che il messaggio autentico della croce fatica sempre più a raggiungere i cuori degli uomini d'oggi. Se questo avvenisse, sarebbero infatti i non credenti e gli appartenenti alle altre religioni a chiedere di non rimuovere il crocifisso, in quanto garanzia di libertà e accoglienza.

          Pertanto, prima di gridare allo scandalo lamentando la riduzione della fede ad una dimensione catacombale e prima di bandire crociate in difesa della croce, è opportuno che ogni cristiano ponga davanti a Gesù crocifisso la propria vita, interrogandosi se e in quale misura è disposto a vivere in comunione con Lui per testimoniarlo.

          Difendere la croce prescindendo dal conoscerla e dal viverla o delegarne sbrigativamente la difesa a forze politiche che di cristiano hanno ben poco, rischia di trasformare il crocifisso in un'arma terribile, strumento di discriminazione e di incomprensione, snaturando e tradendo il sacrificio di Gesù.

          Vivere in comunione con Gesù crocifisso significa rendere il proprio cuore simile al Suo, facendone un luogo di accoglienza e di rispetto, un rifugio in cui ciascuno, a prescindere da tutto, possa sentirsi amato nella sua umanità. Vivere in comunione con Gesù crocifisso significa saperLo riconoscere in ogni persona, soprattutto nei cuori feriti dalle croci più diverse.

          Come dice Chiara Lubich, ognuno di noi può diventare lui stesso e riconoscere negli altri un «crocifisso vivente». In questo modo, anche la possibile rimozione del crocifisso dalle scuole non potrà mai rimuovere l'Amore di Gesù dal mondo.

          Tenendo in mano il crocifisso, Madre Mazzarello invitava le sue suore ad accarezzare il corpo di Gesù e poi a far scorrere la mano sull'altro lato della croce dicendo: «Davanti c'è Gesù, dietro c'è il posto per ciascuno di noi».

          Per difendere la croce, siamo oggi disposti ad occupare quel posto, un posto che costa fatica ma che, unendoci a Gesù, permette al Suo Amore di raggiungere ogni uomo?

Matteo Rupil

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